Ricordo ancora questa sinistra frase pronunciata dall’Orco nella celebre fiaba “Il fagiolo magico” e preannunciante situazioni psicotiche nonché fameliche… E questo ci porta ora ad aprire una porta per un piccolo ma singolare viaggio all’interno dei simboli evocativi delle Fiabe e dei segreti celati dietro il loro (apparentemente innocente ) significato.
Vi va di giocare a carte? Non si tratta di tressette o briscola, ma di carte molto ma molto speciali, le Carte di Propp: questi era un linguista ed antropologo russo che aveva studiato le origini storiche della Fiaba nelle società tribali e nei Riti di Iniziazione, creando un modello che serviva all’interpretazione e alla per così dire “decriptazione” del ciclo narratorio, poiché aveva notato che in essa le situazioni si ripetono sempre e sono sempre le stesse, cambiano solo le azioni e i personaggi e ci si muove come attraverso uno schema predefinito. Ne è così conseguita una nuova modalità di lettura dove ogni personaggio o situazione veniva così catalogata e tradotta in grafici, tabelle e vere e proprie “carte” con cui si può creare una storia e giocare, senza una regola precisa, utile questo sia a livello didattico che per soddisfare una pura curiosità creativa.
Facciamo qualche esempio: gli elementi di una Fiaba ( da non confondere con il termine “Favola ”che aveva per protagonisti gli animali ed aveva una sua “morale”, celebri quelle di Fedro o Esopo), sono: l’Eroe, il Protagonista, il vincitore finale, (il Principe Azzurro), colui che riesce in una sfida, sposa la principessa, uccide l’orco ecc.; l‘Antagonista, (il rivale in amore, il cattivo), che si oppone al Protagonista e perde sempre; il Mandante: colui che assegna la missione al Protagonista, (per esempio la mamma di Cappuccetto Rosso); il Donatore, colui che dona un Mezzo Magico al protagonista per la sua Missione, ( il Mago Merlino o la Fata Madrina) e altri ancora…
E poi le azioni, le situazioni, chiamate Funzioni, ne citiamo alcune, come: l‘Allontanamento (l’Eroe si allontana da casa per un particolare motivo); il Divieto (imposto al Protagonista); l‘Infrazione del Divieto, il Tranello; la Prova dell’eroe, tante altre ancora fino al Lieto Fine… “e vissero tutti felici e contenti.”
Propp è il geniale autore di “Morfologia della Fiaba”, un trattato prezioso quanto famoso, un mezzo per respirare le dinamiche fiabesche ma anche per scoprire un’insolita verità codificata al di là di ogni immaginazione.
Partiamo da Cappuccetto Rosso: è in realtà un Rito di Iniziazione al Femminile e di passaggio all’età adulta da parte di una ragazzina che attraversa la pubertà ( il mantello rosso) e diventa una donna, il Lupo rappresenta anche l’Animale Totem o di Potere a livello Sciamanico che porta la ragazzina nell’Aldilà, dagli Spiriti degli Antenati (dalla nonna anziana) attraverso dei sacrifici propiziatori, ( il cestino con il cibo), il Lupo rappresenta anche un essere demoniaco incontrato durante il tragitto nel Mondo dell’Invisibile, il Cacciatore è la donna o anche il ragazzo stesso divenuto adulto…e ci fermiamo qui perché ci sarebbe ancora da dire…
Altra Fiaba, altri simbolismi: “Alice nel Paese delle Meraviglie”, simboleggia il Viaggio Sciamanico nel Mondo Inferiore, (per l’appunto sotto terra), dove si incontrano gli Spiriti Alleati, gli Animali di Potere, (lo Stregatto, il Bianconiglio) assieme ad altre prove o sfide, o anche “attraverso lo specchio” che altro non è che una Dimensione Parallela.
Esistono delle Fiabe che non hanno nulla da invidiare ai più macabri e cruenti film horror (e in questo i fratelli Grimm erano imbattibili): molte delle loro Fiabe contenenti particolari violenti nei riti iniziatici, sono state poi da loro stessi modificate per renderle meno traumatiche.
In molte tribù e antiche civiltà i ragazzi, nel passaggio all’età adulta ,venivano di forza condotti da un vecchio sciamano in luoghi ameni, oscuri e selvaggi, per alcuni giorni o per una notte al seguito dei quali, si raggiungeva, al superamento del crudo isolamento, l’età adulta: il ragazzo diventava Uomo, ma accade ancora oggi, in qualche parte del mondo nei vecchi villaggi di tribù secolari.
Nella Fiaba è così. Esistono persino dei doppi sensi a carattere fortemente erotico come la scarpetta di cristallo infilata al piede di Cenerentola, che viene associata alla verginità ed alla perdita di quest’ultima, non parliamo poi dell’incontentabile “Principessa sul pisello”… “Biancaneve e i sette nani” numero simbolico IL 7, che compare anche in “Sette in un colpo” dei Grimm . L’Orco cattivo divora-bambini? Purtroppo figura molto attuale dal simbolismo molto chiaro. Il lieto fine citato prima è però la logica conclusione di queste iniziazioni: il racconto era per i bimbi e i ragazzi di allora un mezzo fondamentale per rivivere emozioni e paure, per confrontarsi con sé stessi, in altre parole, per Crescere, e veniva dato agli anziani, ai nonni, il compito di indirizzare con la saggezza e l’equilibrio che solo loro avevano nel raccontare certe cose e renderle persino gradevoli.
Oggi i nostri ragazzi , spesso con TV, PC o cellulare alla mano, crescono purtroppo da soli e la magia del racconto si perde nella notte dei tempi, le immagini e le storie non vengono loro trasmesse, donate, insegnate, ma travolgono senza permesso e spesso, ahimè, traumatizzano, poiché nel modo sbagliato e anticipatamente, sfornano realtà crude e concetti incomprensibili, per i quali ci vogliono ( anche se oggi con più fluidità del passato), i giusti tempi e modi : una mela matura con calma, non la si strappa dall’albero. Così… raccontiamole ancora le storie, le Fiabe, diamo modo alla dimensione del Sogno e della Magia, di compiere il loro effetto, psicanalitico , adrenalinico, creativo e avremo in tal modo contribuito ad una sana maturazione dei nostri ragazzi, insomma, Che la mela cada quando deve cadere…”
“Volta la pagina… e c’è una farfalla, volta la pagina… e la storia è finita.
Daniela Casaburi