Miti e leggende, fiabe favole e tradizioni si intersecano nella vita di tutti i giorni al di là della nostra stessa consapevolezza, con i riti che toccano particolari eventi. Senza voler ripercorrere le origini di tutto ciò che è comunque parte della nostra storia, ci occupiamo in questo caso, dei simboli della Quaresima e della Pasqua.
Sarà il caso di sottolineare che come quasi tutti i riti che coinvolgono gli eventi cristiani, questi hanno origini antichissime che si perdono nella notte dei tempi e affondano le radici nel mondo pagano degli dei e delle superstizioni e, delle somiglianze tra i riti cristiani e quelli pagani, come scrive Simone Weil, si potrebbe parlare come di un antico testamento che avrebbe illuminato e purificato la Rivelazione del Cristo.
Facendo un salto nel tempo, arriviamo agli Ebrei che avevano una festa che si chiamava Pesah, per celebrare l’avvento della primavera il cui simbolo per eccellenza è IL RAMO DI PESCO… Pesah, significa anche Saltare oltre e ricorda che l’angelo della morte, saltò oltre, oltrepassando le case degli israeliti che erano state dipinte di rosso con il sangue degli agnelli per permettere la fuga degli ebrei dall’Egitto.
GLI AGNELLI divennero così il simbolo di Gesù, perché creature pure, candide e innocenti, e così come Gesù, offerti in sacrificio. Sulle tavole pasquali non mancava mai l’agnello in ricordo del Suo sacrificio.
LA PASQUA CRISTIANA viene preceduta da un periodo di quaranta giorni, detto quaresima, un periodo che si estende dal carnevale alla Pasqua. Il termine quaresima deriva dal latino quadragesima e significa quarantesima giornata, ma in italiano è passato a significare l’intero periodo di quaranta giorni in cui si fa penitenza e digiuno. I sacerdoti, durante la Messa, indossano l’abito viola poiché Gesù, ridicolizzato come Re dei Giudei era stato vestito di viola –
I re, infatti, indossavano abiti di tale colore. E il colore della regalità usato come presa in giro, fu adottato dai cristiani, come simbolo di sofferenza e di penitenza. Il viola inoltre, è simbolo di spiritualità connesso al sacrificio; nasce infatti, dall’incontro del blu, colore dello spirito, con il rosso colore del sangue. Poiché nel periodo della quaresima erano proibiti gli spettacoli, gli attori che in quel tempo, facevano la fame, hanno inviso questo colore.
Ma come si calcola il giorno in cui deve cadere la Pasqua? Giorno che sul calendario cambia ogni anno. Fin dal 325 d.C. si è deciso che la Pasqua dovesse cadere sempre la domenica successiva alla prima luna piena che si verifica dopo il 20/21 marzo. La Pasqua più precoce è il 22 marzo, la più tardiva il 25 aprile. E si dicono Pasqua bassa o Pasqua alta.
Come ci si prepara alla Pasqua? Con le tradizionali pulizie di Pasqua, che hanno origine dalla Pasqua ebrea che ricorda la fuga in Egitto degli Ebrei, i quali non dovevano lasciare partendo, un solo granello di polvere né tracce di lievito, un vero e proprio rito di purificazione della casa e del corpo. Un buon uso di derivazione statunitense, delle pulizie di casa, prevede lo svuotamento dei cassetti e il riordino degli armadi, cosa che prelude al cambiamento, anche della propria vita. Un cambiare aria, e non solo in senso metaforico.
Ed ecco alcuni simboli tra i tanti, che troviamo nel periodo pasquale.
IL COLORE BIANCO INTESSUTO D’ORO, abito dei sacerdoti il giorno di Pasqua, è il colore della solennità che indica il trionfo di Cristo per la Resurrezione. E’ il colore della luce, è la luce stessa che racchiude nel prisma i colori dell’iride. L’oro è simbolo di incorruttibilità.
LA SPIGA, il cereale che per tutto l’inverno giacerà sotto l’umida coltre della terra, per rinascere in primavera e regalare agli uomini il chicco di grano, sostentamento e simbolo di rinascita e di speranza.
IL GRANO che si semina e si fa germogliare insieme alle lenticchie, tenuto all’oscuro fino a quando non adornerà l’altare nei riti del giovedì santo, simboleggia il buio in cui vive il cristiano che troverà la luce solo con la Resurrezione e sarà così emendato dei suoi peccati. E’ simbolo inoltre, dell’Eucaristia.
