Procedo a tentoni in una caverna buia aiutando i miei passi con la luce di una candela. Il Maestro mi ha dato appuntamento qui perché, mi ha detto, era la grotta in cui ha sperimentato la paura e il desiderio. Da quello che so, è il fascino del mistero che si nasconde in queste due parole, ad avere dato a Leonardo la smania di conoscenza della natura, delle sue leggi e dei suoni fenomeni
- Maestro?
- Maestro!
La candela si spegne, mossa da un alito di vento. Non serve più. Il Maestro è davanti a me. In un giardino, seduto su una roccia (come dipinse bene le rocce!) su cui giace un cedro sradicato e accarezza l’acqua di un ruscello che scorre e, come parlando a se stesso: -L’acqua!
E poi:
- Guarda come scorre cantando, eppure diventa anche esempio di superbia punita-
- Superbia? L’acqua?
- A volte non le basta la sua condizione, vuole salire in alto, uniformarsi alla leggerezza dell’aria, allora chiede aiuto al calore del fuoco e si trasforma in vapore, più in alto va, più l’aria la gela e si divide in piccoli granelli che ricadendo, si mutano in pioggia. Vanno così a dissetare la terra arsa , ma in questa, a scomparire. E guarda anche questo cedro, era così tronfio della sua bellezza, che fece spostare tutte le piante che potevano oscurarlo, ma senza più difesa e protezione, quando venne il vento, fece leva sulla folta chioma per sradicare il tronco dal terreno.
- Maestro! Ma mi ha appena raccontato due delle sue favole!
Sorpreso
- Ma allora le conosce?
- Tutte, ed anche le sue allegorie, i suoi pensieri…
- E’ vero, ho scritto tanto, pagine su pagine e ho riempito una infinità di taccuini, peccato che i figli del Melzi a cui avevo lasciato in eredità, tutti gli scritti, non hanno ritenuto che fossero importanti decretandone la dispersione!
- Davvero un grande rimpianto, ma non si rattristi, quello che è rimasto aiuta a comprendere che tutto si trasforma in esperienza
- Infatti, ogni causa ha origine dall’esperienza . Bisogna partire dall’esperienza per comprendere una causa. Ogni cosa ha origine dai sentimenti che creano ogni moto e ogni moto è causa di ogni vita. Ed è la natura, la vera maestra, quella da cui attingere. Non si può fare, se prima non si cerca di conoscere ed io in tutta la vita ho cercato il dentro.
- Il dentro?
- Sì, i moti dell’anima, ma come è fatta un’anima? Quelli che creano i movimenti del corpo e del viso. I comportamenti degli animali, più simili all’uomo di ciò che si crede, i nascosti e segreti umori delle erbe e delle piante. Era il mio modo di amare e di conoscere chi tutto questo aveva creato: Il Grande Operatore.
- Diceva che ha riempito migliaia di fogli di parole e di disegni. Cosa cercava?
- Volevo diventare immortale con le mie invenzioni, perché l’uomo senza fama è come il fumo dei camini che si disperde tra le nuvole, come la spuma del mare che si cancella onda dopo onda. E invece…
- Invece è l’artista più noto al mondo, colui che è eccelso in pittura. Eppure difficilmente ha portato a compimento un’opera.
- Perché cercavo la perfezione che è nel pensiero, nell’intelletto, che mai poteva arrivare alla mano. Nella mia mente ogni cosa era fattibile, possibile, ma la mano mai potrà giungere alla perfezione del pensiero, al contrario di Raffaello che cercava la perfezione nella mano.
- Quel pensiero così poco valutato nel suo secolo, il secolo della concretezza, del fare…
- E fare, io volevo, inventare macchine utili al lavoro dell’uomo, renderglielo meno faticoso
- Ma non sempre di facile realizzazione. Non ha pensato che con le sue invenzioni, geniali comunque, poteva creare illusioni, ma anche grandi delusioni?
Non risponde, ma continua
- Ho inventato di tutto, anche a come imitare il volo degli uccelli, affinché l’uomo potesse librarsi nell’aria
- Ha inventato anche armi . Nessuno più di lei, ne ha inventate tante e di così mostruosamente letali!
- Io odiavo la guerra, è un maledetto affare, ma mi piaceva dare sfogo alla inventiva, alla creatività, all’ingegno
- Mi perdoni, ma mi sembra incoerente.
- Ciò che tu credi è la superficie del mio pensiero e il mio era ed è totalmente libero. La conosci la favola del cardellino che nutre i suoi figli con l’erba velenosa pur di non vederli in gabbia?
- Ho capito. Ma torniamo all’arte . Scrittura, musica, pittura.
- La musica è sorella della pittura, prima opera creativa, dell’uomo, ma scompare quando lo strumento emette l’ultima nota. La scrittura interpreta ciò che l’occhio vede e ciò che l’occhio vede è soggettivo a chi guarda. La pittura esprime la realtà con le immagini e non esistono parole che possano descrivere una immagine facendo abbracciare con lo sguardo una miriade di dettagli, di particolari. Potrà mai raccontare con le parole, se non poco per volta, l’impeto di una battaglia, la polvere sollevata dagli zoccoli di un cavallo, quel colore dell’aria che cambia allo sventolio di una bandiera?…
Oggi penso che Leonardo sarebbe un grande fotografo.
- A proposito di pittura, quale è stata la prima pittura?
- La linea che circonda l’ombra di un uomo che si riflette sul muro.
- Torniamo al suo sperimentare che era rivolto alla meccanica, all’idraulica, alla ingegneria, alla prospettiva…
- A proposito, sa che esiste la prospettiva aerea? La densità e il colore dell’atmosfera variano a seconda della distanza da un soggetto, ad esempio, vedremo le montagne blu, solo grazie ad una illusione ottica.
- Mi scusi se insisto sulla pittura, ma era proprio necessario sperimentare nel dipingere? Perché non ha seguito le tecniche che rendevano le opere durevoli nel tempo? L’ultima Cena, ad esempio, oggi non sarebbe ridotta all’ombra di ciò che era se avesse usato la tecnica dell’affresco, già consolidata.
- E’ vero, ho dipinto sull’intonaco asciutto e dopo un po’ di anni, il colore si è scrostato, ma nulla di ciò che era già stato fatto mi interessava. Io sono un inventore e l’inventore sperimenta. L’esperimento crea esperienza e per sperimentare bisogna essere liberi. Ed io lo sono. E poi, non era il mio principale scopo passare alla storia come pittore. Della pittura amavo più la teoria della pratica.
- Maestro! Non le mie domande ma le sue risposte sono fonte di esperienza. Da oggi in poi, quando cadrà un sasso non mi fermerò solo a raccoglierlo, ma cercherò di comprendere il perché e come sia potuto cadere.
- Hai compreso cioè che non si può fare senza prima conoscere.
Nadia Farina