Ven. Ott 18th, 2024

Il voler riporre ogni beatitudine ed eternità nei nostri elementi di terra è una filosofia da semplicioni, ed è una sciocca opinione credere che noi siamo le sole creature nobili (Paracelso)

L’Alchimia spesso citata ma il cui vero senso è semisconosciuto, si avvale di simboli, di formule a torto credute magiche, di aforismi, di enigmi, il cui scopo è quello di proteggerla da chi pensa sia solo la mera ricerca materiale di trasformare il metallo in oro, dimenticando che è molto di più.

Gli alchimisti cercavano infatti, non solo la trasmutazione di un elemento materiale, ma anche spirituale, in modo tale che la materia e lo spirito si manifestassero in modo diverso dopo il cambiamento.

Ma chi erano gli alchimisti? Tanti erano i nomi attribuiti a chi cercava la pietra filosofale: Alchimista/ Pellegrino/ Artefice/ Artista/Operatore/ Figlio Di Ermete- Filosofo…

La Luna crescente, isolata o ripetuta 3 volte era lo stemma degli alchimisti.

L’alchimista infatti, veniva chiamato anche Tintore della Luna. l’Arpa invece, era uno dei simboli dell’alchimia, detta anche Arte della Musica poiché la musica è amore e sotto il segno di Venere, dea dell’amore, si realizza l’Unione Alchemica.

Alchimia arte della Musica:

La Musica non è altro che conoscere l’ordine di tutte  le cose (Trimegisto)

Gli alchimisti come si è già detto, credevano profondamente nella Musica, convinti con l’aiuto di alcuni particolari suoni, di ottenere effetti materiali che andavano ad influire sul corso delle operazioni della Grande Opera. Esisteva quindi, un musica alchimistica che veniva eseguita in contemporanea alla cottura nell’uovo filosofico o Aludel, della Materia Prima, Materia prima”, che ricordiamo, era quel minerale grezzo, impuro, velenoso, appellato con il nome di Dragone Verde, ma indispensabile base per le prime operazioni della Grande Opera.

Molte sono le testimonianze di bassorilievi e dipinti in varie incisioni, di rappresentazioni di strumenti musicali e non solo in funzione decorativa. Sono state trovate partiture di musica alchimistica solo per il periodo rinascimentale e per il 1600, anche se si ha la quasi certezza che esistesse tale musica anche prima, solo trasmessa per via orale.

Una particolare testimonianza di una musica alchemica, si trova in un palazzo costruito a Bourges, da un finanziere alchimista, Jacques Coer, il cui vastissimo solaio, comunica con la colombaia, i cui alveoli, che servivano da riparo ai colombi,  evocano le forme delle note  come venivano scritte nella partitura del tempo, creando così una armonia musicale.

Importante era per gli alchimisti, una esistenza dedicata completamente alla ricerca, senza limiti di tempo che necessitava però di un compagno/a  fedele che lo sostituisse nei lunghi turni per controllare la cottura dell’Uovo Filosofico, generalmente di vetro o di terracotta, nell’Atanor.

Tra gli altri,  Flamel, grandissimo alchimista, ebbe come insostituibile aiutante la moglie Pernelle.

Illuminati da una luce interiore, puri di cuore, percorrono una strada perennemente in salita sognando di riuscire nella grande impresa di dominare la materia. Si avvarranno di infiniti attrezzi per cercare di trasmutare il metallo in oro e scaveranno anche all’interno di se stessi ed ogni passaggio accompagnerà un momento di crescita e di evoluzione del suo essere più profondo, perché se è vero che l’alchimista si interessava della parte chimica della sua opera, per raggiungerla, trasformava anche se stesso e la propria psiche, con la consapevolezza che un  sipario fluttuante e colorato  unisce e divide la realtà dal sogno, il visibile dall’invisibile, la verità dalla menzogna,  cercava di riportare l’Umanità ed il Cosmo alle origini della esistenza prima che precipitasse nel peccato originale, a differenza dei Soffiatori (sedicenti alchimisti) che senza alcuna ricerca né studio, pretendevano di ridurre LArte Sacra a  delle mere manipolazioni materiali.

S. Tommaso d’Aquino, grande teologo, in una sua opera scriveva della legittimità della vendita d’oro alchemico, realizzato cioè con la Pietra Filosofale, cosa che evidentemente riteneva che fosse possibile attuare, a dimostrazione, questo, che Materia, considerata viva,  e Spirito, erano imprescindibili l’uno dall’altro.

Animati quindi, da grande fede nel possibile ritorno all’epoca d’oro, quella in cui nulla era stato corrotto, gli alchimisti pensavano ed operavano perché oltre alla trasmutazione fossero però possibili altri utilizzi della Pietra Filosofale: in questo senso, anche di trovare un farmaco che permettesse di guarire ogni malattia fisica e di assicurare l’eterna giovinezza con l’elisir di lunga vita: Con La pietra, che opportunamente dissolta in alcool, diventa Oro Potabile  o Medicina Universale- Oppure, tramite una serie di Moltiplicazioni ripetute, spinte fino all’estremo limite, sarebbe stato possibile trasformare la Pietra in Luce Inestinguibile, quasi una forma di pura energia radiante che testimonia il trionfo assoluto della Luce e l’avvenuta conquista da parte dell’Alchimista della dimensione trascendente, che come raccontano le  leggende, si trasformerà in Luce scomparendo dalla realtà terrestre per ascendere a livelli superiori di energia.

Si racconta infatti che il grande Nicolas Flamel e la moglie Pernelle, siano stati visti a più riprese, in vari momenti temporali ovvero dopo la presunta morte, addirittura nel 1800. Infinite sono le leggende sulla immortalità conseguita alla fine della ricerca della Grande Opera.

Le stesse leggende accompagnano il Conte di Saint-Germain, del 1700,  che aveva grandi conoscenze alchemiche; si racconta infatti che oltre ad avere trovato la pietra filosofale, la formula per resuscitare gli avvelenati dai funghi, per far “aumentare di volume” le perle (si pensi che il procedimento per le perle artificiali è stato messo a punto nel 1913), per eliminare i difetti dei diamanti, colpì i suoi contemporanei con la capacità di non invecchiare. In quanto Essere Asceso aveva scoperto il segreto dell’eterna giovinezza per il semplice fatto che non era più un corpo soggetto al tempo. Secondo alcuni, il Conte di Saint Germain era infatti un maestro asceso, ovvero una persona che dopo una o più incarnazioni terrene, ha realizzato in sé la fusione tra materia e spirito ottenendo un “corpo di gloria” non più soggetto alle leggi della morte.

Finisce qui, per il momento la mia piccola esegesi dell’Alchimia. Non vuole questo mio scritto essere esaustivo, cosa impossibile, ma stimolare curiosità ed interesse per questa materia che nessuno mai potrà spiegare fino in fondo. E’ proprio in questo che risiede il mistero ed il fascino del segreto in quanto tale.

Nadia Farina

(Nella foto: un’Opera di Nadia Farina- Alla ricerca dell’isola che non c’è-)

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