Sono le otto del mattino, fa ancora caldo, ma dalla finestra che dà a Nord, arriva un soffio di brezza leggera. Mi sporgo sul davanzale e guardo. Poche le persone, poche le macchine. Una ragazza, infradito e borsa mare, che parla al cellulare; un ragazzo in bici, una mano sul manubrio, l’altra al cellulare; una giovane signora con borsa professionale, tacco alto, come farà a quest’ora, un lungo filo che le pende dalle orecchie e… cellulare in mano, due ragazzini abbracciati ciascuno con lo sguardo sul proprio smartphone . Nelle auto passano tutti manager, immagino, con una mano sul volante e l’altra che tiene appoggiato all’orecchio un cellulare.
Fuori tempo e fuori luogo, una vecchietta si trascina con fatica. Ha una busta in una mano, presumo quella del pane e un bastone nell’altra. L’unica che pare non avere bisogno di comunicare nulla al mondo. Ma quella busta del pane dice che qualcuno l’aspetta e lei lo sa senza bisogno di telefonare..
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I rumori sempre gli stessi, il camion che fa tremare l’asfalto, le auto sfrecciano lontane in una scia evanescente, riesco a vedere una lunga striscia multicolore su un nastro grigio, dove andranno poi, così di corsa?. Il treno fischia il suo prossimo arrivo alla stazione, il cagnolino abbaia con fare insistente fino allo sfinimento. Qualcuno sta annaffiando. Il gorgoglio dell’acqua rinfresca l’aria ed il pensiero. Un profumo di caffè solletica il naso e allevia quel perdurante e rassicurante dolore mattiniero.
Un segno della croce e si ricomincia. I rumori sempre uguali, la giornata? Mai uguale a se stessa:
Facciamo colazione insieme
Insieme facciamo colazione
Colazione insieme facciamo
E la giornata prende una piega inaspettata: Storie diverse, apparentemente uguali…per cominciare un giorno nuovo.
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Disse il cielo alla nuvola, io ti accolgo perché servi anche tu, ma non esagerare, non coprire il sole per troppo tempo, non vorrei che si stancasse di aspettare e non uscisse più-
- Ma cosa dici,- rispose la nuvola, il sole non potrà mai nascondersi per troppo tempo, io gli permetto solo di riposarsi ogni tanto!
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Tra le sponde del piangere e del ridere, passa il fiume Vivere, a volte calmo a volte impetuoso, a volte canta scivolando sui sassi, a volte si rovescia in piccole o grandi cascate, ma è sempre acqua che passa…
Nadia Farina