Leggendo un libro sui miti della Creazione del mondo, come la intendono i giapponesi, ho per caso scoperto quella che potrebbe essere con un estremo volo pindarico, l’origine del fantasioso gioco “ Acqua, Fuochino, Fuocherello, Fuoco” teso a cercare, una volta bendati, una persona o un oggetto. Chi comanda il gioco, infatti, nasconde o sceglie un oggetto che gli altri giocatori devono trovare. Per indirizzare i giocatori verso l’oggetto, si dice “acqua” quando si è lontani e “fuoco” quando si è vicini all’oggetto. Si possono usare una serie di parole come “fuocherello”, “fuochino”, “tiepido”, “acquazzone” ecc. per indicare se ci sta avvicinando o meno all’oggetto.
Nel libro, dicevo, il protagonista Izanagi, perde la sua compagna Izanami, che entra nel mondo delle ombre dove tutto è buio e assordante silenzio. Non si rassegna, non vuole rassegnarsi a non vederla più, allora si inoltra in questo orribile mondo dove è impossibile trovare un punto di appoggio, una qualsiasi indicazione spaziale o temporale che lo conforti nella ricerca. Ricorda improvvisamente di avere un pettine della sua amata e con l’aiuto della sua spada magica, fa piovere una fiammella sul pettine, unico oggetto del mondo di luce da cui proveniva Izanami, che si incendierà. Ecco che un barlume di speranza gli apre il cuore ed il cammino. Il pettine incendiato alza o abbassa la fiamma, quasi fino a spegnerla, quando si avvicina o si allontana dalla sua amata. Fuoco, fuochino, fuocherello, incendio!
Quanto scrivo potrebbe, anzi, è senz’altro una mia personale ipotesi, ma mi piace pensare che come mi disse qualcuno, sia la forza delle idee che cammina nell’etere a congiungere mondi lontanissimi e mi piace ancora credere, che un bambino, che gioca a Fuoco, fuocherello…evochi inconsapevolmente la ricerca di una persona o di un oggetto caro, attraverso le energie di un fuoco magico che conduce al ritrovamento.
Nel racconto della Creazione del mondo giapponese, il percorso degli uomini, si snoda diviso, tra luce ed ombra, tra un mondo concreto pieno di luce e un mondo oscuro, quello dell’oltre, due luoghi che in antitesi tra loro narrano la distruzione e la morte, ma anche la creazione della vita, che daranno origine ad un unico luogo in cui alla fine, nasceranno uomini dei e spiriti che vivono in equilibrio.
Izanagi non potrà far tornare sulla terra la sua amata Izanami, ma attraverso questo straordinario viaggio, ha potuto comprendere che deve smettere di lottare. E’ ormai vecchio e stanco, se pure accompagnato da una dolce nostalgia, ma sfinito dai dolori e dalle vicende non sempre generose della vita, non sarà lui quindi, bensì i suoi figli, nati dall’amore tra lui e Izanami, a continuare a creare il mondo, in continua e perfetta evoluzione, illuminati per sempre dal fuoco della speranza.
Metafora della saggezza?
Nadia Farina
(La foto è di un’opera di Nadia Farina- Sussurri da un paese lontano.)