Babbo Natale
Prima che Babbo Natale diventasse il personaggio mitico, la leggenda narra che i vichinghi, per ingraziarsi le forze della natura che credevano comandate da dei, cercavano di ingraziarsele durante l’inverno, mandando in giro per le case un omone con una gran barba bianca, vestito da inverno, che scendeva dai monti con una slitta trainata da renne.
Venendo invece alla figura classica che conosciamo, la tradizione nasce da San Nicola, vescovo dell’Asia Minore, vescovo a Myra in Turchia, nel IV secolo, che portava doni ai bambini in groppa ad un asinello. Quando gli olandesi andarono nel nuovo continente, portarono con sé il Santo e le tradizioni che lo riguardavano, storpiandone il nome in Santa Claus, rendendolo dispensatore di regali non più il 6 dicembre, data mantenuta in alcune zone italiane, ma il 25 dicembre.
Dapprima rappresentato come vescovo, poi, con l’aspetto di un vecchio panciuto e barbuto circondato da tanti doni. All’inizio era vestito di verde a memoria del colore degli alberi sempreverdi anche con il gelo. Nel 1881, in un disegno, gli misero anche un cappello che lo riparasse dal freddo dell’inverno. In seguito, una famosa fabbrica di bibite lo vestì di rosso con il collo di pelliccia bianca. (leggi Coca Cola)
La tradizione vuole che gli Elfi, piccoli folletti, abitanti del bosco, che avevano il potere di proteggere la casa e i bambini dalle forze negative, fossero gli aiutanti di Babbo Natale nel confezionare i giocattoli che lo stesso Babbo Natale avrebbe consegnato ai bimbi infilandosi attraverso il camino, simbolo del calore familiare, e della sorpresa che ci attende in un nuovo giorno.
L’usanza di appendere le Calze al Camino la sera della vigilia di natale, ripresa poi per la ricorrenza della Befana, deriva dalla leggenda secondo la quale San Nicola fece cadere delle monete d’oro nelle calze che tre fanciulle povere avevano appeso al camino.
Una notizia assai curiosa: Negli Stati Uniti l’esistenza di Santa Claus, il babbo natale americano, è garantita legalmente. Infatti, alcuni anni or sono, i giudici della Corte Suprema della Virginia, ha riconosciuto ufficialmente che “Il vecchio Babbo Natale che lavora alacremente al polo Nord, esiste…
I Regali Di Natale
I Sabini onoravano la dea Strenia, che personificava la buona salute. Nel bosco sacro che le avevano dedicato, i Sabini strappavano un ramoscello d’ulivo, di alloro o di verbena e li offrivano il primo giorno dell’anno, come dono augurale ai magistrati e agli amici. Sembra sia stato proprio il loro re, Tito Tazio, a chiedere in primis questi ramoscelli . Da qui l’uso propagatosi anche ai Romani, di scambiarsi doni nel periodo dei Saturnali, (17/23 dicembre)come augurio per l’anno nuovo, di buona salute e prosperità. Infatti i “clienti” presentavano i loro doni ai padroni e i “sudditi” all’imperatore. Questi doni, prima frutta secca e miele, si trasformarono poi in monete d’argento.
Le strenne, da Strenia, o doni di Natale, sembrano nascere proprio da queste antiche usanze.
Gli addobbi dell’albero di Natale
Già da tempi lontani all’albero venivano appese piccole pietre colorate in quanto si credeva che andassero a richiamare gli spiriti buoni che erano fuggiti con la caduta delle foglie a cui si unirono piccole candele le cui fiammelle richiamano la luce del Cristo, che è venuto con la sua nascita a squarciare il buio e illuminare il mondo.
Quando gli alberi furono portati nelle case, vennero addobbati con biscotti preparati nei giorni precedenti al natale, con il coinvolgimento di tutta la famiglia. Ai biscotti si aggiunsero poi: I bastoncini di zucchero bianchi e rossi, candy cane, ricordavano con la loro forma il bastone dei pastori ed il nome di Gesù, (Jesus) a cui sembra che un pasticciere americano dedicasse un dolce, che colorò poi di bianco- la purezza e di rosso- il Suo sangue versato- Le palline di vetro colorate o trasparenti, che per la forma sferica simboleggiavano la testa dell’uomo e le sue esperienze. Ogni cosa appesa all’albero infatti, non era messa a caso ma possedeva un profondo significato simbolico- come le campane usate per scacciare gli spiriti maligni- e gli angeli simbolo di protezione e di pace. Tradizione vuole che quando una campana sull’albero tintinni per un colpo di vento, un angelo metta le ali. “ La vita è meravigliosa”, il film di Frank Capra del 1946, ben racconta questa tradizione.
I festoni rappresentavano l’unione familiare. Progenitrici delle palline furono le mele rosse che ricordavano l’albero della Conoscenza, del bene e del male.
