Gio. Nov 21st, 2024

“Le vite degli altri”, opera prima del regista F.H. Von Donnersmarck, è uno dei migliori film che siano stati prodotti sulla Germania dell’Est. Il film è ambientato a Berlino, il muro non è ancora caduto, la Stasi “con 100.000 uomini e 200.000 informatori tutela la sicurezza del proletariato. Suo dichiarato obiettivo è quello di “sapere tutto” delle vite degli altri”, in modo tale da prevenire e reprimere il dissenso verso il regime comunista.

I protagonisti del film sono Geog Dreyman (Sebastian Koch), scrittore teatrale di successo e la sua compagna Christa-Maria Sieland (Martina Gedeck), famosa attrice di teatro, entrambi tenuti in grande considerazione dal regime comunista. Durante uno spettacolo, il nuovo ministro della cultura Bruno Hempf, si invaghisce della bella attrice e le promette una brillante carriera teatrale in cambio di prestazioni sessuali.

Pur di vincere la resistenza della bellissima attrice, il ministro della cultura ordina al tenente colonnello Anton Grubitz, aguzzino della Stasi, di mettere sotto controllo la coppia Dreyman- Sieland. L’incarico viene affidato al capitano della Stasi Gerd Wiesler , abile e ossequioso servitore del regime comunista, il quale provvede a far installare un sofisticato sistema di videosorveglianza all’interno dell’abitazione delle vittime designate, appropriandosi delle loro vite.  Ogni conversazione della coppia viene fedelmente trascritta e trasmessa ai vertici della Stasi dal capitano Gerd Wiesler, ma… accade l’imponderabile.

Christa-Maria Sieland, pur di salvare la sua carriera,  ha deciso di assecondare il ministro della cultura; nell’attesa indugia, si rifugia in un bar, ordina da bere, è visibilmente sconvolta, combattuta tra il rispetto di sé (e del suo compagno) e l’amore per il teatro. Seduto accanto al suo tavolo, per puro caso, c’è il suo aguzzino…la osserva, si alza, la raggiunge e, inaspettatamente, si abbandona al proprio Befindlichkeit, uno stato d’animo che, inaspettatamente, ha la forza di rivelarci la nostra indole, i limiti e la fragilità del nostro essere.

Vale la pena di riportare il dialogo -illuminante- tra i due.

Gerd Wiesler: “Scusi, signorina”.

Christa-Maria Sieland:”La prego, mi lasci in pace. Voglio stare da sola”.

Gerd Wiesler:” Signorina Sieland…”

Christa-Maria Sieland: “Noi ci conosciamo?

Gerd Wiesler:” non mi conosce, ma io conosco lei. Molte persone la amano, perché lei è …com’è”

Christa-Maria Sieland:” Un attore non è mai quello che sembra.” Gerd Wiesler :” Lei…sì (si siede accanto a lei). L’ho vista recitare a teatro. Sul palcoscenico lei era la stessa che è adesso. Era così com’è adesso.”

Christa-Maria Sieland: ”E lei sa come sono?”

Gerd Wiesler :”Io sono il suo pubblico.”

Christa-Maria Sieland:” Devo andare”

Gerd Wiesler :”E dove va?

Christa-Maria Sieland: ”Devo vedere una vecchia compagna di scuola.”

Gerd Wiesler :”Ecco, lei ora non è più sé stessa.”

Christa-Maria Sieland: :”No?”

Gerd Wiesler :”no!”

Christa-Maria Sieland:” La conosce bene questa Christa-Maria Sieland. Secondo lei potrà fare del male a un uomo che ama con tutta l’anima? Arriverà a vendersi per il teatro?”

Gerd Wiesler:” Vendersi per il teatro? Ma questo lo ha già fatto…è stato un pessimo affare. Lei è una grandissima attrice. Possibile che non lo sappia?

Christa-Maria Sieland:” E lei è una persona buona.

Scena successiva: Christa-Maria Sieland torna a casa, non cede al ricatto sessuale, sfida il potere. Dal canto suo, Gerd Wiesler, si ravvede: falsifica i rapporti ufficiali, tenta di sottrarre le vittime al carnefice. La tragedia, tuttavia, incombe (vietato spoilerare!)

Il dialogo appena citato spiega, in poche battute, le cause del fallimento del comunismo -meglio non saprebbe fare alcun trattato politologico-.

La cecità assiologica e la sacra gnosi della giusta distanza del potere dalle persone, hanno sancito la totale incompatibilità tra il comunismo, la libertà e il rispetto dei diritti umani. Nel corso della nostra esistenza terrena desideriamo fiorire, divenire ciò che vorremmo essere, realizzarci nella nostra piena libertà, secondo le nostre possibilità.

E’ ciò che indichiamo con l’espressione “voler bene”, dove il bene che vogliamo agli altri sia, cosa ardua da realizzare, veramente il loro bene e non il nostro. Tutti i sentimenti relazionali positivi sono buone pratiche e disposizioni d’animo a sentire parti della realtà -e della vita degli altri- come dotati di valore. Ai sentimenti relazionali positivi diamo il nome di rispetto.  Ricerca assiologica e fondamento ontologico procedono di pari passo: prezioso è in ultima analisi l’individuo libero, capace di autodeterminarsi secondo il principio di reciprocità, ovvero l’eccezione alla norma dei totalitarismi.

Nelle sue traiettorie storiche, il comunismo, ha volutamente sacrificato l’eccezione alla norma. Tuttavia, nel momento in cui l’eccezione irrompe nel corso degli eventi, non c’è soteriologia totalitaria che tenga: il rispetto dei diritti umani è l’atteggiamento in cui si percepisce qualcosa di più che l’irrispettoso non vede e per il quale egli è cieco: il mistero delle cose e la profondità del valore della loro esistenza.  Il comunismo non ha mai capito la profondità della vita.

In fondo, Gerd Wiesler, è l’eccezione alla norma che vive in ognuno di noi. Ecco perché Putin è già morto e sepolto.

Michele Lagano

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