Gio. Nov 21st, 2024

Silvio Berlusconi ha vissuto molte vite, ognuna di queste intensamente, rumorosamente. Ha attraversato la storia d’Italia sotto differenti vesti, ogni volta lasciando solchi profondi, provocando scossoni.

Solo uomini meschini, accecati dal livore inutile, dal rancore rancido tardivo, fuori tempo massimo, oggi possono godere, esultare per la morte di un avversario senza riconoscerne la statura.

Silvio Berlusconi sapeva annusare l’aria, poggiare l’orecchio sulla terra per capire come l’Italia stesse cambiando, quali pulsioni ribollissero nella pancia del Paese. E ogni volta, prima da imprenditore e poi da politico, ha saputo trarne vantaggio e consenso.

Ha dato forma e sostanza alle aspirazioni, individualistiche ed edonistiche, che negli Ottanta sostituirono i miti collettivistici dei Sessanta e dei Settanta. L’ha fatto trasformandosi da imprenditore edile a imprenditore della comunicazione e della televisione commerciale, stato nascente. Scommettendo tra i primi sul mondo fatato e farlocco della e delle pubblicità.

Onnivoro, si è cibato di tutto ciò che cresceva spontaneamente nella cultura e nella sottocultura, senza essere valutato dai circuiti blasonati, e l’ha riproposto, dopo averlo digerito, come cibo succulento per generazioni di telespettatori.

La sua “discesa in campo”, il suo ingresso in politica, è forse l’unica mossa del cavallo degli ultimi decenni. Fonda un partito, dal nulla, a partire dalla sua rete di venditori, ingloba pezzi di partiti e culture politiche della Prima Repubblica che erano stati espulsi, messi all’indice, destinati al rogo dalla stagione di Mani pulite. Fa alleare il suo partito, paradosso, con due tra i collettivi più giustizialisti sulla piazza (leghisti e postfascisti), e vince le elezioni.

La Seconda Repubblica è stata, per gran parte, scontro tra Berlusconiani e Antiberlusconiani. La terza Repubblica, mai dichiarata ma nei fatti nata con il M5S, nasce all’insegna del doppio attacco a Berlusconi e al centrosinistra,Pdl e Pd-L. Ergo ancora una volta è figlia di Berlusconi.

Il berlusconismo è una miscela stramba, eterodossa: laissez faire, ma venato di paternalismo;  polemiche contro le tasse, ma anche parole d’ordine per innalzare pensioni basse; un conservatorismo dal fatale destino di aver innovato quasi tutto; una politica estera fondata più su relazioni personali che su una chiara collocazione geopolitica; la creazione, o il prestito, di una categoria onnicomprensiva di avversari, i comunisti; la conduzione padronale del partito e, ove possibile, dello schieramento.

Le vicende, o vicissitudini, giudiziarie ne hanno rafforzato, o costruito, un profilo garantista e di polemiche contro le invasioni di campo della magistratura. Per un Paese che canta l’inno solo durante i mondiali, non trascurabile, anzi essenziale, il ruolo come patriarca del Milan. Non si contano libri, biografie, film su Berlusconi.

Non lascia eredi politici, come Crono ha divorato i propri figli, e figliocci, politici per non essere spodestato.

Tante vite, ma anche per chi ha vissuto tanto e intensamente giunge l’ultimo respiro, arriva la morte che scioglie le ginocchia.

Alessandro Porcelluzzi

Un pensiero su “L’ultimo respiro spegne le molte vite di Silvio Berlusconi”

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