Gio. Nov 21st, 2024

Il non finito è concesso solo a Michelangelo.

Io, italiano medio, fruitore di fiction sul divano, copertina della nonna e tisana al fianco, settimana dopo settimana seguo lo svolgersi di racconti ripresi da una pseudo-realtà.

Mi appassiono, accetto supinamente le cento e più incursioni  di una pubblicità selvaggia, solo per sapere come andrà a finire, ma non lo saprò mai. Gli autori e gli sceneggiatori, ormai danno allo spettatore il non finito, affinché questi rimangano sospesi in attesa della prossima volta in cui, bontà sua, la TV, riproporrà la nuova stagione, si dice così, ed è come se un libraio strappasse le ultime pagine di un romanzo per farne un altro libro da acquistare in un secondo tempo.

Per un numero imprecisato di anni, le fiction erano costituite da un racconto che si dipanava come un fil Rouge, legando ed intersecandone altre,  più piccole,  al suo interno, che avevano comunque una fine, lasciando sospesa quella principale, ma una sola, quella che dava ragione di esistere alla fiction stessa.

Lo spettatore ha imparato ad accettare questo malcostume. Ma da qualche anno ormai, le storie, grandi e piccole, senza alcun rispetto dello spettatore, non terminano mai, anche se viene annunciata una puntata, come l’ultima. Un grande imbroglio. Lo spettatore se proprio lo desidera, per rispondere ai suoi interrogativi, dovrà aspettare, se tutto va bene, un paio di anni. Allora  le domande sono: sarà perché così gli autori si sono creati un lavoro a tempo indeterminato?

Sarà perché i pubblicitari hanno messo in serbo un portafoglio?

Per quanto riguarda gli attori, il discorso è diverso, alcuni vanno sul sicuro (saranno certamente richiamati sul set) a meno che gli autori, per ragioni a volte sconosciute ed imperscrutabili, non facciano morire i personaggi  in circostanze misteriose, facendoli scomparire.

Insomma, a pagare il non finito è solo lo spettatore che comunque, versa malvolentieri un canone imposto.

Naturalmente a tutto questo andazzo, la soluzione esiste: Andare in una libreria seria, acquistare  un bel libro, e copertina della nonna, luce giusta e tisana al fianco, immergersi nella lettura.

Nadia Farina

(Foto di Nadia Farina)

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