Domenica 13 novembre il Centro diurno Sartoretti ha fatto ancora parlare di sé. Stavolta però, non per le sue avanguardistiche iniziative psico-educative e nemmeno per la sua straordinaria capacità intrinseca di elaborare progetti inclusivi ben coadiuvati, ma per motivi legati alla produzione letteraria. Infatti, domenica scorsa, al bar 46, in piazza Prati della Fiera 1, nella frazione di Novellara (Santa Maria della Fossa), Erik D’Arco (nome d’arte) OSS del Centro diurno Sartoretti, insieme al proprietario Davide Crotti, ha presentato il suo volume dal titolo “E nelle vene il cemento” edito da Chinaski.
La presentazione del romanzo è stata abbinata all’inaugurazione della mostra figurativa della pittrice Lucia Landini che è stata presentata dal professor Marco Cagnolati. Il critico d’arte ha spiegato che l’origine misteriosa e inquietante delle opere esposte sono dovute sostanzialmente alle interpretazioni psichedeliche che hanno origine da una complessa e sofferta realtà interiore vissuta dall’artista.
Il volume di Erik D’Arco, invece, come abbiamo già detto è stato presentato da Davide Crotti titolare del Bar 46. Le letture di alcuni passaggi del libro sono state invece affidate al Dottor Mauro Brioni (ex Direttore della Cooperativa “Il Bettolino”, sceneggiatore e, ora, volontario al Centro Diurno Sartoretti) e alla Professoressa Alda Lutprandi.
Il volume, interpretato con lucidità e consapevolezza emotiva, è stato redatto con cognizione di causa. La prosa è intimamente autobiografica, coraggiosa ed è dotata di una discreta tecnica sintattica. Il libro di Erik si presenta come un importante spunto di riflessione in merito ad una realtà (la nostra) in cui la corsa al denaro crea una dissociazione con la realtà e da se stessi, una condizione che espone le nuove generazioni ad incorrere verso un nichilismo esistenziale cronico da cui non è facile liberarsene.
Antimo Pappadia