Gio. Nov 21st, 2024

“Tra mare e campagna”, nella sua Canicattì, c’è un bambino al quale la vita sorride. È il beato giudice Rosario Angelo Livatino, assassinato dalla criminalità organizzata il 21 settembre del 1990. Il cantautore Alessandro D’Andrea Calandra ricorda la tragedia del magistrato, simbolo dell’integrità morale dei siciliani migliori. Un uomo del nostro tempo. Se non fosse stato ucciso, oggi sarebbe ancora in servizio.

“Tra ‘u mari e li campagni” evoca i luoghi dell’entroterra agrigentino. Colori, odori, sapori che si avvicinano alle sensazioni che certamente ha provato il giudice Livatino nell’infanzia. Soavi e aspri, com’è stata la sua vita.

Una straordinaria composizione poetica di Alessandro D’Andrea Calandra, con la volontà di evidenziare il terribile sacrilegio che si compie quando una vita viene spezzata. Un brano accorato, nel quale l’attenzione concentrata sul piccolo Rosario rende ancora più evidente l’empietà. Quando il sentimento puro di giustizia è stato profanato dalle persone peggiori della dilaniata eppure meravigliosa Sicilia.

«Ho sempre sentito l’esigenza di ricordare questo nostro fratello, questo giovane uomo che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente.» spiega l’artista «Mio zio era il titolare del ristorante nei pressi del vecchio tribunale di Agrigento, dove Rosario pranzava tutti i giorni. Di lui mi colpiva la serenità nello sguardo e la pacatezza nei modi e nel parlare.»

Morto ammazzato per mano di quattro sicari sul viadotto Gasena lungo la SS 640 Agrigento-Caltanissetta, il giudice siciliano viene proclamato beato il 9 maggio 2021. Alle parole e alla musica di Alessandro D’Andrea Calandra il compito di tenere vivida l’immagine, di onorare i figli migliori della sua terra. Benedetta e maledetta allo stesso tempo: «Rosario Angelo Livatino è la sua fede. In Dio e nella giustizia divina, laddove la giustizia degli umani non può entrare.»

Tra ‘u mari e li campagni è disponibile anche su Spotify e YouTube.

Alessandro D’Andrea Calandra

Nasce ad Agrigento il 23 novembre 1972. Da ragazzo suona la batteria in varie band, soprattutto cover dei Dire Straits, Pink Floyd, The Cure, e studia pianoforte da autodidatta. L’ascolto della musica è sempre al centro della sua quotidianità. Tra gli anglosassoni, un’attenzione particolare va sicuramente a Bob Dylan, Bruce Springsteen, ACDC, Black Sabbath, Genesis, Pearl Jam, Simon & Garfunkel, R.E.M. e Coldplay. Nel panorama italiano, invece, si concentra sui cantautori: Edoardo Bennato, Pino Daniele, Branduardi, Dalla, De André, De Gregori e inevitabilmente i Denovo e Carmen Consoli. Laureato in Ingegneria meccanica, ha lasciato da oltre vent’anni l’amatissima Sicilia per lavorare in una nota azienda metalmeccanica veneta, dove si occupa di formazione.

Per mantenere il contatto emozionale con la sua terra, Alessandro D’Andrea Calandra scrive canzoni ethno folk nella lingua d’origine. A marzo 2024 si affaccia nel modo discografico con l’album “Sicilia vacanti”, interamente in dialetto. Al disco segue l’inedito “Quartu Savona Quinnici”, dedicato alla memoria della strage di Capaci. Già vincitore del Premio Napoli 2 Giugno come “Miglior brano inedito”, estrae successivamente “Danza saracina chista sira!”. Con “Euno” vola alla finale del “Je so pazzo Music Festival”. Adesso è la volta del nuovo singolo, “Tra ‘u mari e li campagni”, incentrato sulla figura del “giudice beato”.

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Agrigento, 16 settembre 2024

Gino Morabito

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