Mar. Apr 15th, 2025

Quattro zampe buono, due zampe cattivo

Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri

Queste due frasi sono state estrapolate dal profetico libro di George OrwellLa fattoria degli animali”, pubblicato in inglese il 17 agosto del 1945 col titolo originale “Animal Farm, A Fairy Story”.

L’autore, nato a Motihari nel 1903 e morto a Londra nel 1950, è considerato uno dei maggiori prosatori in lingua inglese del XX secolo.

Le singole frasi, su citate, rappresentano due momenti importanti del romanzo: la prima, il momento della rivoluzione quando i maiali si ribellano all’uomo auspicando per tutti gli animali uguaglianza e libertà; la seconda, quando gli animali, guidati da Napoleone, si appropriano del potere, instaurando un regime totalitario uguale, se non peggiore, a quello umano che avevano combattuto.

Il romanzo è ambientato a metà del Novecento in Inghilterra e rappresenta una feroce satira sul totalitarismo staliniano.

Orwell stesso nel suo saggio “Perché scrivo” scrisse che ne “La fattoria degli animali tentò di fondere scopo politico e scopo artistico in un tutt’uno”

La storia si svolge nella fattoria del coltivatore Jones, un uomo violento che si ubriaca e maltratta le proprie bestie. Una sera gli animali si riuniscono e il vecchio Maggiore li esorta a ribellarsi all’umano oppressore. Quando il generale  improvvisamente muore, al suo posto si fanno avanti tre giovani maiali, Napoleone, Palla di Neve e Clarinetto. Sotto la loro guida il Coltivatore Jones e gli esseri umani vengono scacciati dalla fattoria che prende il nome di “ La fattoria degli animali”.

Piano piano i maiali prendono sempre più potere e i poveri animali non si accorgono di essere di nuovo sottomessi ai padroni.

La cose si complicano quando Napoleone e Palla di Neve si contendono il potere fino ad arrivare all’allontanamento del secondo dalla fattoria. Ormai Napoleaone è l’unico dittatore assoluto e, ad ogni tentativo di sovversione, sguinzaglia i suoi cani, per cui tutti gli ideali crollano e Napoleone assume progressivamente tutti i comportamenti degli esseri umani.

Le creature di fuori guardavano dal maiale all’uomo e dall’uomo al maiale e ancora dal maiale all’uomo, ma già era loro impossibile distinguere fra i due.”

Nel romanzo i personaggi sono facilmente identificabili. Per esempio nel Vecchio Maggiore si celano Karl Marx o Lenin, uomini dagli ideali genuini e incorruttibili; in Napoleone, Stalin; nel fattore, lo zar Nicola II; in Clarinetto, addetto alla propaganda, forse si cela la Pravda, giornale assoggettato al potere stalinista. Nell’asino Beniamino, che crede nella rivoluzione animale, potrebbe celarsi lo stesso Orwell, disilluso dagli eventi.

Il romanzo tratta le tematiche della critica ai regimi totalitari, dei rischi per le libertà individuali da parte del potere politico e soprattutto della deformazione della realtà da parte del potere politico.

Può essere considerato un grande capolavoro allegorico che a distanza di tempo fa riflettere sul potere, sulla società e sulla natura umana.

Ma la cosa strabiliante e attualissima è l’enorme importanza che Orwell dà al potere delle parole.

Il linguaggio come arma sia per incitare alla ribellione che, in seguito, per manipolare e controllare le menti.

Le frasi di questo fantastico libro sono molto più che semplici parole. Diventano metafore di dolore e di speranza.

L’autore ci invita a non abbassare mai la guardia a mantenere sempre vigile il pensiero critico per non lasciarci manipolare dalla fascinazione delle parole.

Orwell nel 1946 in “ Perché scrivo” così si esprime:

“Ogni riga di ogni lavoro serio che ho scritto da 1936 a questa parte è stata scritta, direttamente o indirettamente, contro il totalitarismo, e a favore del socialismo democratico, per come la vedo io

Anna Bruna Gigliotti

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