Gio. Nov 21st, 2024

Roberto Paradiso è autore del libro “Noi abbiamo usato le matite!”, dove racconta di interessanti vicende e personaggi che hanno fatto la storia.
Con questo libro conoscerete al meglio il risvolto originale delle missioni spaziali sovietiche/russe e le persone che stavano dietro le quinte.

Questo grazie proprio all’autore che è un vero appassionato di tutto ciò che concerne il campo aerospaziale.

Leggete questa interessante intervista all’autore, trovate il suo libro su Amazon.

Dov’è nata la tua passione per la scrittura?

Già dalle scuole elementari. La mia maestra, ancora per fortuna vivente con la quale ci sentiamo spesso, spesso leggeva in classe i miei temi. Ricordo di aver anche scritto su di un quaderno una storia sullo stile di Guerre Stellari (considerate che, nel 1977, Star Wars venne distribuito in Italia con il titolo tradotto. Per me sarà sempre Guerre Stellari…): chissà che fine ha fatto… Ma è alla fine degli anni 90 che inizio a lavorare su qualcosa di più originale. Dopo una lunghissima gestazione, termino (nel 2011!) una raccolta di racconti di fantascienza che poi ho pubblicato, in self publishing col titolo “Storie di anime e di mondi”. Ovviamente si è trattato più di una soddisfazione personale che di volontà di diventare scrittore e di emergere in tal senso.

Hai un sottofondo preferito che utilizzi mentre scrivi?

Spesso scrivo con la musica in sottofondo. Non ho un genere che preferisco poiché a me piace ascoltare un po’ di tutto. I miei preferiti quando scrivo, però, sono i Pink Floyd e la musica Jazz.

Ci racconti qualcosa del tuo romanzo?

Tutti noi conosciamo le imprese spaziali americane, la conquista della Luna ed i voli dello Shuttle. Ma pochissimo c’è arrivato sulle storie delle persone che hanno costruito il programma spaziale sovietico. Eppure, loro sono stati i primi in tutto, quasi in tutto perché gli mancò il colpaccio cioè lo sbarco sulla Luna, ma ancora oggi, sono un punto di riferimento, soprattutto nell’ambito delle stazioni spaziali e dei voli a lunga permanenza nello spazio.

La mia storia parte da una leggenda metropolitana che è il titolo del libro: Noi abbiamo usato le matite! difatti, è una frase che venne attribuita ai sovietici quando venivano interpellati sul fatto che gli americani avessero speso milioni di dollari per una penna che potesse scrivere nello spazio. In realtà come ho detto, nessuno mai disse nulla del genere. Ma il titolo vuole significare quella particolare abilità pratica che ha contraddistinto (ed ancora contraddistingue) tutto ciò che riguarda l’approccio a la russe in ambito spaziale. Uno spirito un po’ alla Mc Gywer come scrivo nella quarta di copertina, che avvicina i russi all’italica arte di arrangiarsi (con successo, aggiungo). Ma oltre a questo, ci sono soprattutto le storie delle persone che hanno realizzato queste imprese, Storie di cuori e di acciaio, dove spesso gelosie, sacrificio passione ed amore hanno mosso gli eventi che sono divenuti Storia.

Quanto di te metti nelle tue opere?

Moltissimo; raccontando storie di persone, cerco di metterci l’emozione che ho provato nel leggerle a mia volta. Spesso, scrivendo, mi commuovo. È capitato, ad esempio, raccontando la morte di Gagarin. Anche se si è trattato della cronaca degli eventi di quel 27 marzo 1968 e ella ricostruzione del possibile scenario, Gagarin è uno dei miei due eroi di gioventù (l’altro è Gilles Villeneuve) e le sue vicende mi hanno sempre toccato, Chi l’ha letto mi ha detto che questa emozione si poteva toccare con mano…

Hai altre passioni oltre la scrittura?

Sono una persona molto curiosa e se c’è qualcosa che stuzzica questa curiosità, mi ci getto a capofitto. Amo da sempre tutto ciò che è veloce: dalla Formula uno agli aerei fino ai voli spaziali. Adoro le scienze, l’astronomia in particolare, mi piace pattinare e sciare soprattutto pattinare. Cerco di farlo ogni volta che posso perché sui pattini mi sembra di volare. Amo la musica e strimpello, a tempo molto perso basso e chitarra.

Qual è il genere che preferisci scrivere?

Adoro la fantascienza e pubblicai un libro di racconti di quel genere nel 2011: Storie di anime e di mondi. Ma ho scoperto che è raccontare le storie delle persone che mi riesce meglio. Per questo mi sono cimentato in questo progetto.

C’è qualcosa che ti aiuta quando ti blocchi con la scrittura?

Quando mi capita… Mi distraggo! Come anche nello studio, quando sono stanco o demotivato, faccio qualcosa di radicalmente diverso. L’ispirazione, dopo un po’, riprende a scorrere…

Hai un nuovo libro in progetto?

Si tratta di un libro che sto scrivendo (senza troppa fretta) a quattro mani insieme ad un amico con il quale sono venuto in contatto proprio grazie all’attività del blog. L’argomento? Beh, per ora non voglio svelarlo… Ma saranno sempre storie di persone legate alle imprese spaziali.

Ricordi qual è il primo libro che hai letto?

Il giornalino di Gian Burrasca, penso di averlo letto venti o trenta volte, come del resto faccio con tutto ciò che mi piace.

Ed infine, qual è il tuo libro preferito?

Difficile stabilire il preferito in assoluto. Ho cinque preferiti, uno per ognuno dei miei autori del cuore:

  • Cosmos di Carl Sagan;
  • Straniero in terra straniera di Robert A. Heinlein;
  • I racconti di Philip K.Dick;
  • 2001 odissea nello spazio di Arthur C.Clarke;
  • Solaris di Stanislaw Lem.

Il libro “Noi abbiamo usato le matite!” di Roberto Paradiso è pubblicato con Ilmiolibro per la categoria storia e filosofia.
Ha la prefazione di Letizia Davoli, astrofisica e giornalista televisiva e di Stefano Mossa, astrofilo e blogger.
È disponibile in versione cartacea con copertina flessibile e in e-Book, 184 le pagine.

Potete seguire la pagina Facebook dell’autore e il suo sito canale You Tube.

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