Mar. Dic 3rd, 2024

Non saranno certo le mie parole a cambiare il mondo, né tantomeno il corso delle cose, né penso che aggiungere gocce di delusione, di indignazione, di infinita tristezza, possa far cambiare una società fuori controllo, ma la mia natura è riflettere sulle cose, sugli eventi e sugli avvenimenti, riflettere in buona fede semplicemente sulla logica. Il male ed il bene si contagiano, come sostengo da anni, ma mentre il male sviluppa male, il bene contagia senza controindicazioni. I mali della società sono ormai infiniti, e non tocca a me analizzarli e cercarne l’origine, compito che lascio a chi di queste cose si occupa. Ma mi sia permesso dire la mia su quello che ritengo uno dei mali, ripubblicando un articolo di più di dieci anni fa e poi ripetuto nel tempo a più riprese, dove cambiano i nomi e i luoghi, ma non la sostanza dei fatti.

 “Uccisa Giulia, un’altra povera ragazza, vittima innocente”- “Ancora un atto di feroce femminicidio,  “Un altro stupro,  vittima una quindicenne”  Un’altra violenza di gruppo, “Ancora una strage”…

Questi, alcuni titoli dei servizi televisivi, vuoi-  Rai-  Mediaset-  La 7 o di qualunque canale televisivo.

“Ma… ci fermiamo un attimo, restate con noi: Pubblicità!

E noi  restiamo per capire cosa è successo.

Straziate e dolorose, arrabbiate, incredule,  le parole dei parenti delle vittime, che ne delineano vite,  ricchezza di ideali e di progetti, tutti da vivere.

Ritornando dunque alle trasmissioni televisive, tra lucide considerazioni e lacrime di autentico dolore, in momenti in cui si grida senza volgarità da più parti, un:- Basta!- alla violenza, all’indifferenza, al disprezzo della vita umana, la voce del giornalista,  di qualsivoglia rete, fino a quel momento concitata e partecipe, impone una brusca frenata al coinvolgimento emotivo e alla  riflessione degli spettatori, mandando la pubblicità.

Come dire “Ci siamo arrabbiati, abbiamo pianto, ora ci fermiamo un attimo per parlarvi di dentifricio, detersivo, spaghetti al dente, ma torniamo subito, state con noi,  per ri-piangere e ri-arrabbiarci.”

Parole come principi, valori, rispetto, vengono propinate da tutti, dal politico all’opinionista di nuova nomina, dal religioso al laico,nell’articolo di fondo del direttore di un giornaleedinqualunque intervista.

 Ma quale rispetto e rispetto, se un dentifricio o un sapone valgono più del basta alla violenza, con una pubblicità che entra a gamba tesa, e ormai in modo sempre più selvaggio.  Non c’è dramma, dolore, orrore, che non venga appiattito dalla pubblicità! C’è sempre stata, inutile negarlo, ma oggi viene prima di qualunque orripilante notizia! E se la pubblicità è così importante, che valore può mai avere l’uomo? Al dolore non si dà il tempo di entrare nell’anima. E così nasce lentamente  in modo subliminale, una società insensibile e indifferente!

Non devo essere io a ricordare Mitridate, che per paura di essere avvelenato assumeva una piccola quantità di veleno tutti i giorni, per potersene assuefare. Ebbene noi moriremo di rabbia e di dolore. Assumiamo gocce di veleno quotidianamente e senza accorgercene, ci stiamo ammalando di vita! e così passiamo superficiali e indifferenti.

E adesso, senza pausa alcuna :“PUBBLICITA’

-“Rispettiamo i morti dando giustizia!”- Dicevano

–  “Rispettiamo i morti!

Dopo la pubblicità.

Nadia Farina

c’è modo e modo...

Pubblicato il 11 marzo 2014 da Nadia Farina

A proposito degli ultimi avvenimenti. Qualche tempo fa ho sentito un filosofo? un sociologo?, non ricordo bene, quello che so è che era uno studioso dei comportamenti umani e sosteneva che il grande rilievo che si dà ad alcune notizie efferate, creano in persone dall’animo debole e fragile, una sorta di emulazione difficile da controllare…… So benissimo che le notizie non vanno censurate ma anche riversarle sulla gente come un torrente in piena, con dovizia di particolari e continuamente ripetute……………… suicidi, omicidi… Non viene il dubbio che se ne parli troppo e male?

In seguito ad alcuni commenti, queste le mie considerazioni che riscrivo a futura memoria:

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Quello che è troppo è troppo, e noi, persone di buona volontà, anche se siamo in tanti, siamo troppo pochi. Quello che secondo me bisogna fare, è non smettere di ribellarsi. Mai- Giovanni Paolo II diceva che la libertà è un dono, ma si conquista con la lotta! io non credo assolutamente che non serva a nulla reagire !Sono una idealista, una sognatrice? io continuerò finchè avrò vita e fiato in gola e parole nella penna, a ribellarmi!

(In copertina Foto di Mitridate)

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