Il termine Simbolo con origini greche e latine, aveva il significato di mettere insieme, secondo l’usanza greca, per cui due persone che avevano stabilito un patto o dovessero invece allontanarsi, potessero riconoscersi attraverso una delle due parti di una tessera, generalmente di terracotta, malamente spezzata in due. Nel caso dell’Alchimia, però, avevano anche il compito di trasmettere un linguaggio comune che fosse inteso solo tra gli Adepti. Molti sono di origine biblica, altri ancora, servivano a confondere i curiosi e coloro non animati da intenzioni oneste.
Gli alchimisti erano infatti convinti di essere in grado di riprodurre in piccolo, nell’uovo filosofico, tutto ciò che era accaduto al momento della Creazione, ma prima di addentrarci nell’esegesi delle quattro operazioni in cui si divide la Grande Opera/l’Opus Alchemico: Nigredo- Albedo- Citrinitas- Rubedo, a cui talvolta si aggiungeva Viriditas, sarà opportuno analizzare alcuni tra gli innumerevoli simboli a cui gli alchimisti fanno riferimento:
La Scala: Allude al passaggio delle operazioni, simbolo dell’unione Terra/ Cielo. In molte simbologie, con i suoi pioli, in genere 7 – a volte 5 – ancora 4 – 3 – 9- 12, rappresenta una forma di ascensione, di superamento delle difficoltà. Il numero 1 è simbolo del primo gradino di una scala, che si aspira a percorrere, sia pur faticosamente, fino alla sommità.
In Alchimia è la rappresentazione del sistema dualistico del Su/Giù e delle operazioni che portano al compimento della Grande Opera in cui la materia subisce il martirio, metafora dello stato d’animo dell’Artefice o Operatore, che ha per modello il Cristo Lapis o Cristo/Pietra.
S. Tommaso D’Aquino, religioso, teologo, filosofo e accademico italiano, venerato come santo, che dal 1567 lo considera anche Dottore della Chiesa, fissò nel numero di sette le operazioni da eseguire: ed ogni scalino, ne rappresenta una fase: Triturazione, Sublimazione, Fissazione, Calcinazione, Soluzione, Distillazione, Coagulazione. Il numero 7 simbolo di completezza- di perfezione- di fortuna- dei giorni della Creazione- dei doni dello Spirito Santo…
7 operazioni in sette ore, dalle 8 di sera alle 3 del mattino.
Secondo altri alchimisti: Putrefazione- Macinazione-Triturazione-Sublimazione-Trasmutazione- Separazione-Unione- Vessazione- Tagli-Spezzettamenti-Limatura- Cottura.
Specchi mobili: Servivano a captare i raggi del sole o della luna e i flussi sottili sparsi nell’atmosfera o provenienti da lontani spazi astronomici. Lo Specchio riflette l’immagine di un’altra dimensione. Nello specchio lo spazio viene riempito da un’immagine che E’, ma… esiste realmente? o forse, viene captata dallo specchio per svanire con il cambio della luce? Cercare di trattenerla quando la luce muore, anche questo, un enigma proposto agli antichi alchimisti che si servivano nei loro laboratori di Specchi Mobili con i quali catturavano i raggi del sole o della luna, le polveri lasciate dalle scie delle stelle cadenti e i flussi sottili sparsi nell’atmosfera provenienti da lontani spazi siderali. o perché no, verso quel Cerchio magico della Perfezione/Perfetta tanto agognato?
Forse, una remota anticipazione della futura scoperta dei raggi cosmici? E se guardiamo alla fantascienza, il teletrasporto verso mondi ed universi sconosciuti.
Il Pane:
Gesù Cristo, con il dogma della Transunstanziazione, assume una dimensione corporea. Come il Cristo, all’acme della perfezione conduce l’uomo al divino, così la Pietra filosofale è il culmine della perfezione terrena e dona poteri demiurgici con la trasmutazione.
La Conchiglia:
Attributo di S. Giacomo di Compostela Patrono degli alchimisti cristiani. Il cammino di San Giacomo detto anche Via Lattea, o Stella Polare o dei Magi, preludeva al cammino durante una delle operazioni. La conchiglia era l’unico strumento concesso al Pellegrino durante il suo viaggio, per bere, per mangiare, per raccogliere oboli. Secondo un antico racconto nel testo protocristiano del “Phisiologus”, quando scoppia un temporale, il fulmine penetra con tutta la sua forza nell’interno della conchiglia, che si spaventa e serra subito le sue valve. La conchiglia quindi ha il fulmine dentro di sé. Esso gira attorno ai globi oculari della conchiglia che, mediante questo movimento, trasforma gli occhi in perle.
La Rosa Bianca e Rossa:
Simbolo dei due principi originari: zolfo e mercurio e dell’amore che sopravvive alla morte e la rinascita.
Due Angeli:
Simbolo dello Spirito universale o seme celeste, che dal mondo superiore scende a fecondare lo spazio aereo. L’angelo, protegge ed intercede, mediatore tra l’uomo e Dio, messaggero del Cielo, portatore di luce, catalizzatore di energia cosmica e trascendente, riflesso della nostra “parte” di Luce divina. Crea un ponte tra la percezione e la realtà regalando all’uomo energia consapevole, autocoscienza, guidandolo all’amore e alla verità.
Le Ali: Simbolo di futura rinascita; eteree e trasparenti indicano elevazione, superamento delle difficoltà, raggiungimento del successo delle operazioni, liberazione dai legami materiali.
Il Pellicano: Simbolo della aspirazione alla purificazione- Simbolo della Storta o recipiente con beccuccio ripiegato.
E’ il nome dato all’apparecchio per la distillazione. Simile nella forma, alla immagine dell’uccello che si apre il petto per nutrire i suoi piccoli, assume il simbolico significato del sacrificio di Cristo.
La Salamandra: immersa nel fuoco simboleggia lo Zolfo dei filosofi.
Continua…
Nadia Farina
(Nella foto un’Opera di Nadia Farina- la scala)