La politica è affascinante per molti motivi. Ad esempio perché è il regno in cui accade l’inatteso, succede l’imprevedibile, ciò che sembrava impossibile si verifica e, verificandosi, spiazza tutti. La sorpresa, l’inatteso, l’inedito, di queste ore hanno le sembianze di Carlo Calenda. Il quale interpreta, in modo del tutto stravagante, la nozione di opposizione. È stato ricevuto a Palazzo Chigi dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per proporre le proprie ricette, i propri suggerimenti su temi economici al Governo. Governo rispetto al quale Calenda si trova (formalmente?) all’opposizione. Curiosamente, ma nemmeno troppo, considerato l’atteggiamento tipico dei nostri rappresentanti istituzionali, Calenda difende questo atto, ne rivendica le ragioni. Sostiene che proprio questa sia la natura di una buona opposizione. Lavorare, cioè, per il Governo. Fare opposizione criticando le scelte del Governo, sostiene Calenda, è fare opposizione sterile, inutile. Invece bisogna far cambiare idea al Presidente del Consiglio, praticare una nuova forma di entrismo, riuscire a convincere della necessità di altri e diversi provvedimenti: questo è fare, davvero e sul serio, opposizione. Ingenui noi, che abbiamo sempre pensato che fosse compito della maggioranza trovare una quadra sui provvedimenti. Stolti noi, che abbiamo sempre pensato che l’opposizione dovesse lavorare ai fianchi, e in Parlamento, il Governo e la maggioranza che lo sostiene. Bacucchi noi, che eravamo convinti che l’obiettivo dell’opposizione fosse innescare e far esplodere contraddizioni nella maggioranza e nei suoi referenti sociali, preparando le basi per una nuova maggioranza futura. Invece, sostiene Calenda, l’opposizione efficace si fa portando una valigetta di buoni provvedimenti al leader della maggioranza, al vertice del governo. Tra l’altro questa simpatica operazione ha due soli possibili esiti. O fallisce miseramente, nessuna proposta viene accolta, e allora si tratterà di una passeggiata per i corridoi del Palazzo del tutto priva di effetti. O, al contrario, il governo Meloni accoglierà le richieste di Calenda. E dunque Calenda voterà col governo: quindi diventerà maggioranza? In passato abbiamo assistito ad altri fenomeni di creature mitologiche: politici incerti tra lotta e governo, ministri che scendevano in piazza per contestare il governo di cui erano parte. Con Calenda siamo di fronte a un nuovo tipo di essere mitologico: colui che, inviato dagli elettori all’opposizione, si fa maggioranza, ma continuando a dichiararsi di opposizione. È una maggioranza che si dichiara opposizione o una opposizione che si comporta da maggioranza? Un tuffo, un salto carpiato, una acrobazia in termini logici, prima che politici. Possibile solo perché lo scenario è tale che nulla ci fa più effetto. È una sorpresa, un inatteso, un inedito. Ma dura poco perché, in verità, nulla più ci stupisce, nulla più ci diverte. Nemmeno ciò che contraddice la logica: è Alice nel paese senza alcuna meraviglia, ma con meno stile, e zero umorismo. Lasciateci almeno una tazza di tè.
Alessandro Porcelluzzi