Gio. Nov 21st, 2024

Le misure restrittive che sono state imposte dalle autorità durante l’emergenza indotta dal nuovo coronavirus, hanno negato ad  una larga fetta di popolazione la possibilità di incontrare il proprio oggetto d’amore, generando così una certa insoddisfazione sessuale. Tale condizione ha spinto molte persone  a convogliare le proprie pulsioni sessuali o verso l’autoerotismo oppure verso il un surrogato sessuale  disponibile sul digitale: il cosiddetto  “Sextin”.  Ma che cosa è il Sextin? Il termine sexting, deriva dalla fusione di due parole inglesi sex (sesso) e texting (inviare messaggi elettronici), è un neologismo utilizzato per indicare l’invio di messaggi, testi e/o immagini sessualmente espliciti, principalmente tramite il telefono cellulare o anche attraverso una piattaforme internet.

Ma quanto è diffusa questa pratica?  Alcuni studi ci dicono che in occidente le persone che praticano sextin, sarebbero circa 8 su 10. Questo è ciò che emerge da una ricerca presentata alla 123/ma convention dell’American Psychological Association, secondo cui negli Stati Uniti otto persone su 10, appunto, inviano e ricevono messaggi  sessuali più o meno espliciti. L’indagine ha preso in esame 870 uomini e donne tra i 18 e gli 82 anni, il fine è quello di capire che ruolo gioca tale pratica nelle attuali relazioni amorose, viste le innegabili implicazioni che subiscono le relazioni da questa pratica poco conosciuta.

Per quanto concerne i giovanissimi, invece, secondo la ricerca europea “Net Children Go Mobile” il 13% dei ragazzi fra gli 11 e i 16 anni ha già sperimentato il sexting e il 49% dei giovani fra i 25 e i 34 anni riceve frequentemente contenuti a sfondo sessuale.

Nonostante non ci siano ancori riscontri scientifici in merito alle ripercussioni che questa tendenza induce, credo che istruttiva l’osservazione che già nel 1900  il padre delle psicoanalisi Sigmund Freud fece nel Volume dal titolo “I tre saggi sulla sessualità” . Freud  asserì infatti, che nessun feticcio si può definire perversione a meno che non vada a sostituire il rapporto sessuale in senso stretto. Ecco detto in altre parole, se durante il periodo di isolamento coatto ci siamo dedicati al Sextin è del tutto normale  ma se si dovesse avere il sospetto che il sesso virtuale risulti più soddisfacente di quello reale, oppure andasse addirittura a sostituirlo, allora, forse, sarebbe opportuno consultare uno specialista.

Antimo Pappadia

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