Non bastava l’ennesima tragedia in Emilia Romagna: occorre inevitabilmente affiancarle la farsa, intesa come postumo e tristissimo teatrino delle responsabilità. Ma nella notizia che vorrebbe, e ciò è anche possibile ma come concausa, il roditore protagonista delle esondazioni di fiumi e torrenti in Emilia Romagna, c’è assai di più: da oltre quattro anni a questa parte assistiamo a una costante logica emergenziale dove le palesi inadeguatezze del decisore politico, in questo caso l’assenza di manutenzione dei corsi d’acqua e soprattutto lo sfrenato e sistematico consumo del suolo che lo impermeabilizza, impedendo all’acqua di defluire correttamente e di essere assorbita, vengono scaricate su un comodo capro espiatorio con la sua brutale colpevolizzazione.
E ora tocca pure al mondo animale, ovvero alla nutria, rea (se l’accusa corrisponde a realtà) di aver fatto ciò che la natura le ha insegnato.
Desidero ricordare peraltro che la nutria non è autoctona, ma è stata introdotta e allevata dall’uomo, lo stesso che oggi la incolpa, per scopi commerciali (pellicce) e che la sua diffusione a livello selvatico è successiva ed è avvenuta per il rilascio indiscriminato di esemplari non più utili alla produzione.
È mai possibile, mi domando, che sia sempre responsabilità di qualcuno o qualcosa d’altro e che chi ha amministrato finora, in questo caso il “governatore” Bonaccini, con la sua pessima legge sul consumo di suolo, sia sempre immune da ogni implicazione?
È altrettanto accettabile che da due anni a questa parte si passi da un’emergenza all’altra legate a precipitazioni certamente più consistenti del solito ma, almeno credo, non torrenziali che creano sempre disastri?
Le devastanti politiche urbanistiche degli ultimi quarant’anni non sono mai chiamate in causa, perché significherebbe riconoscere il vero nodo della questione, ovvero il legame tra politica, che ora straparla di roditori e di risorse non arrivate dal peraltro pessimo governo, e affari.
Meglio incolpare la nutria, ed eventualmente l’istrice, curiosamente sparita dai radar, o magari pure l’orso attivo se nel frattempo ne troveranno qualcuno anche in Emilia Romagna. Per la politica c’è tempo, per l’emergenza permanente pure.
Francesco Fantuzzi