Perché per risalire bisogna toccare il fondo?
Dice un motto proverbiale. Ed è ciò che si fa con la Nigredo, o Melanosi o Putrefactio o Fase della Materia al Nero… Senza annerimento non c’è bianchezza. In un antico trattato di Ireneo Filalete, alchimista britannico del 1600 si legge:
O triste spettacolo, immagine di morte, ma quale gradito messaggio per l’artefice!
In alchimia, con la prima operazione definita Nigredo o pietra al nero, in cui tutte le sostanze devono unirsi, mescolarsi, fondersi, si dà inizio alla Grande Opera Alchemica che dovrebbe portare alla trasmutazione del metallo in oro, ovvero la pietra filosofale. In senso spirituale, la Sapienza.
Figura alchemica della trasmutazione del piombo in oro è La Gruccia, simbolo anche di Chronos, il dio che divora i suoi figli, e del pianeta Saturno.
Vuoi sapere perché i poeti sovente parlano dell’Elicona e di scalare la vetta? Posta quale monumento, in cima sta la pietra che il Padre inghiottì al posto di Giove e vomitò. Se prendi le parole così come suonano, il tuo animo è stolto. Infatti questa di Saturno è la Pietra Chimica.
(Elicona e Parnaso sono le montagne sacre alle Muse)
(Da Atalanta Fugiens di M. Maier)
Saturno– dio del tempo, è anche il Pianeta/Materia Prima di tutte le cose metalliche, per cui sovrintende alla prima operazione a cui corrispondono il colore nero, l’elemento Terra, la notte, l’inverno, la vecchiaia, la morte, la malinconia. Saturno, infatti possiede una forza centripeta da cui nascono l’asprezza, la durezza, il freddo. Il colore nero simbolicamente corrisponde al “fondo” da cui bisogna risalire attraverso l’annichilimento e la produzione di nuove sostanze, con cui si arriva alla metamorfosi della “Materia prima”, quel minerale grezzo, impuro, velenoso, appellato con il nome di Dragone Verde, ma indispensabile base per le prime operazioni della Grande Opera.
A questo proposito è bene specificare che molta confusione voluta dagli alchimisti, molto gelosi delle conoscenze acquisite, crea incertezza sul cosa sia in realtà, la materia prima: lo spiritus mundi, ovvero lo spirito universale, il fuoco segreto, che sta all’inizio di tutte le cose animate e inanimate, un fuoco non creato dall’uomo, captato dai filosofi, che rende viva la materia morta dei metalli affinché possano essere utilizzati nelle varie operazioni.
In molte raffigurazioni antiche la Terra, nutrimento dell’uomo, è rappresentata come una dea e quando trema, l’evento è visto dagli uomini come punizione divina e quando rifiuta di lavorare, come nel caso della dea Demetra che piange Proserpina, la figlia rapita, allora abbiamo il freddo e gelido inverno e il sonno della natura dove l’ombra regna sovrana suscitando una deprimente e quasi tragica atmosfera che vedrà stagliati contro un cielo grigio, degli stecchiti tronchi amputati dei rami, denudati della corteccia, senza speranza di foglie, ma l’uomo non deve temere il nero della terra, il marrone degli alberi, il grigio del cielo, questi colori indicano il riposo della Terra che verrà arata e nelle cui zolle c’è il domani. E’ anche il legame alle cose durature che donano senso pratico e razionalità, così importanti nel superamento delle difficoltà. Difficoltà che gli alchimisti oltrepassavano grazie alla fede e alla tenacia.
Simboli della Nigredo:
Il sole nero Sol Niger, corrisponde alla Nigredo, la materia al nero, in antitesi al Sole/oro immateriale, e rappresenta sempre l’inizio dell’Opus.
Dal Caos alla Luce.
Personificazione grafica della prima fase dell’Opus alchemica, era una Donna nera, Il colore allude alla Nigredo, ed alata: Le ali nere riecheggiano l’angelo caduto (Lucifero), che da celestiale diventa nero, nonché indicano la possibilità di innalzarsi in volo per raggiungere il successo dell’operazione.
Un serto di foglie le circonda il capo e allude alla Viriditasche coronerà il successo e al verde, colore della vegetazione, della vita e della speranza. ( Il verde è il colore al centro dello spettro solare e tocca in egual misura la distanza tra il cielo e le profondità della terra. )
Tra le mani portava una borsa che celava un Segreto, lo avrebbe rivelato solo a colui che fosse capace di dare risposte alle sue domande. L’Alchimia era infatti una scienza ermetica, destinata ai soli adepti. La Borsa Chiusa, oltre a contenere il Segreto,probabilmente si riempirà del simbolico oro. Il Corvo nero ola Testa di Morto sono il simbolo dell’inizio della putrefazione della materia, che sitrasformerà in Bianca Colomba.
Il Pipistrello: richiama il momento corrispondente alla notte, I
Il Poliedro spezzato o Parallelepipedo troncato, sono simboli della materia allo stato di separazione e di unione. Alludono sia alla mutilazione fisica della pietra, sia alla sfaccettatura in piani distinti e separati che vanno poi resi alla globalità della Sfera che rappresenta il punto originario di partenza,il caos. E’ da questo punto, dall’unità indistinta del Caos, che si parte per realizzare la separazione della materia individuata e scissa nelle sue componenti. Solo da questo processo di scissione si può tornare alla Unità superiore della pietra filosofale, in una ri-fusione armoniosa.
Nel dizionario di Alchimia del 1758 di Pernety, la Melancolie, è così descritta: Melancolia significa putrefazione della materia: Si è dato questo nome alla materia al nero, perché il nero ha qualcosa di triste e perché l’umore del corpo umano chiamato melanconia è considerato come bile nera e cotta che causa vapori tristi e lugubri.
L’alchimia, che si avvale di simboli materiali e immateriali, mette tra gli immateriali, l’Unione dei contrari che stabilisce Il passaggio dalla prima fase, Nigredo, alla seconda, Albedo.
Si sublima nella Figura Androgina o Rebis, il maschile ed il femminile una cosa sola, ecome nell’iride l’unione dei colori confluisce nella unità (l’Arcobaleno), così anche il quadrato diventa il Quadrato Magico: in cui i numeri confluiscono nell’unità e nell’uguaglianza della stessa cifra.
13-8-12-1
2-11-7-14
3-10-6-15-
16-5-9-4
Infatti, sommando i numeri in ogni direzione, orizzontale- verticale- diagonale, si legge sempre il numero 34
Continua…
Nadia Farina
(Nella foto un’Opera di Nadia Farina)