Carissima Amica mia,
ieri mi hai chiesto le mie parole sull’amicizia. Ti ho risposto, che le avrei scritte subito e te le avrei inviate. Ma quel subito è diventato un macigno da smuovere. Eppure mi sembrava così facile scrivere due parole sul valore dell’amicizia. Quando ho cercato di mettere insieme i pensieri, mi sono resa conto che non sapevo da dove partire per definire un sentimento così importante. Poi…ho cominciato da te: Sì proprio da te. Ci siamo conosciute venti anni fa, frequentate intensamente per qualche tempo, poi, esigenze della vita ti hanno portato lontano, non lontanissimo, ma comunque non raggiungibile nello spazio di pochi minuti.
Oggi ci sentiamo con una frequenza infrequente, la frequenza che nasce dal pensiero, dal sottile telepatico filo che ci fa chiamare, non sappiamo come e perché, all’improvviso. Una telefonata che giunge in modo reciproco per te e per me. Posso allora, dirti amica? Quella con la Maiuscola? Io penso di sì e non soltanto perché so che ci sei, e tu sai che ci sono, semplicemente perché siamo Vicine con il cuore, con il pensiero, col desiderio di sentire, io la tua voce, e tu la mia. Siamo Amiche perché ti voglio bene in modo irragionevole, un bene senza compromessi, retro pensieri, tu con le tue idee, io con le mie, diverse eppure così simili da non avere timore di esprimerle, con la certezza della pulizia del tuo cuore e della tua mente.
Posso dire che un amico non ti tradirebbe mai? No, non credo che l’amicizia si basi sulla fedeltà. San Pietro rinnegò Gesù, eppure l’amava, ed è diventato il capostipite della nostra Chiesa. Io credo che si basi sulla capacità di sapersi incontrare a metà strada fidando, questo sì, che se su questa strada si apre un crepaccio, l’amico troverà sempre qualcosa che possa aiutarlo a costruire un ponte su cui si possa passare.
Dicevo, che ho smosso un macigno, e quel macigno è la mia vita. Ho rivisto grazie alla tua domanda, tutte le amiche e gli amici che di questa vita fanno e hanno fatto parte e di cui alcuni oggi non sono più partecipi. Vuoi volontariamente, vuoi perché il Cielo li ha chiamati troppo presto. Ma … erano tutti amici/amiche veri? Lo erano per definizione, ma lo erano in base alla poliedricità del mio essere. Un prisma di ogni lato del mio carattere, un pezzetto di me che è stato calamitato dal pezzetto del prisma dell’altro. Ho amato le mie amiche e i miei amici. Non sempre hanno risposto ai desideri del mio cuore ma avere fede nell’affetto, che ha surclassato anche il difetto, mi ha reso certa che l’amicizia sia un valore irrinunciabile a cui tento di dare senza chiedere nulla in cambio. Non la fedeltà quindi, ma l’affidabilità, non il comune uguale sentire, ma lo stesso desiderio di comprendersi, non la quotidianità, ma l’improvviso pensiero con la certezza che sia ricambiato.
Non so se ti ho risposto senza deludere la tua aspettativa. Forse, come nell’amore ciò che conta è amarsi, nell’amicizia conta il volersi bene. Semplicemente, amore ed affetto, due sentimenti indefinibili che rendono ciascuno di noi, un valore per l’altro. Camminare insieme su una strada comune, fare lo stesso percorso, portando ciascuno la sua valigia, scambiarsela ogni tanto, cosa che non faremmo mai con una se pur…buona conoscenza. Questa è Amicizia per me. Il bene per te è prezioso anche per me.
Nadia Farina