Gio. Nov 21st, 2024

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci.

Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni.

Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere».

Questa citazione tratta dal Vangelo secondo Matteo, ci spiega, reinterpretata poi in chiave metafisica, (che sarebbe l’ultimo evoluto linguaggio con cui la Bibbia viene oggi decriptata), che ogni situazione  o persona viene poi riconosciuta come negativa o positiva per noi e la nostra evoluzione, dai frutti che ci dà: una cosa che produce buoni frutti non può che essere buona e positiva, viceversa un sentimento negativo non può mai e poi mai portare mai cose buone o buone conseguenze.

La frutta è citata spesso nelle filosofie e nelle religioni, persino nella Fisica Quantistica. Viene anche utilizzata nelle ritualistiche magiche e sciamaniche.

 Per fare un esempio, partiamo da un frutto a noi caro per tradizione, che ci piaccia o meno, la mela: secondo il linguaggio metafisico,  è la Consapevolezza, la Conoscenza Reale  e Spirituale, simbolo della Conoscenza del Bene e del Male, a cui non si poteva giungere se non commettendo il cosiddetto “peccato originale”, condizionando  in seguito le menti e le anime  di generazioni di cristiani.

Nei miti greci, Dioniso la donò ad Afrodite; essa veniva paragonata al seno femminile e il torsolo del frutto tagliato a metà, alla vulva (da cui assunse il simbolo del desiderio); come a tal proposito non citare il famoso mito della Dea Harris, (Eris)Dea della Discordia, nota per aver dato inizio alla famosa guerra di Troia gettando una mela d’oro con su scritto “alla più bella” su di un tavolo alle nozze di Peleo e Teti, ( madre di Achille), alle quali non era stata invitata:gesto funesto cui fece seguito il giudizio di Paride, che la donò ovviamente come gli conveniva ad Afrodite, la Dea dell’Amore, che l’avrebbe poi ricambiato facendo innamorare  di lui Elena, la donna più bella del mondo nonché moglie insoddisfatta del re di Sparta, Menelao.

Piccole curiosità: ad Atene le coppie di novelli sposi, nell’avvicinarsi al letto nuziale,  un tempo antico mangiavano e dividevano insieme una mela; la Nordica Dea Duna, custodiva le mele simbolo dell’Eterna Giovinezza.

Secondo i Cinesi, la parola mela “ping,” è sinonimo di “pace” ma anche di malattia.

 Nel periodo Barocco, nelle arti pittoriche, gli scheletri  sono rappresentati con una mela in mano ,simbolo del male, malus.

La Dea della Vendetta Nemesi, custode del Bosco Sacro, reca in mano un ramo di mele;mentre la mitica terra delle sacerdotesse di Avalon , ( ai tempi del leggendario Re Artù) era la terra delle Mele Sacre. Ancora,secondo la fisica quantistica, la mela, come quella avvelenata dalla strega di Biancaneve, è connessa in molti casi alla religione e alla metafisica, perchè associata alla Nuova Conoscenza, secondo alcune profezie rivelata all’uomo con la caduta del “velo,”(davanti agli occhi) .

Proseguiamo con la pera: nell’antica Grecia era il frutto sacro a Pitagora e ai suoi seguaci, i quali ritenevano celasse in sè il mistero del cosmo.

Per il grande Sant’Agostino, sarebbe stata la pera e non la mela, il vero frutto proibito!

 Nell’Antico Egitto, un albero di fico, (il Sicomoro), aveva il frutto a forma di pera che veniva posizionato nelle tombe accanto alle mummie, al momento della sepoltura,  ed era quindi considerato sacro, definito il Cuore di Horus, così come i datteri.

La pera, era considerata un frutto sacro anche alla Dea Iside, perché simile al ventre materno e dunque simbolo di fertilità.

Il mango: questo splendido frutto rosso-arancio, simbolo di perfezione, era raffigurato in mano al Dio Ryanair Ganesh,  quello con la testa di elefante.

E che dire della banana? Sacra per gli Indù, con fiori i cui tronchi intrecciati erano simbolo del matrimonio. E poi l’uva…è  simbolo dell’ uomo cristiano, che fa parte della Vigna del Signore: Noè per primo, coltiva una vigna, prima del Diluvio Universale.

Associato all’utero per la sua caratteristica forma è il melograno, che  neanche a farlo apposta favorisce le contrazioni durante il parto; possiede grandi proprietà antitumorali e racchiude molti semi, (uova) simbolo di fecondità, benedizione Divina e amore Celeste; i cristiani consideravano anticamente il succo della melagrana come un simbolo del Sangue dei Martiri, i semi il simbolo degli uomini che compongono la comunità ecclesiale  e la melagrana , come un simbolo del prete, ma anche di abbondanza: in barocco era la Carità (Caritas).

Ma essenzialmente… cos’è un frutto? Dalla buccia, (scudo protettivo ma ricco di sali minerali ed anti-ossidanti) alla polpa, il succoso contenuto,è medicina, rito, elevazione.

Nell’Amazzonia brasiliana, il Guaranà  era il frutto della conoscenza ;

il limone era usato dagli indigeni durante le danze rituali; nell’Islam, veniva considerato un frutto sacro ed usato come antidoto contro veleni e per allontanare le negatività: ancora oggi viene utilizzato per purificarsi bevendo il suo succo come rimedio sciamanico, oltre che digestivo, recando benefici allo stomaco dunque al Chakra del Plesso Solare.

Gli antichi Egizi usavano il cedro per imbalsamare le mummie  e gli ebrei   per adornare i tabernacoli…e potremmo continuare…

Madre Terra  ci dona svariati e meravigliosi frutti e miglior modo per connettersi con Lei è mangiarne tanti e il più possibile, durante la giornata,  per attingere a  quell’ Energia Sacra, oltre che ad averne tanti altri benefici personali…

“Un tavolo, una sedia, un cesto di frutta e un violino; di cos’altro necessita un uomo per essere felice?”Affermava Albert Einstein.

Anche qui la simbologia è chiara: la Musica, lo studio, l’abbondanza,il fermarsi ad ascoltare…ognuno ne trarrà il suo insegnamento…

Daniela Casaburi

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