Lun. Set 16th, 2024

Cinta tra le mura e con tutta la sua bellezza la basilica di Sant’Amrogio è la “madre” di tutte le chiese del romanico, un piccolo tesoro che genera forti emozioni per chi come me ama l’arte. Si ha come l’impressione di trovarsi davanti ad una delle prime opere d’architettura che si studia tra i banchi di scuola.

Visitare Sant’Ambrogio vuol dire fare un viaggio nel passato, un tuffo nel medioevo. Si passa dal caos cittadino ad una silenziosità mistica ricca di spiritualità che avvicina maggiormente l’essere umano al mistero divino.

Ho contemplato questo meraviglioso tempio cattolico del suo rito liturgico in assenza dei fedeli ed ho anche assistito ad una funzione religiosa che non mi ha lasciato indifferente.

Sant’Ambrogio è una basilica, del X-XII sec. in puro stile romanico lombardo. Fu costruita sul luogo di una preesistente basilica il cui committente fu lo stesso Sant’Ambrogio nel IV sec. Della Basilica primitiva vi sono pochissime ma meravigliose tracce, un esempio è il Sarcofago di Stilicone.

La basilica non ha subito pochi restauri nel corso dei secoli, l’ultimo è stato dovuto agli enormi danni causati dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. I restauri però hanno rispettato l’assetto architettonico della basilica del X-XII sec. e ciò è importante perché questo permette, una volta entrati, di lasciarsi alle spalle la civiltà chiassosa esterna e regredire di mille anni.

Lo scorso dicembre ho visitato questa città durante il periodo natalizio ed ho potuto ammirare la festa di Sant’Ambrogio (patrono della città e a cui è dedicata la basilica più antica di Milano).

La festa di Sant’Ambrogio racchiude in sé manifestazioni a carattere religioso, popolare, culturale e rappresenta un evento significativo per Milano. Mi è piaciuta talmente tanto che ci ritornerò anche quest’inverno. La festa ha origini antiche e risale al 1288 e la manifestazione ha luogo dal 7 all’8 dicembre creando un’atmosfera molto suggestiva. I milanesi ricordano il loro patrono con la fiera degli “O bei! O bei!” (antica esclamazione usata dai bambini per indicare i giocattoli e definirli “belli”), durante la quale è possibile trovare numerose bancarelle con le cose più bizzarre, oggetti di pregiato artigianato, vin brulé e vin cotto, articoli di poco prezzo, dolcetti e caldarroste, meringhe, giocattoli. Per i bambini la fiera è come il “paese dei balocchi” ed è l’occasione perfetta per farsi viziare da nonni, zii e genitori, anche in vista del Natale ormai vicino.

La fiera degli O bei O bei rimane dunque una tradizione della festa patronale di Milano, come tradizione è quella di cucinare, per questo giorno di festa, i biscotti di Sant’Ambrogio che son deliziosi e che ho preparato non poche volte dal momento che i miei figli ne vanno matti! Eccone la ricetta, per chi desidera cimentarsi nella loro realizzazione.

Ingredienti per 8 persone:

1 kg di farina, 6 uova, 400 g di zucchero, 200 g di burro, 1 bustina di vanillina, 1 bustina di lievito per dolci.

Versate la farina a fontana sulla spianatoia, nel cratere mettete le uova, il burro fuso, la vanillina e il lievito per dolci. Lavorate il tutto e formate una palla di pasta; avvolgetela in un pezzo di pellicola e riponetela nel congelatore per 30 minuti. Con il mattarello, stendete la pasta allo spessore di 5 mm e tagliatela con le formine per biscotti. Ricoprite una placca con la carta da forno, adagiatevi i biscotti e cuoceteli in forno caldo per 15 minuti. E buon appetito!

E anche se la cucina milanese non ha una grande tradizione di dolci, ce ne sono alcuni tipici che sono veramente deliziosi; tra questi ricordiamo la Barbajada, inventata nella prima metà dell’Ottocento dal barista Domenico Barbaja, divenuto anche impresario del Teatro alla Scala, che è un dessert, una bevanda dolce, a base di cioccolato.

Ma il dolce più tipico milanese che si può gustare durante il periodo natalizio è il Panettone che da Natale arriva fino a febbraio: a San Biagio. Leggenda racconta che un frate, a cui una donna aveva portato nel periodo di Natale un panettone da benedire, pezzettino a pezzettino se lo mangiò tutto. La donna, dopo essersi dimenticata del panettone, il 3 febbraio giorno di San Biagio, andò a reclamare il dolce benedetto che ormai era sparito nella pancia del frate. Il quale, sinceramente pentito, chiese grazia al santo che ormai morto da tempo ma sempre attento alle cose degli uomini, fece il miracolo di far comparire un panettone più grande, buono e bello del primo.

Cosa assaggiare oltre ai dolci a Milano? Ovviamente, formaggi (grana padano, il gorgonzola stravecchio e crescenza); insaccati; piatti tipici della tradizione, quali frittata di rane, risotto con lo zafferano, risotto con la zucca, minestra di verze, la busecca, la casoela, i bolliti misti e la famosa cotoletta alla milanese. A Milano si mangia davvero bene!

Monica Longo

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