LE LENTICCHIE invece, quando crescono, si intrecciano tra loro ed indicano ecumenismo.
L’UOVO: Una delle cose che caratterizza la Pasqua, è l’uovo, simbolo di nascita, di rinascita, di fertilità, tanto che persino ai tempi dei faraoni, gli egiziani deponevano uova di struzzo sulle rive del Nilo affinché il fiume rendesse più fertili le loro terre. Lo scambio delle uova poi, è prassi antichissima e risale a tempi lontani in cui regalarlo era scambiarsi doni augurali. Artigiani e pasticcieri, nonché orafi, basti pensare alle uova di Fabergè, il gioielliere della zarina, si sono dati da fare per inventarne di sempre più belli e preziosi. Il mistero della sorpresa, inoltre, che da sempre accompagna l’uovo, è una delle prerogative che l’ hanno poi diffuso e perpetuato nei secoli, dando origine a una infinità di leggende.
L’uovo che si apre, con la sua forma pura e perfetta, è simbolo della tomba da cui risorge Gesù, simboleggiato dai PULCINI, mentre LA GALLINA che sotto le sue ali protegge i suoi pulcini, rappresenta la Madre che tiene sotto il suo mantello i fedeli.
Oggi si regalano uova e galline di cioccolata a grandi e piccini, nonché piccoli pulcini gialli, che in questo periodo sono in tutte le vetrine.
La tradizione dell’uovo pasquale “ Da riviste degli anni 60”
Ancora oggi, nei paesi del nord, è buon auspicio il nido di una cicogna sul camino di una casa
In Cina. In Giappone, in india, gli abitanti si dedicano a questa insolita attività: decorare nel modo più fantasioso gusci di uova che saranno poi venduti come portafortuna.
Nel medioevo i ragazzi, andavano di porta in porta a fare la questua delle uova che avrebbero poi donato a parenti e amici. Questa tradizione sia pure in forma meno solenne, si ripete tuttora in molti paesi dell’Italia.
Uno dei più rumorosi e vivaci scambi di uova era quello che avveniva nella vecchia Russia dove parenti e amici erano soliti scambiarsi per strada auguri e uova.
IL CONIGLIO E LA LEPRE: essendo animali molto fertili, sono simbolo del rinnovamento che coincide con l’inizio della primavera. Sant’Ambrogio indicò la lepre come simbolo di resurrezione a causa del suo manto che cambia colore con l’avvicendarsi delle stagioni. Introdotto in Germania come simbolo pasquale nel XV secolo, poi in tutte le popolazioni che lo portarono in America con il nome di Easter Bunny.
Nelle vetrine dei pasticcieri e in tutti i negozi di alimentari si trovano conigli di cioccolata da regalare ai bambini, ma non è raro ricevere in dono in questo periodo, anche conigli di porcellana, di ceramica o altro materiale accompagnati magari da fiori primaverili.
LA CAMPANA: Le campanelle, secoli prima di Cristo furono inventate dai Sabini che abitavano la Campania, di cui portano il nome, perché segnalavano al pastore la pecora che si smarriva. Furono diffuse dai pastori nomadi in tutta la penisola, nel Medio Oriente e poi in Cina.
Le campane fino al VI secolo, furono piuttosto piccole e di ferro battuto, poi si fecero in bronzo. Nel IX secolo furono issate sui campanili, cosa che faceva sentire il suono fin da lontano, diventando la voce rituale di tutte le chiese d’Europa. Oltre che a diffondere la voce del Signore, per rendere Gloria a Dio, e richiamare i fedeli alla preghiera, erano indispensabili al tempo dei Comuni, per avvisare la popolazione nei grandi pericoli, per radunare, per incitare.
I fonditori di campane andarono di luogo in luogo trasportando le loro officine. Si trasmettevano la professione di padre in figlio e facevano a gara per chi le decorava nel modo migliore.
