Sai, ti amo così tanto,
che se arriverà il momento
e mi guiderà lontano da te,
esso non mi porterà via-
come si potrebbe scordare il fuoco?
Come si potrebbe dimenticare
che la felicità vuol esser
e il dolore non essere?
Sai, ti amo così tanto,
che da ciò non distinguerò
il sospirare del vento, lo stormir dei rami, la vita della pioggia,
il sentiero simile ad una candela,
e ciò che mormora l’altrui oscurità,
che la mente s’è infiammata come un cerino,
e persino il triste batter secco
di una farfalla sul vetro.
Questa poesia è tratta da “Elogio della Poesia”, un’opera che comprende saggi, discorsi e versi della grande poetessa russa Olga Sedakova.
Di lei ha scritto la slavista americana Stephanie Sandler: “Esiste un poeta al mondo che in qualsiasi lingua raggiunga un equilibrio così perfetto tra la conoscenza profonda della tradizione e il coraggio nell’invenzione di una parola nuova? Olga Sedakova in questo non ha pari”
La Sedakova è nata a Mosca il 26 dicembre del 1949 e si è laureata presso la facoltà di Filologia di Mosca ne 1976. Scrive poesie dagli anni sessanta, ma solo dagli anni ottanta i suoi versi e la sua prosa sono apparsi nelle riviste letterarie russe, dopo anni di clandestinità e di grandi sofferenze tra cui l’internamento in un ospedale psichiatrico per cinque mesi.
La sua prima raccolta di Poesie è stata pubblicata a Parigi nel 1986 e in Russia nel 1989.
Dal 1991 insegna alla facoltà di Filologia dell’Università di Mosca nel Dipartimento di Storia e Teoria della cultura mondiale.
Nelle poesie della Sedakova tutto parte dal cuore che si fa pensiero e riflessione. Metafore e tono colloquiale le fanno spesso somigliare a delle parabole senza tempo. Tuttavia la Sedakova, pur perseguendo in perenne ricerca il suo mondo interiore, sa confrontarsi con la realtà esterna che non le sfugge, ma non se ne lascia schiacciare. Amante della cultura classica ( Omero, Dante, San Francesco d’Assisi, Eliot, Rainer Maria Rilke, ) ha studiato varie lingue per poter cogliere la bellezza e la profondità dei testi originali. Dello stesso Dante, di cui ama intelligenza e acume, dice che è “un terremoto” e che in Russia non ci sono Poeti uguali. Nei suoi versi la sua spiritualità si fa gioia e misericordia. La sua Poesia si muove in uno “ spazio altro”, né allineato, né dissidente, quello del non luogo e del non tempo in cui si coglie il mondo nella sua fragilità.
Ho voluto aprire questo mio articolo con la poesia di questa grande poetessa perché in questo triste momento che stiamo vivendo e in cui sembra prevalere la violenza e la morte sulla vita e la pace, ho sempre più necessità di bellezza e speranza e attingo qua e là alla ricerca di versi e storie che mi diano conferma che un mondo migliore è possibile. A tal proposito vorrei raccontarvi una storia che ho trovato meravigliosa. Una storia vera. Quella di Luigi e Mokryna.
Luigi Peduto e Mokryna Yurz si incontrano nel 1943, durante la seconda Guerra Mondiale, nel campo di concentramento di Krems in Austria. Lui è un maresciallo della Guardia di Finanza , appartenente alla 2^ Armata, catturato dai tedeschi con l’intera divisione il 27 settembre, dopo la conquista di Spalato. Lei è una giovane vedova ucraina, madre di una bimba ancora in fasce. Il sottufficiale si prende cura della donna e tra i due giovani nasce un sentimento di reciproco amore. Nell’aprile del ’45 nel lager arrivano i russi e i due si separano. Lei tornerà in Ucraina mentre Luigi nello sbandamento generale ripara nella campagna e poi, attraverso un lungo viaggio pieno di difficoltà, riesce finalmente a raggiungere Castel San Lorenzo, in provincia di Salerno. Le loro vite ricominciano l’una lontana dall’altra senza più alcun contatto. Si sposano e hanno dei figli. Del loro legame resta solo un ricordo che ogni tanto si fa vivo e riaccende un sentimento che negli anni si è assopito. Una piccola fiamma che resiste all’oblio.
Dopo sessant’anni, nel 2004, Luigi, rimasto vedovo, decide di ritrovare Mokryna e si rivolge ad una trasmissione televisiva ucraina che è una corrispondente di quella italiana “C’è posta per te” e in questo modo riesce a ritrovare la sua amata e a trascorrere gli ultimi anni insieme a lei.
Una statua, che raffigura Luigi e Mokryna ormai vecchi e stretti in un abbraccio, si trova dal 2013 nel parco Mariniskyi a Kiev, e viene visitata dalle giovani coppie ucraine quando si promettono amore eterno. Nel 2017 l’emittente televisiva ucraina ha donato al Comune di Castel San Lorenzo la copia esatta del gruppo scultoreo di Kiev.
Vorrei terminare questo mio articolo con un’altra poesia di Olga Sedakova che riesce sempre a trasmettere emozioni che superano qualsiasi barriera di Spazio e Tempo , rendendo il messaggio poetico universale.
Lo stagno dice:
avessi avuto mani e voce,
come ti avrei amato, come ti avrei cullato.
Sono tutti avidi, sai, son sempre ammalati
e le vesti altrui strappano
per farsene bende.
Io, invece, non ho bisogno di niente:
già, tenerezza- ecco la guarigione.
Poserei le mie mani sul tuo grembo,
come una dolce fiera,
e come cielo scenderei
dall’alto in forma di voce.
Anna Bruna Gigliotti
👏👏