Gio. Nov 21st, 2024

Fin dal suo apparire nel mondo, l’uomo ha avuto bisogno di stigmatizzare il suo tempo con quelli che da tradizioni individuali, piccole scaramanzie personali, sono poi diventati riti. Il Compleanno, l’onomastico, e poi via via, le feste comandate, Pasqua, Natale, nate dal paganesimo e diventate poi cristiane, ed ancora, Carnevale ed altre ancora… sono per l’essere umano, un modo per mettere dei paletti “ Prima di — Dopo di…” Un modo per ricordare, per far ricordare, comunicandolo, momenti della vita che trascorre con un tempo veloce senza tregua. Ricordare, il mondo ha necessità di ricordare, senza la memoria, nulla avrebbe significato. Chi crede in una vita precedente o al contrario in quella successiva, non si ferma ai riti. Li ha già vissuti o li vivrà, ma noi esseri umani presenti in questa vita, abbiamo invece bisogno di riti. Perché alla fine, ci facciamo gli auguri? Perché è un modo per dimostrare amore, sia che sia apprezzato sia che non lo sia. Per dire” Ti ho pensato” .

In ogni luogo del mondo si celebrano i riti secondo le usanze e la mentalità, secondo il credo religioso, ma sono imprescindibili all’essere umano. Diventano una connotazione di un Paese, di un modo di essere.  Un esempio?: Il delle cinque in Inghilterra, il Mate del pomeriggio in Argentina, certe Canzoni che si cantano solo a Natale, certi dolci che potrebbero essere mangiati tutto l’anno, e invece si cucinano, si gustano, solo in un determinato giorno. Per anni ho rifiutato di acquistare i commercialissimi ovetti perché avrebbero tolto importanza alle uova di Pasqua, dense di significato simbolico. Comprare addobbi natalizi a ottobre,  avrebbe per me, tolto il senso profondo di una gioia da condividere solo in un certo periodo, e via ancora con altri esempi che mi sembra inutile citare.

Purtroppo non c’è più tempo, tempo che sembra scorrere più veloce di un tempo, mi si perdoni il gioco di parole, per soffermarsi sul valore simbolico dei riti. La globalizzazione, la speculazione commerciale, e forse, una accresciuta mancanza di sensibilità, nata anche dalla pubblicità selvaggia che interrompe emozioni ed attenzione, ( una battaglia la mia, che non mi stancherò di combattere) hanno portato l’uomo a credere di non averne più bisogno. Tutto o quasi sembra avere perso il suo significato, il suo valore. Il mondo va avanti, mi si obbietterà, il tempo corre veloce, ci sono mille cose da fare, semplifichiamo… Semplificando semplificando, mi sembra che l’uomo cerchi solo in sé, la sua ragione d’essere. Non è davvero troppo poco perché la vita abbia il suo vero senso?. Manteniamo i riti, quelli che ci fanno pensare alle persone care, ai momenti che una volta trascorsi, sono diventati i mattoni che costruiscono la persona. Manteniamoli con fiducia, con forza, amiamoli. Sono i mattoni di cui siamo fatti.

Nadia Farina

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