Gio. Nov 21st, 2024

La fotografia istantanea che ritrae un soldato dell’esercito repubblicano colpito a morte da un proiettile sparato dai franchisti durante la guerra civile spagnola del 1936 rese famoso il fotografo ungherese Endre Ernő Friedmann (Robert Capa). La foto è stata al centro di una lunga diatriba in merito alla sua presunta non autenticità sino a quando nel 1971 la rivista “Fotografia Italiana”, dedicando un numero alla “concerned”, ovvero all’istantanea impegnata a “dimostrare la verità”, annotava con qualche imbarazzo un falso subito evidente dallo sviluppo della pellicola che mostrava una fotografia successiva della stessa serie nella quale il miliziano resuscita e festeggia insieme ai compagni la “conquista della trincea al nemico”, ma ciò non deve sminuire il lavoro del fotoreporter che insieme ai lettori di cui sfrutta la buona fede è vittima degli apparati di informazione visiva. Capa morì nel 1954 durante la guerra in Indocina, mentre in quella di Spagna aveva perso la propria mogli e compagna di lavoro…

Le immagini oggi sulla rete catturano maggiormente l’attenzione se appaiono sempre più sbalorditive: decapitazioni e pornografia attraggono da sempre un vasto pubblico, ma quali verità si nascondo dietro simili visioni è un mistero che pochi conoscono. Si parla per immagini perché si è sempre più presi dalla voglia di scattare che di documentare, rendendo così la fotografia un’icona priva di ogni contenuto.

Sin dalla sua nascita si  è attribuita alla fotografia un’aura di verità, quello che è catturato dall’obiettivo è ciò che vede l’occhio, è una prova visibile del vissuto, l’istantanea a tal uopo fu una grande conquista del procedimento fotografico in quanto permette di scattare una fotografia in una frazione di secondo, la velocità dello scatto nella concezione comune della fotografia non permette la creazione di immagini artefatte, stranamente l’istantanea venne sin da subito sfruttata dalla pubblicità (ingannevole) o come prova delle corna, oggi invece è la testimonianza di ogni secondo delle nostre vite: in vacanza, durante feste e incontri celebri, insomma una prova di verità assoluta facilmente riproducibile da tutti (anche il telefono scatta fotografie!), basta premere un bottone ora neanche più quello e non vi è più differenza tra verità e finzione, così passano sotto i nostri occhi le immagini della decapitazione di un giornalista accanto a quelle delle vacanze di Belen. A chi chiedeva spiegazioni Capa rispondeva: “Per scattare foto in Spagna non servono trucchi, non occorre mettere in posa. Le immagini sono lì, basta scattarle. La miglior foto, la miglior propaganda, è la verità.”

Antonio Aiaccio

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