I SIMBOLI Magici nelle FIABE e non solo: (prima parte)
I simboli, e non solo quelli che ritroviamo nei libri di fiabe, si perpetuano nel tempo, entrano a far parte della nostra quotidianità anche se non ne siamo consapevoli ed hanno spesso riscontri nella realtà oggettiva. E’ come se l’uomo, fin dai suoi albori, fosse al corrente delle regole dell’Universo e l’avesse dimenticato, ma attraverso le conoscenze del suo tempo, le trasformasse in Simboli e Segni.( Non sempre sinonimi)
A tal proposito, una citazione del grande Leonardo Da Vinci, esprime molto chiaramente questo pensiero: Le cose disunite s’uniranno e riceveranno in sé tal virtù, che renderanno la persa memoria alli omini.
Il termine Simbolo con origini greche e latine, aveva il significato di “mettere insieme”, secondo l’antica usanza greca, per cui due persone che avevano stabilito un patto o dovessero invece allontanarsi, potessero riconoscersi attraverso una delle due parti di una tessera, generalmente di terracotta, malamente spezzata in due.
E’ per questo che gli uomini si avvalgono di simboli? Per riconoscersi nelle antiche usanze e trovare risposte alle infinite domande? Perché l’uomo, che nella realtà ha bisogno di riti che diventano punti fermi della sua quotidianità, si avvale allo stesso modo dei rituali di figure magiche che interpretano desideri e sogni?
Forse, per poter credere nel futuro, nella possibilità di trasformare l’impossibile in possibile, cerca la divinazione attraverso i cosiddetti maghi o più semplicemente si rifugia nelle favole, nelle fiabe o nei racconti fantastici.
Ma cosa è la FANTASIA? E’ la facoltà dello spirito, nata da mente fervida, di riprodurre o inventare immagini inesistenti, in parte o in tutto, diverse dalla realtà, che diventano così: FANTASTICHE.
La MAGIA invece, è la presunta capacità di dominare le forze della natura mediante il ricorso ad arti occulte di natura malefica o benefica mediante: fate, maghi, streghe, gnomi, stregoni e quant’altro, i quali si avvalgono di oggetti che per antiche leggende hanno un potere straordinario e, con la capacità di trasformare le cose con incantesimi, creano lo stupore e la meraviglia, mentre MAGICO, si definisce tutto ciò che trasforma la realtà con l’uso di strumenti (formule e bacchette magiche, amuleti e talismani) ma anche ciò che cambia all’improvviso una atmosfera. Definiamo magiche infatti, le luci di cui non conosciamo la provenienza e rendono perciò la sensazione dell’incanto e… MAGOS, da cui deriva la parola Magia, era il sacerdote persiano che interpreta i sogni.
IL SOGNO: E’ il girovagare della nostra mente durante il sonno. (Vedere in sogno, apparire in sogno). Il sogno deriva dalla parola sonno che era il nome latino del dio Sonno, ovvero il greco Hipnos. Padre di Morfeo, ma anche di mille figli, il che sta ad indicare la molteplicità delle forme in cui i sogni si presentano. (quando dormiamo ci abbandoniamo nelle braccia di Morfeo)
Ascoltare i sogni aiuta spesso a risolvere i problemi della quotidianità, anticipa il futuro ma forse è un déjà-vu? Eppure ci sono persone eminenti che assicurano di avere trovato nei sogni risposte importanti ai loro quesiti. Ad esempio, raccontano gli aneddoti, che Einstein, avrebbe trovato in un sogno la sua Teoria della Relatività.
Nei sogni, nei libri di fiabe, Cammina cammina… nel bosco, incontriamo personaggi ammantati di mistero:
LE FATE: Tante sono le leggende che raccontano l’origine di queste figure fantastiche ed ogni popolo ha la sua immagine. Quella che sembra essere l’origine primaria si rifà al nome, Fata ovvero dea del destino. In alcune culture sembra essere parte della natura ancora prima dell’avvento dell’uomo sulla terra.
Le farfalle potrebbero avere dato origine a questo mito per le trasformazioni che subiscono e per la loro levità. Le fate possiedono poteri sconfinati, possono cambiare aspetto, da pianta ad animale, trasformare gli uomini o gli oggetti. Possono creare dal nulla, spostare interi palazzi o colline, apparire o sparire. Possono fermare il tempo. Predire il futuro, ma raramente ne informano gli uomini. Potrebbero inoltre esaudire ogni desiderio.
L’iconografia classica le mostra:
1) Con ali che si fanno sempre più grandi e lunghi capelli che si allungano ogni volta che usano la loro energia per diventare invisibili o cambiare aspetto che però, non possono mantenere a lungo.
2) Con un cappello a punta, che si pensa possa convogliare attraverso la punta, le forze delle costellazioni e le energie cosmiche. Il cappello a punta e la bacchetta magica, diventano antenne capaci di creare un contatto fisico tra il mondo visibile e invisibile.
Funzionavano come antenne per catturare le onde cosmiche. (progenitrici delle paraboliche e delle antenne sui tetti dei palazzi ? )I capelli e i peli sono le antenne dell’uomo. Rivelano emozioni, sensazioni, con l’elettricità corporea. Ecco la ragione per cui diventano ingredienti principali nella preparazione di filtri e talismani di personaggi spesso nefasti come streghe o maghi.
