In Italia abbiamo tre modi diversi per rivolgerci agli altri e lo facciamo attraverso i pronomi di cortesia TU, VOI e LEI. Infatti, diamo del “tu” alle persone con cui siamo in confidenza e nei rapporti alla pari, e del “voi” o del “lei” a coloro i quali vogliamo mostrare rispetto, cortesia e buone maniere. Il “voi” si usa pochissimo al Nord, ma è ancora molto diffuso al Sud, mentre il “tu”, nel linguaggio moderno e soprattutto sui social, è sempre più utilizzato in tutto il Paese.
Non tutti sanno però che c’è stato un periodo in cui il “POLITICAMENTE CORRETTO” tentò di cancellare l’uso del “lei”. Accadde nel 1938, durante l’epoca Fascista. Mussolini, infatti, impose con un decreto ufficiale l’uso del “voi” in totale sostituzione a quello del “lei”. Questo perché il regime vedeva nel “lei” una espressione linguistica di sottomissione e, soprattutto, intriso di un’essenza troppo “effemminata ”; concetto che era in netta contrapposizione con l’idea del superomismo fascista, costruito su di un’immagine forte, autoritaria e virile. Tutti erano tenuti a rispettare questa legge, incluso giornalisti, insegnanti e politici.
Chi non ossequiava tale decreto, oltre a rischiare una multa, veniva visto come un nemico del regime nonché come un ostacolo alla crescita di un grande Paese.
Il 15 febbraio del 1938 ad esempio, uscì sulla terza pagina del Corriere della Sera, un articolo di Cicognani dal titolo: Abolizione del “Lei”. Pezzo in cui l’autore motivava tutte “le buone ragioni” per cui era necessario lo sradicamento e l’abolizione di questo “uso scorretto” della nostra lingua. Articolo che, oltre a fargli ricevere i complementi personali da parte di Benito Mussolini, gli fece ottenere anche un ruolo di linguista nell’élite culturale nazionale.
Ogni epoca ha avuto la sua orwelliana neo-lingua e la società occidentale contemporanea, la stessa che si fregia della più elevata forma di democrazia al mondo, non risulta esente da questa condizione generale
Difendere la libertà di espressione è un diritto di tutti e, soprattutto, un dovere verso le nuove generazioni. Se i nostri nonni e bisnonni sono riusciti a non farsi imporre una legge imposta dal regime fascista, possiamo riuscirci anche noi!
No alla CANCEL CULTURE
Antimo Pappadia