Il Fatto Quotidiano l’latro ieri ha raccontato che a Roma è avvenuto un incontro a porte chiuse organizzato da Ernst&Young Italia e rivolto ai suoi clienti italiani nel quale il ministro della difesa Crosetto, invitato a parlare ad un pubblico ristretto e selezionato, non alla massa degli italiani, avrebbe affermato che:
1. la vittoria di Trump alle presidenziali di novembre è cosa più che sicura, che non ci sarà nulla da fare per Biden;
2. che nella guerra russo-ucraina, Kiev nel corso di quest’anno capitolerà definitivamente e dopo Putin si sentirà abbastanza forte da tentare altre invasioni o attacchi contro Estonia e Lituania il che porterebbe allo scontro diretto con la NATO poiché i 2 paesi baltici ne fanno parte dal 2004;
3. la Cina, sempre più irritata dal nuovo governo indipendentista, separatista e filo americano di Taiwan, passerà all’uso della forza;
4. per il medio oriente per ora non si vede nessuna soluzione se non un allargamento del conflitto.
Conclusione del ministro Crosetto, l’Italia per non rimanere vaso di coccio tra vasi di ferro dovrebbe progressivamente disimpegnarsi da ogni sostegno militare e porsi in una posizione neutrale.
Ora quello che penso io. Ad un incontro del genere Crosetto non va a dire quello che pensa, ma va a dire quello che gli hanno detto che deve comunicare per guidare gli imprenditori Italiani. Qual è l’obiettivo? Fare capire alle imprese italiane che hanno delocalizzato in Asia, in Medio Oriente, in Russia, che è ora di tornare a casa, perché il mondo globalizzato sta finendo. Gli USA non saranno più i difensori del mondo globalizzato. Bisogna ritornare a casa e ricostruire le filiere a partire da casa nostra. È un momento in cui loro (grandi imprese italiane) hanno finito di guadagnare e bisogna ricominciare ad investire qui da noi. Questo può anche essere positivo per le classi economiche più basse a cui saranno offerti nuovi lavori e impegni. Speriamo.
Lalla Maria Laura Mantovani