Nel periodo quaresimale, le campane si tengono legate, affinché il silenzio che simboleggia questo periodo, induca alla meditazione e alla riflessione, mentre poi a Pasqua, vengono slegate e cantano le lodi del Signore. Numerose tradizioni popolari invitano i ragazzi, in Italia e nel nord Europa, a scorrazzare sui prati il giorno di Pasqua, scuotendo campanacci per risvegliare la terra dal sonno invernale annunciando l’avvento della primavera e la morte dell’inverno
In Germania si fa coincidere la festa della primavera con quella della Pasqua. Una delle più curiose tradizioni pasquali è la condanna dell’inverno. Un corteo di ragazzi urlanti portava o forse, porta ancora in giro, un vecchio fantoccio che rappresenta l’inverno e che sarà rovesciato in un fiume.
In Norvegia il mattino di Pasqua i bambini svegliavano la mamma carezzandole il viso con un ramoscello di fiori di pesco, come a dire mamma svegliati, la natura si è ridestata, è tornata la primavera.
Nelle catacombe venivano usate delle piccole campane d’argento per invitare alla Messa. Sant’Antonio il grande se ne serviva per scacciare i demoni nel deserto.
Nel periodo pasquale vengono vendute piccole campane che rappresentano la voce del Signore, spesso accompagnate da fiori primaverili forgiate nella cioccolata o in altro materiale,
L’ULIVO: Il sacerdote lega il significato dell’ulivo alla figura di Cristo che in greco significa Unto. Ed è in questi giorni che il sacerdote benedice l’olio, che servirà come segno di rinascita e morte, per il Crisma battesimale e l’unzione degli infermi .
LA PALMA: La Palma, che oltre ad indicare l’anno solare perché getta una foglia al mese, ricorda che Gesù fu accolto all’ingresso in Gerusalemme, con rami di palma e di ulivo per avere fatto risorgere Lazzaro. A cominciare dagli egizi infatti, che deponevano rami di palma sui sarcofagi e sulle mummie per restituire il colore della vita ai morti, continuando con i greci, per finire ai romani, la palma era simbolo di vittoria sulla morte. Per i cristiani è il segno della vittoria conseguita sul peccato.
Molti santi sono effigiati con la palma in mano, simbolo del martirio ed è curioso che PALMA in greco si dice POENIX che è poi, anche il nome della FENICE) figura mitologica a forma di airone che rinasce dopo tre giorni dalle sue ceneri. Diventa così anche il simbolo di Gesù risorto. Ma POENIX è anche definito il colore ROSSO PURPUREO. Nell’arte cristiana tradizionale, il rosso era anche il colore del sangue sacrificale di Cristo e dei martiri- Senza dimenticare Il significato giudaico cristiano della palma che deriva da un passo dei salmi (92-13) “il giusto fiorisce come palma.
Gli arabi dicono che questo albero vuole avere i piedi nell’acqua e la testa nel fuoco. Le sue radici infatti, si allungano sotto terra anche per decine di metri.
LA PASSIFLORA: Il fiore della passione dicono sia nato dove le pie donne hanno sepolto la corona di spine. E’ un arbusto sottile, porta foglioline slanciate e grandi fiori cerulei e rossi. Gli stimmi hanno la forma dei chiodi, gli stami del martello, e una corona di spine forma il disco della corolla: Gli strumenti della passione di Cristo, della sua tortura. E fu chiamato Passiflora.
IL CERO PASQUALE deve la sua importanza al fatto che simboleggia la luce del Cristo che con la sua Risurrezione, toglie l’uomo dall’oscurità del male e della morte. Questa luce è la speranza e la fede in Cristo. E’ il bagliore dello sguardo di Dio che guida e conduce gli uomini verso la salvezza. Viene acceso una volta l’anno il giovedì santo e accompagnerà con la sua luce tutte le funzioni religiose più importanti.
DUE DOLCI TIPICI DELLA TAVOLA DI PASQUA:
LA FOCACCIA che si porta in tavola a Pasqua, essendo bassa, ricorda il pane azzimo senza lievito che gli ebrei dovettero velocemente cuocere per portarlo con sé. Doveva essere preparato velocemente per non dar modo alla farina di cominciare a lievitare. Nell’Italia meridionale viene consumata la Pastiera un dolce a base di pasta frolla (senza lievito) e grano.
LA COLOMBA: un dolce a forma di colomba, che ormai non manca mai sulla tavola di Pasqua, è simbolo della pace e ricorda che, lasciata libera da Noè dopo il diluvio universale, la colomba tornò all’arca portando nel becco un ramoscello d’ulivo. Segno che il Signore non era più in collera.
Nadia Farina