Sab. Nov 23rd, 2024

Il Buio Oltre La Siepe e La Capanna Dello Zio Tom due libri, due epoche, lo stesso argomento: l’odio razzista che rende l’uomo schiavo di se stesso. Libri obsoleti?  No! Purtroppo sempre attuali.

Nel 1852, un libro sconvolse l’America  “La capanna dello zio Tom”.  Non era un esempio di grande letteratura, tanto che nel secolo successivo passò nelle collane di letteratura per i ragazzi, (sic..!) ma parlava di negri, di schiavi che si ribellano alla compravendita della loro vita come se fossero cose senza valore, come se i sentimenti che legavano padri e figli, mogli e mariti, fossero semplicemente di natura bestiale. Si potevano quindi strappare affetti, dividere famiglie senza alcuna pietà…

L’idea  di questo libro era venuta ad Harriet Beecher Stowe, dopo la promulgazione di una legge iniqua che decretava la restituzione ai proprietari, degli schiavi che riuscivano a fuggire e che le punizioni fisiche inflitte loro non erano illegali. Di quel romanzo furono vendute nella seconda metà dell’ottocento, più di trecentomila copie. Un numero per quei tempi, esorbitante!!

Il presidente Abramo Lincoln che nel primo gennaio del 1863 annunciò la liberazione di tutti gli schiavi degli Stati della Confederazione, aveva  letto il romanzo di Harriet Beecher Stowe dalle forti connotazioni antischiaviste, tanto da essere ritenuto se non la causa ma uno dei motivi che aveva infiammato gli animi tanto da condurli alla guerra civile.

Si rivolse alla scrittrice americana, lo testimonia il figlio, dicendole  […“E’ lei allora, la piccola signora, che ha scatenato questa grande guerra! ] 

Certamente non fu lei o il suo romanzo a trascinare l’America in una guerra fratricida, ma ebbero il loro peso gli ideali raccontati nel libro, che scossero le coscienze di chi credeva nella giustizia e nell’uguaglianza; ma neanche la guerra bastò a dare pari dignità.  La storia dell’America o meglio, degli Stati Uniti d’America, è una storia di contraddizioni, di grandi unioni, di grandi disuguaglianze che ancora oggi persistono in alcuni stati. Assistiamo continuamente ad episodi in cui la scintilla che muove la violenza è il differente colore della pelle. Ma torniamo ai nostri libri:

Nel 1960 viene pubblicato il romanzo “Il Buio Oltre La Siepe , scritto da Harper Lee, una giovane donna figlia di un padre avvocato con idee segregazioniste , e ambientato nel 1930.

[..“ Non piangerai accorgendoti che gli uomini riducono la vita dei propri simili un inferno, specie quella dei negri, senza nemmeno riflettere un istante che sono uomini come noi!”]

[..Un  tribunale è sano in quanto è sana la giuria e una giuria è sana in quanto sono sani i membri che la compongono. Ho fiducia che voi signori, riesaminerete senza passioni le testimonianze udite [..] e restituirete l’imputato alla sua famiglia. In nome di Dio fate il vostro dovere…]

Sono questi, due momenti del libro:

“Il primo rende  l’idea del clima del romanzo, il secondo è la frase pronunciata in tribunale  da Atticus, l’avvocato difensore di Tom Robinson, un nero ingiustamente accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza bianca. La sua speranza, la sua certezza di vittoria rimane però una vana illusione:

 -“Colpevole!” Sarà il verdetto! La condanna è la pena capitale.

La giustizia, vittima di una società razzista. Una società consapevole di commettere un omicidio autorizzato, ma talmente radicata nelle sue aberranti convinzioni segregazioniste e razziste, da non sentire neanche il peso di questa colpa.  

Si potrebbe pensare allora che negli anni sessanta, poiché all’autrice per questo libro fu assegnato il premio Pulitzer, le cose in America fossero cambiate dal 1930, che i neri avessero finalmente pari leggi e dignità, che era arrivata finalmente la libertà, anche quella  dalle angherie dei pregiudizi e dalle ingiustizie sociali, da quando Il Massachusetts nel 1641 prima colonia a farlo, aveva legalizzato la schiavitù . Eppure ci vollero ancora anni di lotte e di sacrifici di martiri.

In alcuni stati del sud  il Ku Klux Klan, nato nel 1866, ancora negli anni 50, si nascondeva dietro  bianchi cappucci , incendiava case,  razziava animali e proprietà e uccideva uomini di colore, colpevoli solo di cercare di vivere normalmente.

La storia americana insegna che il percorso che porta alla libertà definitiva della persona dal diverso colore della pelle, è stato purtroppo lunghissimo e molti sono stati i caduti – da  John Brown–  a Martin Luther King –  a Malcom X – a tanti senza nome. 

Con un salto nel tempo, arriviamo al 2008, l’anno della nomina incredibile, quasi miracolosa di Barack Obama a Presidente degli Stati Uniti.. Eppure sono passati solo cinquanta anni da quando Obama ricorda che [.. a mia nonna non era permesso sedere dove sedevano i bianchi.!] Ma se l’America nomina un presidente nero, allora vuol dire che è diventata a tutti gli effetti una nazione civile!  La schiavitù dovrebbe essere stata sconfitta, in America e nel mondo, ed invece, sappiamo quanto il concetto di schiavitù  persista in tanti che non vogliamo definire uomini, ancora carichi di odio, pregiudizio razziale e morale.“La Capanna dello Zio Tom” e “Il Buio Oltre La Siepe” tradotti poi in film, hanno commosso, scosso, insegnato, mostrato a chi non sapeva o nascondeva la testa sotto la sabbia, una realtà che doveva cambiare.

Purtroppo  però, la storia non insegna nulla: guerra, razzismo, violenza, ingiustizie sociali e non, continuano ad alimentarsi di sé stesse, si autoproducono, ricordano l’Idra di Lerna, il mitico mostro dalle nove teste da cui ricrescevano due ogni volta che una veniva tagliata,  ma che poté finalmente essere ucciso da Ercole con un masso che lo schiacciò definitivamente. Nel mondo reale non è ancora nato un Ercole, ma per fortuna ogni tanto nasce una piccola donna che a volte riesce a far cambiare le cose del mondo, anche quando la storia sembra fare giganteschi passi indietro.

Nadia Farina

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