LA BACCHETTA MAGICA, strumento principe di tutte le fiabe, è realizzata con un ramo liscio e senza nodi, di un albero di Sambuco. Non esiste bacchetta che possa essere magica se non ricavata da un albero vivo. Convoglia le energie cosmiche in quelle della terra e in quelle del mondo delle ombre riuscendo a fare incantesimi. Incanala e agisce direttamente sulle persone o sulle cose, diventa elemento di trasmissione tra la forza magica e il mondo, poiché sugli oggetti colpiti da una bacchetta magica, si trasferisce la forza vitale della pianta d’origine.
Le ragioni antiche di questa credenza, derivano dal fatto che fino dalla notte dei tempi, si conosce il potere medicinale di ogni parte del Sambuco, nonché la sua proprietà di allontanare gli insetti.
Le sue caratteristiche parlano anche di guarigione dalle malattie, di salvezza dalla morte, lo fanno presiedere al rinnovamento, alla rinascita, al cambiamento, facendo allontanare gli spiriti maligni.
La bacchetta magica come simbolo del potere, la si ritrova addirittura nei dipinti murali delle piramidi e nelle caverne rupestri. La troviamo in mano a Mosè, e come ci dice Virgilio nell’Eneide, in mano ad Enea, che solo con il suo aiuto può varcare la soglia dell’aldilà … o in mano alla Maga Circe, nell’Odissea, quando trasforma i compagni di Ulisse in porci.
Oggi la ritroviamo come scettro dei re, in mano ai direttori d’orchestra o quando si vuole indicare una strada su una mappa…
Una fata che perdesse la sua bacchetta, perderebbe anche il suo potere, ma per chi la ritrovasse, dopo avergliela riportata su una collina, in una notte di luna piena, farebbe la sua fortuna, poiché le fate realizzerebbero ogni suo desiderio.
In contrasto con la bacchetta magica delle fate troviamo:
LA SCOPA: il cui simbolismo nasce dall’uso che se ne fa. Pulisce e spazza il pavimento e poiché riesce a togliere ogni residuo, anche umano, come capelli, unghie, peli ecc. è vista come strumento della STREGA che con questi residui crea talismani.
La pulizia che normalmente si fa con la scopa, nasce quindi, non da un bisogno primario di igiene, ma dallo spazzare fuori di casa ogni maleficio che le streghe potrebbero operare avendo a disposizione proprio questi residui. Bisogna però portare la spazzatura al centro del pavimento, e poi raccoglierla. Spazzare fuori della porta di casa, si rischia di gettare via anche la fortuna.
L’usanza poi, di mettere fuori dalla porta di casa una scopa o una ciotola di sale, nasce dalla credenza che una strega, elemento negativo e pericoloso, prima di entrare, debba contare ogni filo di saggina od ogni granello di sale impiegando così tanto tempo, da arrivare fino al mattino, cosa che la costringerebbe a sparire. Il sale inoltre, è temuto ed odiato dal diavolo e da tutti gli esseri soprannaturali.
Non bisogna dimenticare che Gesù chiama i suoi discepoli “il sale sulla terra” . Prezioso, il sale dà sapore ad ogni alimento e preserva dalla corruzione. (mettere sotto sale ) ed in modo traslato, aumenta il sapore della vita spirituale.
Tutti gli oggetti presenti nell’universo ed anche i pensieri, emettono vibrazioni, le vibrazioni si incontrano e si scontrano con la realtà circostante, mutandola.
Basti pensare alle vibrazioni di un particolare suono, che dividono l’acqua dall’olio. Ecco allora, che le formule magiche accompagnano gli amuleti che rafforzano gli incantesimi e sono esse stesse amuleti .
Le parole come suono, sono usate nella preghiera, in qualunque religione, poiché danno origine a energie cosmiche. Nei testi mistici e di magia si parla dell’origine del suono.
Il suono è una vibrazione, la vibrazione muta la forma, la prima vibrazione è stato chiamato
“IL Verbo”
Non esiste però personaggio favolistico o meno che non abbia la sua personale FORMULA MAGICA : Abracadabra– Sim Sala Bim– Apriti Sesamo– Bibbidi Bobbidi Bu- sono solo alcune delle formule più note.
La più famosa è sicuramente Abracadabra. La si ritrova Nel Liber medicinalis di Quintus Serenus Sammonicus, medico imperiale, nel terzo secolo dopo Cristo. Il significato più accreditato sembra sia “creo ciò che dico” o “creo come parlo“. In aramaico, invece, significa “Sparisci con questa parola” ed era usata per fini medicamentosi e terapeutici. Si raffigurava come un cono rovesciato e bisognava recitarla togliendo ogni volta una lettera, fino alla sparizione del male o alla creazione di un incantesimo.
ABRACADABRA
ABRACADABR
ABRACADAB
ABRACADA
ABRACAD
ABRACA
ABRA
ABR
AB
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Nadia Farina
Nel prossimo numero: Il simbolismo degli oggetti magici.
(La foto è un’opera di Nadia Farina)