Gio. Nov 21st, 2024

I gravissimi accadimenti giudiziari in Liguria, al di là della verità giudiziaria che sarà stabilita in sede processuale, interroga pesantemente sia sul carattere dell’ente Regione – a ridosso di quanto avvenuto in Puglia e senza enumerare i fatti analoghi che in passato coinvolsero altre amministrazioni regionali – sia sui perversi intrecci fra mondo degli affari e mala politica, sia – per quanto indirettamente ma certamente concerne il territorio reggiano – su Iren, il cui amministratore delegato è ristretto in carcere.

La mala politica infesta diffusamente l’Italia, i soggetti partitici vi si alternano ma i rapporti con affarismo e financo malavita organizzata sembrano non avere perduto di sistematicità.

Se la magistratura – quella magistratura, sicuramente non scevra da problemi ma alla cui indipendenza oggi Nordio e altri manifestamente attentano per condurne l’azione sotto controllo politico come denunciato dall’integerrimo Gratteri – sistematicamente indagasse su tali rapporti ovunque, non escluso il territorio reggiano, i risultati sarebbero verosimilmente assai indicativi.

Il signor Toti, cresciuto in Mediaset e oggi agli arresti in Liguria, propriamente si ascrive a quella concezione sedicente “garantista” che in realtà postula la neutralizzazione della magistratura e quindi della Legge con mano libera ad affaristi e politicanti nel condurre i propri spesso sordidi giochi.

Quello stesso Toti, tanto per misurare il personaggio, che il 1° novembre 2020 riguardo ai morti da Covid19 scriveva in un inqualificabile tweet, poi forzatamente “rettificato”, che  “solo ieri, fra i 25 decessi della Liguria, 22 erano pazienti molto anziani. Persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del paese che vanno però tutelate”.

Sarà semmai il popolo italiano a doversi tutelare da costui, propugnatore del terzo mandato per i presidenti di Regione e che un mandato l’ha sì ottenuto: quello di cattura.

In quanto a Iren, l’incarcerazione dirigente Signorini, amministratore delegato voluto da Toti ma votato da tutti, (compreso l’attuale sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi), offre l’icastico spaccato di una società malata, i cui ipertrofici profitti sono pagati in bolletta dai cittadini, dalla quale sarebbe bene liberare il nostro territorio una volta per tutte ripristinando, nei modi e nei tempi giuridicamente possibili, una gestione integralmente pubblica, efficiente, trasparente e non lucrativa dei servizi essenziali. C’è bisogno di una società pubblica i cui debiti siano contratti per sostenere i cittadini, e non per pagare i mega-profitti degli amministratori!

La casta politicante è lungi dall’essersi estinta, la sua natura proteiforme ne presenta oggi aspetti tali da far rimpiangere i tempi della vituperata prima repubblica, cosiddetta. Alcuni, che proclamavano la lotta a quella casta, oggi ne sono divenuti parte sottomettendosi al sistema partitocratico che a parole avevano avversato. Noi no. Continuiamo fieramente quella battaglia, popolare e legalitaria, affinché non solo Reggio ma l’intero Paese riesca finalmente a liberarsi da questo insopportabile peso.

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