Cosa è Il tempo? Un’ipotesi, un’idea, un profumo, qualcosa di indefinito, un luogo imprecisato? Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Da Proust ad Einstein, da Carlo Rovelli a Sant’Agostino ma non solo… Anche per noi umili artigiani dell’intelletto, il tempo, il suo significato e ciò che intrinsecamente lo rappresenta è sempre stato un oggetto di studio, riflessione e contemplazione. Nadia Farina, che sia dal punto di vista artistico, sia da quello intellettuale, si è da sempre dedicata a questo tema tanto controverso quanto astruso, oggi si sta impegnando nella stesura di un romanzo dedicato soprattutto al tempo. Il volume è ancora in corso di stesura ma Farina ci dà l’esclusiva per pubblicare alcuni suoi pensieri i nuclei intorno ai quali si andrà a strutturare il suo nuovo lavoro.
Antimo Pappadia (Direttore responsabile)
Mi ha sempre affascinato il tempo. Ne ho scritto, gli ho dedicato molte opere, ne ho amato il fluire, il passare, e poi mi sono imbattuta nell’opera di Carlo Rovelli il fisico che proprio a questo argomento ha dedicato gran parte delle sue ricerche. Quello che mi ha confortato è lo scoprire che tante mie intuizioni, trasformate in parole ma soprattutto in quadri e ancora di più in titoli degli stessi, a volte paradossali, a volte ermetici, altre volte ancora di disarmante chiarezza, solo per me, lo ammetto, hanno trovato nelle spiegazioni di Rovelli, una risposta chiara ed esauriente. Ho scoperto che il tempo è relativo a ciascuno, che il presente globale ed uguale per tutti non esiste, che ciascuno ha una Madeleine che come Proust lo ha condotto alla ricerca del passato, un passato che lascia tracce di memoria sulle quali camminiamo, senza le quali non saremmo se non fossimo stati. La nostra consapevolezza del tempo e qui Rovelli cita Sant’Agostino, “è fondata sulla memoria e sulla anticipazione. E’ così infatti che nasce la musica, le note sono tenute insieme da qualcosa che è ciò, che per noi è il tempo”.
- Non esiste filosofo, teologo, matematico, fisico, scrittore di fantascienza, santo, poeta, pescatore o contadino… che non abbia elaborato una sua idea del tempo. L’ieri l’oggi il domani e anche l’aldilà sono concetti golosi per chi vive il tempo come qualcosa di tangibile, come qualcosa da esplorare. Il tempo come Atlantide, da Platone in poi, ciascuno la posiziona in un luogo pur sempre misterioso. L’Archeologia spaziale invita gli appassionati ad addentrarsi nel “Cera una volta il futuro”. In realtà nessuno può affermare con certezza cosa sia il tempo. E’ una semplice ipotesi? O è invece una realtà per chi afferma di viaggiare nel tempo? La verità è che nessuno può dimostrarlo. Einstein ci dice che viviamo in uno spazio occupato da tanti noi che vivono diversi momenti del tempo. Personalmente credo che quando un dubbio mi assale su ciò che intendo fare nel futuro, penso che c’è da qualche parte una Nadia che vuole mettermi sull’avviso, poiché quel momento lo ha già vissuto. Poi qualcuno chiamerà istinto ciò che dico, a me basta per mettere in discussione le mie scelte e farmi meditare.
Bene… quante parole e tante altre sarebbero da dire, per arrivare a cosa? Al fatto che quando si ha la coscienza del tempo, questo in realtà si dilata o si rimpicciolisce a seconda del valore che diamo alla gioia e al dolore.
Dal libro:
Zaira:
- Cosa è Il tempo?
- Un’ipotesi, è un’idea, un profumo, qualcosa di indefinito, un luogo imprecisato, forse, una illusione, è quell’ora che per te precede la sera ma che non è più pomeriggio, quell’ora che come il presente, appartiene al passato mentre lo dici e al futuro quando lo pensi. E’ come l’arcobaleno, ti illudi di sapere dove nasce e dove muore, ma non lo troverai mai se cerchi di raggiungerlo. Ed è un labirinto in cui bisogna camminare per tentare di trovare l’uscita.
Zaira, in questo peregrinare hai preso coscienza del tuo tempo, perché nessuno può vivere il tempo di un altro neanche due fratelli siamesi, comunque penserebbero ciascuno a suo modo e ciascuno potrebbe trovare un sentire inaspettato vivendo il tempo in modo diverso pur nella stessa condizione. Uno dei due fratelli potrebbe vivere il legame come una prigionia, l’altro come l’opportunità di una condizione eccezionale e questo sentire dilaterebbe il tempo per chi vive una costrizione, non così per l’altro. Ecco che il tempo, uguale per tutti e due, si trasforma nella gioia o nella fatica, si allunga e si accorcia come un elastico a seconda del valore che dai alla gioia e al dolore e lo trasforma in un maestro di vita da cui ogni giorno puoi imparare, e l’ieri e l’oggi non ti appariranno certi ed assoluti, e il domani entrerà dentro di te in modo subliminale ed inconsapevole. Pensare in questi termini ti solleverà dal suo peso, perché potrai trasformarlo, fartelo amico. Dagli errori e dai successi del passato, di quello credi essere il tuo passato, potrai arrivare al confine e poi tornare al punto di partenza per poter sempre meglio ricominciare. “
Nadia Farina
La foto è di Nadia Farina – La clessidra rovesciata