Gio. Nov 21st, 2024

Il capro espiatorio o “paziente designato”, come lo definisce una branca della psicologia, è il soggetto o il gruppo di soggetti sui quali sono scaricate colpe o che non hanno o di cui sono responsabili solo parzialmente.

Nei sottogruppi sociali, nei contesti lavorativi, in famiglia, la ricerca inconscia del capro espiatorio è molto diffusa. Non solo gli specialisti che all’interno delle aziende si occupano del sostegno psicologico e della formazione, ma anche psicologi e sociologi che sono impegnati nella consulenza familiare e sociale, sono perfettamente consapevoli che qualunque sia l’interazione umana, non si può mai prescindere dalla possibilità che si generi un capro espiatorio. Questa peculiare definizione nasce da un rito utilizzato anticamente durante le cerimonie religiose con cui gli Ebrei chiedevano il perdono dei propri peccati nel Tempio di Gerusalemme. Simbolicamente, nel giorno dell’espiazione queste colpe venivano caricate su di un capro che successivamente veniva mandato nel deserto.

Ma come si sviluppa questa dinamica psicologica?

La maggioranza degli studiosi in materia converge sul fatto che uno dei meccanismi principali è la proiezione, tema che abbiamo già affrontato diversi mesi fa proprio su questa rubrica.

La proiezione, ricordiamolo, è un meccanismo di difesa secondo cui sentimenti e pulsioni vengono trasferiti su un dato oggettivo (una minoranza sociale, una persona all’interno di un gruppo di lavoro, un componente di una famiglia, il partner).

Nel caso in cui il capro espiatorio sia riscontrabile nella vita privata, la vittima sacrificale è o quella su cui sono trasferite colpe che inconsciamente si teme di avere in prima persona ma non si ha il coraggio di riconoscere, oppure si individua qualcuno su cui scaricare rabbia, frustrazione e fallimenti che provengono da un altro dato oggettivo (ad esempio, mi arrabbio con mia moglie ma in realtà il senso di frustrazione mi giunge dal contesto lavorativo).

Dal punto di vista sociale, invece, la ricerca del capro espiatorio è una dinamica molto delicata che spesso ha risvolti imprevedibili e tragici (Olocausto). La  responsabilità politica sta nel fatto che spesso vengono attribuite ingiustamente colpe a una minoranza solo perché, a causa di una serie di circostanze, ha scarse possibilità di difendersi dalle angherie scellerate dei prepotenti.

Non possiamo certo esimerci dal ricordare come durante lo scorso secolo in Germania gli Ebrei furono individuati dalla propaganda nazista come causa del collasso politico e motivo principale della crisi economica tedesca e mondiale. Oggi, rigurgiti di questo stampo li ritroviamo verso persone di colore, extracomunitari, omosessuali e, nonostante pochi ne parlino, di recente anche verso i “No Green Pass”  o i “No-vax“, che pur sostenendo tesi molto lontane tra loro, sono strumentalmente accomunati.

Ma quali sono le  caratteristiche che deve avere un capro espiatorio?

Psicologi e sociologi si sono sbizzarriti su questo argomento e pertanto gli elementi sono diversi e andrebbero tutti trattati singolarmente. Tuttavia le motivazioni più comuni le possiamo così compendiare:

  1. Disporre di un presunto oggetto che possa mettere a rischio la stabilità della gran parte della collettività (nel caso degli extracomunitari potrebbe essere la loro disponibilità a lavorare con costi a ribasso nel mercato del lavoro)
  2. Smuovere pulsioni inconsce o desideri nascosti di libertà, indipendenza e debolezza a lungo repressi che la coscienza individuale o collettiva non ha il coraggio di riconoscere. Alfred Adler, ad esempio, fu il primo a scrivere che la repulsione verso i soggetti omosessuali nasce dal grossolano tentativo che fa la coscienza per reprimere le proprie pulsioni omossessuali.
  3. Il capro espiatorio deve avere una parziale o totale impossibilità di reagire. Nelle dinamiche lavorative, ad esempio, “la scelta” del capro espiatorio ricade su di una persona che è sostanzialmente pacifica, non è disposta a negoziare il proprio pensiero per nessuna ragione e deve occupare una posizione tale da non avere gli strumenti per poter ledere nessuno.

Gli Ebrei possedevano tutti e tre questi elementi che poi, come abbiamo prima accennato, vennero magistralmente utilizzati dalla propaganda politica affinché fossero prima discriminati, poi privati di tutto (lavoro, casa  e beni materiali) e infine perseguitati e uccisi. In effetti il “politicamente corretto” dovrebbe proprio fungere da anticorpo contro quei meccanismi psico-sociologici che, come abbiamo visto riguardo agli Ebrei nel secolo scorso, se non riconosciuti ed eradicati immediatamente, potrebbero portare a risvolti imprevedibili e umanamente disastrosi.

La cosa più inquietante in merito è che sia la letteratura scientifica, sia quella storica, ci insegnano che la ricerca del capro espiatorio è un abuso emozionale silenzioso e latente di cui non è mai facile accorgersene, almeno fino a quando non è troppo tardi, cioè quando il danno è già stato irreversibilmente compiuto.

Antimo Pappadia

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