Le Ghirlande
Prima ancora di decorare l’albero, I popoli nordici il 21 di dicembre, giorno del solstizio d’inverno,
appendevano alle porte ghirlande di vischio, agrifoglio e rami sempreverdi. Piante che evocano la difesa dal maligno con le foglie munite di spine molto pungenti, mentre le bacche del Pungitopo, che nascono in autunno e durano per tutto l’inverno, celebrano la rinascita del sole per augurare un nuovo anno felice.
Allo stesso modo nell’antica Roma durante i Saturnali, a Dicembre, si addobbavano i templi con rami di abete. La forma della ghirlanda, rotonda, era simbolo di Vittoria, usata anche per onorare gli atleti vincitori nelle arene, a farla diventare un simbolo natalizio ci pensarono gli americani.
I Re Magi
Infinite leggende raccontano dei Magi, forse tre, in base ai doni che recarono a Betlemme. Vi giunsero dall’Oriente seguendo la Stella Cometa che apparve in cielo il tredicesimo giorno dalla nascita di Gesù per annunciare la lieta novella e guidare i Re Magi dopo un viaggio durato nove mesi, quelli della gravidanza di Maria. Nella cabala il numero tredici parla del mistero divino sotto forma di speranza redentrice. Non c’è albero di Natale o capanna del Presepe, che non abbia una luccicante stella cometa, diventata il simbolo della luce da seguire, una luce che si chiama speranza, la Luce che illumina in senso metaforico il buio in cui spesso camminiamo e indica il giusto percorso da seguire.
Giotto, fu il primo che disegnò una cometa con la coda, nella cappella degli Scrovegni di Padova, forse, dopo aver visto nel 1301, la cometa di Halley
Maghi, astrologhi, alchimisti, erano stati scelti per nascita, tradizione, cultura, capaci di interagire con le energie e le vibrazioni dell’universo di cui conoscevano i segreti dando un’anima anche alla materia. Sono infatti i Magi, depositari secondo alcuni testi, delle parole di Cristo che si mostra loro attraverso le tre età dell’uomo, infanzia, maturità e vecchiaia, testimoniando come queste non finiscano con la morte, bensì con la rinascita spirituale in Lui.
Non vi è certezza dei nomi che comunque sono passati nella tradizione popolare: Gaspare o custode del tesoro, viene rappresentato di colore nero e porta in dono la Mirra che prefigura la Passione e preannunzia il sepolcro dell’uomo. Melchiorre, Re della luce, porta in dono l’Oro perché Gesù è Re dell’universo. Baldassarre, il cui significato è Dio salvi la sua vita, reca l’incenso, simbolo divino: Cristo / Sacerdote che si pone come tramite tra il Padre e gli uomini-
Molta importanza viene invece data al loro numero “ 3”, presente in molte religioni ed anche nelle favole, simbolo di sacralità e perfezione.
I COLORI:
Oro – rosso- verde
Il Rosso colore e calore dell’amore, della passione e del fuoco dei camini attorno a cui si riunivano le famiglie ricordando la nascita di Cristo, avvenuta alla mezzanotte del 24 dicembre, quindi in un’ora simbolica, ma che Gesù sia nato a mezzanotte o mezzogiorno, un giorno piuttosto che un altro, è un momento straordinario, l’irruzione del Tempo nel tempo senza tempo. Perché Cristo Gesù è Signore del tempo (Cristo Cronocratore).
L’oro, simbolo di intangibilità. Metallo inalterabile e incorruttibile.
Il Verde, simbolo di speranza ed equilibrio
Lo schiaccianoci
Sono pupazzi di legno la cui tradizione risale al 1600, nati come simbolo di ribellione tra le popolazioni della Germania e della Repubblica Ceca, al fine di contrastare le truppe tedesche che imponevano pesanti tasse. Fu costruito un grande “soldato” di legno che potesse schiacciare le noci con la mandibola. Diventò in breve tempo simbolo di portafortuna, capace di allontanare gli spiriti maligni dalla casa, di amore, di bellezza, di ogni bene.
Le Renne e la Slitta
Sono le otto preziose “alleate” di Santa Claus che la notte di Natale volano in tutti i cieli del mondo per portare doni ai bambini! Nella tradizione natalizia compaiono ufficialmente nel 1823 in una poesia dal titolo “Il Pupazzo Di Neve: Secondo alcune leggende sarebbe un aiutante di Babbo Natale, cui è affidato il compito di far nevicare, creando le condizioni ideali per la consegna dei doni la notte di Natale.
Il Fiocco Di Neve
Tra i simboli associati al Natale spicca anche il fiocco di neve. La leggerezza con cui scende fa pensare a una grazia che cade direttamente dal cielo, mentre il candore e la complessità della forma geometrica cui è associato richiamano la purezza e l’idea di perfezione naturale. Il fatto che possa poi trasformarsi in acqua esprime un senso di transizione, simboleggiando un nuovo inizio.
Finisce qui questo racconto sui simboli del natale, ma tanto ancora c’è da scoprire, sulle tradizioni sui simboli sulle leggende dei vari popoli che onorano e ricordano questa festa…
Il mio regalo di Natale ai miei lettori? Continuare questa affascinante storia…
Nadia Farina
(Nella foto un’opera di Nadia Farina: -Un angolo di cielo-)