La stipsi (o stitichezza) non è una malattia ma un disturbo. Trattasi di un sintomo che riguarda la defecazione e le difficoltà che ha l’intestino di svuotarsi. La frequenza fisiologica regolare di un essere umano adulto corrisponde da un minimo di tre volte a settimana ad un massimo di due/tre volte al giorno.
La stitichezza colpisce circa 13 milioni di italiani, più di due su tre sono donne. Tra le cause più frequenti di costipazione ricordiamo la carenza di fibre nella dieta, scarsa attività fisica, abusi di lassativi, problematiche psicosomatiche. La stitichezza viene diagnosticata quando, in mancanza di uno stimolo spontaneo alla defecazione, sono necessari grandi sforzi, i quali, non sono sempre compensati da risultati soddisfacenti e sono accompagnati o seguiti da dolori addominali. Le feci si presentano dure, secche e difficili da eliminare, e lo sforzo che il soggetto compie per espletarle, favorisce la comparsa di emorroidi e fistoli anali.
Le errate abitudini di vita non sono tuttavia l’unico fattore di rischio, spesso all’origine della stitichezza vi sono problemi ben più importanti tra queste ricordiamo il prolasso della parte terminale dell’intestino. Ci sono inoltre altre svariate cause che possono alterare la funzionalità dell’intestino come il diabete, l’ipotiroidismo, sbalzi ormonali, malattie neurologiche, Morbo di Parkinson ecc.,
Qualora gli specialisti avessero scongiurato tutte le cause organiche, la stitichezza può essere curata con un adeguato apporto di fibre nella dieta (ad esempio mangiando molta frutta e verdura) , bevendo tanta acqua e facendo esercizio fisico. Un suggerimento che non tutti i medici danno ma che risulta fondamentale per combattere la stitichezza è quello di espletare sempre i bisogni fisiologici quando ne si avverte lo stimolo. Come dice il bravissimo gastroenterologo Paolo Rossi “Rispondente sempre alla chiamata dell’intestino perché trattasi di un –cliente-permaloso”
Redazione (Comitato scientifico)