I personaggi che intervisto si divertono a darmi appuntamento nei luoghi più impensati, il cui scopo credo, sia di crearmi lo stupore necessario ad affrontare con meno incredulità possibile, i loro luoghi della mente.
Poco importa quanto reali o astratti siano. Veri o illusori. Ma ciò che conta, che io possa leggervi dentro senza preconcetti né pregiudizi.
L’appuntamento questa volta è in un ambito ancora più magico e misterioso del solito. Gianni Rodari mi aspetta nel mare lago o forse, oceano, del libro di Giulio Verne che lo ha affascinato fin da piccolo: Viaggio al centro della terra , e leggere dell’impresa compiuta da tre persone alla ricerca di quel passaggio che conduce al centro della terra, tra mille pericoli, insidie, avventure, scoperte straordinarie antidiluviane addirittura, è quanto di più inebriante per la mente e la fantasia di un bambino.
- Lo senti?- mi chiede- Quel mormorio che è proprio dei luoghi immensi e chiusi.
- La vedi?- Quella luce che non è del sole, né della luna, ma uno splendore di origine elettrica…
- Sento e vedo, ma con questo?
- Ecco, mangiando pane e cioccolata, mi rifugiavo in una grande cassa di legno per il pane e la pasta (mio padre faceva il fornaio) per leggere Verne, Salgari, Cuore di De Amicis, quante lacrime ho versato sulle mie merende! Ma Verne era lui, Il mio autore preferito, quello che univa fantasia e poesia.
- E lei ne ha scritte tante di poesie…
- Io amo chiamarle filastrocche. Che sono sorelle delle poesie, ma con uno sfondo di leggerezza e a volte non prive di umorismo.
- E le storie?
- Amo il punto interrogativo, quello che lascia aperto il finale, così ciascuno ne può inventare uno a suo piacere.
- So che parla poco di scoperte e molto più di invenzioni.
- Ciò che si scopre è qualcosa che già esisteva e poi si porta alla luce, mentre l’invenzione è qualcosa che si forma nella immaginazione, sembra nascere dal nulla, invece è frutto della ispirazione a sua volta stimolata dall’associazione di immagini, di parole, dall’ascolto, dalla lettura, dallo studio.
- Quanta importanza ha l’immaginazione ?
- Senza immaginazione non si possono fare né scoperte, né invenzioni, Bisogna allenare la mente a guardare sempre oltre.
- Come?
- Un modo potrebbe essere di cercare il binomio fantastico. Henry Wallon, che nel suo libro “Le origini del pensiero del bambino”, scrive che il pensiero si forma per coppie. Non si può pensare al molle senza pensare al duro. Paul Klee scrive che un concetto è impossibile senza il suo opposto. E da questa affermazione ed anche unendo due parole distanti tra loro, che può nascere una storia.
- ?
- Sì dallo spaesamento, che stimola interesse curiosità stupore, per finire magari in una risata. Credo che nelle scuole si rida troppo poco, e una storia, che sia reale o inventata, la cosa non riveste alcuna importanza, è che possa aiutare la mente a viaggiare senza ostacoli.
- Su di lei hanno scritto tesi, saggi, libri, le storie nate dalla sua Grammatica della fantasia, sono state sgranate come una pannocchia, un chicco dopo l’altro, per farle diventare altro. Io stessa l’ho letto, riletto e saccheggiato come libretto di istruzioni per giocare con figli, nipoti, e tutti i bambini con cui venivo in contatto. Ad esempio, mi divertivo con una domanda in particolare: Cosa succederebbe se un lampadario fosse attaccato al pavimento, invece che al soffitto? Le risposte originavano storie stupefacenti e surreali.
- Mi piace pensare che sia diventato un lasciapassare per scoprire questa volta, e non inventare, la creatività. Fonte da cui attingere per qualsivoglia mestiere, attività, professione.
- L’ho ascoltata un tempo quando a chi le chiedeva consigli per diventare scrittori, suggeriva di scrivere solo se il braccio gli chiedeva di farlo, solo se il non farlo gli faceva male.
- E’ proprio così, bisogna fare solo ciò che sentiamo urgente dentro di noi, solo allora avremo la risposta di una vittoria su un nostro progetto.
- Mi spiega cosa è una fiaba?
- Uno strumento per entrare tra le cose e i sentimenti degli uomini e deve essere fatto alzando l’asticella. Al bambino piace il difficile, ama mettersi alla prova, preferisce spostare un tavolo, piuttosto che una sedia. Ha la necessità di esplorare il perché, il dentro. Si comporta come Leonardo che della caduta di un sasso, voleva conoscere prima le cause e solo dopo, guardava cosa la caduta aveva provocato, perché la mente di un bambino si apre proprio come quando cade un sasso nello stagno. Fa mille cerchi concentrici, tocca altre superfici, sposta sabbia, conchiglie, alghe, ne nasconde altre. Quel sasso diventa una chiave per imparare non una, ma decine, centinaia, milioni di parole libere: Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo.
- Sto per lasciarla e mi dispiace dirle che non è riuscito, come voleva, ad invecchiare con una lunga lunghissima barba bianca, fare il burattinaio e scrivere storie per il teatro dei burattini.
- Se l’ho condotta fin qua, al centro della terra, non deve temere di rattristarmi. Io ci sono e sempre ci sarò, quando un bambino farà una insalata di favole mescolando insieme Pinocchio e Cenerentola, Pollicino e Biancaneve… quando userà l’imperfetto, il verbo per giocare: Facciamo che io ero il re e tu eri la regina; ogni volta che racconterà storie sbagliate per trovare altri finali, quando farà un viaggio intorno ai mobili della sua casa…
- Mi perdonerà se non cito gli insegnamenti di Novalis, dei surrealisti francesi e di tutti coloro che l’hanno comunque influenzata; la sua vita attraverso i cambiamenti politici, le sue avventure e disavventure come scrittore e giornalista e forse, altro ancora. Ad ascoltarla sembra che abbia il mondo nelle mani. Ma non ha paura di nulla?
- Una paura, un terrore addirittura, sono i ragni. Una vera aracnofobia, ma mi dai un’idea, potrei scrivere una storia fantastica, una filastrocca, o l’ho già scritta?
E ride, con quel sorriso aperto simpatico sornione, un sorriso adulto che guarda con gli occhi incantati di bambino.
- Comunque, ciò che conta è essere riuscito, sempre se ci sono riuscito, ad accendere una luce anche piccola, nella mente di un bambino che con il binomio fantastico, mettendo insieme due parole distanti tra loro, sarà capace di inventare una storia nuova, dandole un nuovo senso ed ancora, se queste storie saranno un veicolo che congiunge il mondo dei grandi ad una maggiore comprensione ed ascolto dei piccoli.
- Gianni Rodari, io troverò la zattera che mi sospingerà dal centro della terra, verso la bocca del vulcano Stromboli che mi proietterà nella profumata macchia mediterranea?
- Ci riuscirai , ci riuscirai…Libera la fantasia e ci riuscirai.
Nadia Farina