Ne abbiamo sentito parlare spesso…
È il potere che ha origine agli albori dell’umanità, così misterioso, sacro e altero, il potere dell’energia femminile che esisteva ai tempi dei tempi e segnava l’inizio e la nascita di ogni forma creativa e creatrice, armonica, ricca di pace e collaborazione, contro guerra e sopraffazione, la Dea Madre, la Terra, Gea, Diana, Iside, Cibele, Mater Matuta nell’area etrusca, Gea e Rea nell’area greca; Bona Dea o Magna Mater nell’area romana, la Dea Bianca della mitologia celtica, molti i suoi nomi, come numerose le divinità ad esso associate.
Ha contenuto molte filosofie e già dalla Preistoria si adorava una Dea Unica (DioPadreMadre ) dal 30.000 a.C. fino al 3000, dove scomparve del tutto dopo l’arrivo dell’energia maschile, violenta e dominatrice interessata al possesso, al potere politico e sociale e che l’ha messa in secondo piano, sconvolgendo la storia e l’evoluzione dell’umanità, relegandola da gran sacerdotessa e capo clan che era, al solo ruolo di moglie, madre e sorella assoggettata al potere e volere del maschio, anche nello stesso Olimpo, dove a farla da padrone era Zeus e le altre dee erano comunque sottoposte a lui: Minerva ad esempio nasce addirittura dal suo cervello, da lui nascono anche Ebe, dea della giovinezza ed Eris, dea della discordia. Afrodite, nasce dal mare (Poseidone) : qui è il maschio che ruba il ruolo di partoriente alla donna…
Ma dobbiamo ringraziare, per le molte scoperte fatte in tal senso e portate alla luce nel famoso libro “Il linguaggio della Dea -i culti preistorici (mesolitici e neolitici)” la grande Maria Gimbutas, archeologa lituana, nel quale la studiosa narra di una società in Europa e in Asia Minore (antica Anatolia ) dove uomini e donne erano praticamente alla pari ed unicamente le donne detenevano il potere religioso, (come già accennato capi clan e sacerdotesse) e il culto della Grande Dea, simbolo di nascita e morte ma anche di rinnovamento, regnava su tutto e tutti. Era il periodo compreso fra il 7000 e il 3000 a.C.
E fu tra il 4.300 e il 2.800 a.C., che arrivarono i Kurgan, una civiltà di aggressivi guerrieri, che trasformò la società matrilineare e matriarcale di allora in una patriarcale, maschilista ed egemonica, che sconvolse i valori e il modo di condurre la vita e il credo religioso. Così dal principio di nascita e creazione si passò gradualmente a dominare l’energia femminile, a cancellare il modo pacifico di condurre la vita, dedito all’agricoltura, all’arte, al sacro, alla semplicità con uno assetato di sangue e violenza, territoriale ed espansionistico. Al Paleolitico risalgono i ritrovamenti delle celebri Veneri, statuette di pietra o avorio, di 15 cm. per lo più,raffiguranti corpi di donna caricaturali nelle abbondanti forme con seni prominenti e fianchi enormi, con gli organi sessuali in evidenza, quasi, anzi decisamente, a voler sottolineare la funzione di creazione, gestazione e nascita tipici della creatura femminile. Ma i simboli si sono moltiplicati così come le divinità: fra i Sumeri, ad esempio, vi era il culto della Triplice Dea ( poi sostituito dalla Santissima Trinità), Ninhursag la Triplice (detta anche Ki o Aruru) dal V millennio a.C. ,rappresentata dalla Terra, che formava con il Dio An la Montagna cosmica An-Ki. O in Vietnam : la Madre Terra, La Madre delle Acque, la Madre del Riso, la Madre delle Foreste e delle Montagne, ecc.
In Egitto , vigeva la religione della Dea Cobra Uadjet , che poi prenderà vari nomi tra cui Sirio, Iside e Kundalini, l’energia sessuale e serpentiforme che scorre lungo la colonna vertebrale rivitalizzando l’intero corpo attraverso la ben nota disciplina dello Yoga.
In Metafisica, l’alchimia della Nuova Era, troviamo il culto dei Maestri Ascesi con la Divina Lady Porzia, la Giustizia, detentrice della Fiamma Violetta di S Germain e Lady Nada, Maestra Ascesa dell’Amore Divino, detentrice del Raggio Rosa, ( i raggi sono 7 ed appartengono alle energie degli Arcangeli. E non finiremmo più…
Ma l’unico comune denominatore è lei: l’energia femminile, quella che oggi viene riscoperta , (da non confondere con la pura e semplice femminilità), ma da ricondurre alla forza motrice dell’Universo stesso, la forza dell’amore e della sensibilità, il fulcro della sacralità che si nutre di se stessa, una Dea, appunto, che ognuno di noi ha dentro sé, sia nel corpo di uomo sia in quello di donna, perchè è di spirito che si parla, quello che alimentava e lo fa tutt’ora, leggende e virtù e neanche a farlo apposta, tutte di genere femminile: dalle Muse greche delle Arti, alle Tre Parche, (Cloto, Lachèsi e Àtropo), alle tre Virtù Teologali dantesche (Fede, Speranza e Carità).
Ritrovare il “Potere della Dea” è dunque ritrovare se stessi, riscoprire i talenti dell’anima e ritrovarsi nelle leggi dell’amore e della condivisione, nonché del rispetto. Vero uomo completo o vera donna è colei o colui che incarna questo potere, senza vergogna poichè vi è più forza nella delicatezza di una farfalla che in un pugno di ferro: la vera forza è quella che non ha bisogno di apparire per farsi valere. Questo è quello che ultimamente si sta ritrovando e riscoprendo, in un ciclo di rinnovamento continuo di pensiero e allora sì, cambierà anche la nostra società, torneremo a quella purezza primigenia per tanto tempo soffocata. In altre parole, all’Archè, al Principio della Vita.
Daniela Casaburi
Inno a Iside
Perché io sono la prima e l’ultima
Io sono la venerata e la disprezzata,
Io sono la prostituta e la santa,
Io sono la sposa e la vergine,
Io sono la madre e la figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli,
Io sono la donna sposata e la nubile,
Io sono Colei che dà alla luce e Colei che non ha mai partorito,
Io sono la consolazione dei dolori del parto.
Io sono la sposa e lo sposo,
E fu il mio uomo che nutrì la mia fertilità,
Io sono la Madre di mio padre,
Io sono la sorella di mio marito,
Ed egli è il mio figliolo respinto.
Rispettatemi sempre,
Poiché io sono la Scandalosa e la Magnifica.
(Nag Hammâdi – III secolo d.C.
Daniela Casaburi