E’ necessario e doveroso che un filosofo conosca il principio e la fine di quel che esamina. Non è l’inizio che dà il filosofo, ma è la fine che dà il Maestro. (Paracelso- medico alchimista del “500)
Poiché diverse volte viene ricordato nell’ambito di questo lavoro che tenta di indagare il misterioso percorso alchemico, sarà opportuno soffermarsi, prima di continuare, su un personaggio emblematico Paracelso, Theophrast von Hohenheim, medico tedesco del 1500, mistico, chimico, alchimista, ricercatore, filosofo della natura, che ci aiuterà a scoprire, attraverso i suoi innumerevoli scritti, il significato delle parole, come elementi, sostanze, agenti, Macrocosmo, Microcosmo, ed avere così una chiave di lettura per comprendere se non tutta, cosa volutamente impossibile, La grande Opera dell’Alchimia.
Secondo Paracelso, medico e alchimista del “500, tutto ciò che esiste, quindi l’edificio del Cosmo, è formato da tre sostanze: Sale – Mercurio – Zolfo, e da quattro elementi: Aria – Acqua – Terra – Fuoco
La materia prima si associa poi alle quattro qualità di Secco – Freddo – Umido – Caldo
Acqua (verde) – Il delfino è il simbolo dell’acqua
Aria (gialla) – L’aquila è il simbolo dell’aria – Sublimazione della materia- Ovvero il passaggio dal fisso al volatile. L’aquila sarebbe in grado di guardare il sole in faccia: metafora della illuminazione divina.
Terra (azzurra)– L’uomo è il simbolo della terra.
Una curiosità: Yves Klein, pittore e moderno alchimista, sognando di guarire il mondo, impregnando di immateriale blu il vuoto, affinché si riempisse di significati trascendenti e superasse i limiti dell’opera pittorica, nel 1957 dipinse con l’intuizione a volte preveggente degli artisti, “Globo terrestre blu.”
Morì un anno dopo che Yurij Gagarin pronunciasse nel 1961, parole rimaste famose:
”La terra, vista dallo spazio, è azzurra”.
E per le stesse misteriose ragioni, anche Paracelso, geniale precursore di nuove verità e ipotesi scientifiche, nel 1500 aveva definito azzurra la terra, uno dei quattro elementi del cosmo.
Fuoco (rosso) – La Fenice è il simbolo del fuoco. Il sangue di Gesù, linfa vitale, diventa fiamma nello Spirito Santo. Una fiamma da attraversare, vivida ma tenera, ardente ma non bruciante, forte senza prepotenza. Un fuoco come aria, un’aria come fuoco. Simbolo della forza vitale, della capacità creativa, dell’illuminazione.
“Dio fece inizialmente tutte le creature del Cielo e della terra, il giorno e la notte, tutti gli elementi e tutti gli animali, e alla fine, quando già tutto fu creato, e non v’era più bisogno di nulla, creò l’uomo. A proposito della Creazione, bisogna ricordare due cose: La prima, che ogni cosa fu creata dal nulla, unicamente con la parola, eccezione fatta solo per l’uomo che Egli creò da una massa, un corpo, una sostanza, l’uomo quindi fu fatto dai quattro elementi; egli è una massa che deriva dal Macrocosmo, il suo corpo deriva dal mondo e di questo dovrà perciò nutrirsi: prendendo dalla terra il cibo, dall’acqua la bevanda, dal fuoco il calore, dall’aria il respiro. La sola differenza tra Microcosmo e Macrocosmo, è che l’uomo è creato in altra forma, in altra immagine, ma contiene in sé la terra che è carne, l’acqua che è sangue, il fuoco che è calore, l’aria che è balsamo e il quinto elemento: la Quintessenza, la sensibilità, poiché animato con lo spirito.”
(la Quintessenza infatti, rappresenta secondo la concezione alchemica, lo spirito puramente immateriale del mondo. Essenza perfetta o Perfezione. Misterioso principio in sospensione nell’aria.
Per rappresentare tali elementi si incontrano tutti i colori: Blu/essenza – Rosso/Dio Padre nello Splendore del fuoco – Verde/vita- Giallo/il Figlio- Bianco/splendore della Maestà divina.
Graficamente si illustravano con il Pentagramma: (la stella cinque punte – simbolo di perfezione. Completato dal cerchio: il Pentacolo.
Alla Creazione del mondo, quando la prima materia del mondo era solo un caos unito, ebbe inizio la prima separazione dei quattro elementi. Iddio fece da questo caos il mondo maggiore, separato e diviso in quattro elementi diversi, e cioè, nel fuoco, nell’aria, nell’acqua e nella terra. Il fuoco era la parte calda del macrocosmo, l’aria fredda, l’acqua umida e la terra, quella secca.
Paracelso, affermava che esisteva una somiglianza tra elementi diversi che dimostravano attraverso ciò che chiamava segnatura, una segreta corrispondenza. La noce ad esempio, riproduce il cranio con il suo guscio, ed il gheriglio è identico al cervello, ricoperto da una membrana che somiglia alle meningi. La noce quindi, è adatta a guarire le malattie del capo.
“Lo spirito dell’uomo va alimentato e dissetato allo stesso modo del corpo, deve mantenere integro l’uno e l’altro, ma poiché è stato creato ad immagine di Dio, ma non dal nutrimento divino, bensì da quello elementare ( I quattro elementi) l’uomo si deve avvalere dell’aiuto degli astri.
Ogni uomo, nasce, sotto una diversa costellazione, ragione per la quale l’uno è diverso dall’altro, e sarà l’Astronomia, a guidarne la strada. Sebbene Iddio avesse potuto creare l’uomo dal nulla con una parola: Fiat!, egli volle crearlo nella natura, lasciandolo alla natura, sottoponendolo alla natura come un figlio da una parte e rendendolo superiore alla natura come un padre, dall’altra parte. Ecco perché , fatto di polvere e cenere, alla polvere e cenere deve tornare”.
Sette sono i pianeti del cosmo medioevale a cui corrispondono i sette metalli. (Sole/oro-Luna/Argento-Marte/Ferro- Mercurio/Argentovivo- Giove/Stagno- Saturno/Piombo- Venere/Rame-)
Gli alchimisti quindi non potevano esimersi dal sentire l’influenza degli astri, ma Paracelso fu il primo ad ipotizzare che la malattia veniva generata dalla mancanza o dall’eccesso di uno o più sostanze presenti nel corpo e di cui è composto. Tantissime sono ancora le analogie… Forse, ispiratore della Omeopatia.
( in corsivo: Parole di Paracelso tratte da il Tesoro dei Tesori- Brancato editore)
Continua…
Nadia farina- Nella foto “Macrocosmo e Microcosmo” un’Opera di Nadia Farina