3783 è il (presunto) numero dei morti reali per Covid19 che l’Istituto Superiore della Sanità avrebbe, qualche giorno fa, estrapolato in seguito all’analisi fatta sulle 132.000 schede dei deceduti nel 2020 per SARS-CoV2.
Molti media autorevoli hanno bollato la notizia come Fake news. Altri giornali, a dir il vero non particolarmente prestigiosi, hanno invece confermato lo studio. Ma qual è la verità? Intanto una verità inquietante è che nessun giornale (almeno a me così risulta) abbia tentato di fare un po’ di chiarezza sui fatti oggettivi, costringendo le persone a vagare nell’inestricabile giungla di informazioni non sempre corrette. Noi de www.lintelligente.it cercheremo di onorare il nostro mandato e, deontologicamente parlando, ci impegniamo a restare fedeli ai dati oggettivi, senza cercare né titoli ad effetto, né sensazionalismi che possono distorcere la realtà.
Partiamo subito dal fatto che non è vero che l’Istituto Superiore della Sanità ha analizzato tutte le 132.000 cartelle dei deceduti per covid19, ma ne ha studiate una campionatura di 7900 (circa), giungendo al risultato che, di tutti i morti di SARS-CoV-2, solo il 2,9% non aveva altre patologie croniche importanti preesistenti. Dalle quasi 3000 cartelle analizzate è stata fatta la proporzione sulle 130.000 esistenti ed è saltato fuori il numero 1783 che, naturalmente, resta una cifra ipotetica. Tra le malattie croniche antecedenti di cui soffrivano le persone decedute e risultate positive al tampone, sono stati annoverati i malati oncologici, quelli che soffrivano di ipertensione farmacoresistente, i sofferenti di patologie cardiovascolari e renali, di diabete, AIDS e altre ancora. La media dell’età è intorno agli 80 anni. In pratica l’ISS ha solo tradotto in numeri ciò che a noi tutti era già evidente attraverso l’osservazione dei fatti. Pertanto questa notizia non ha nulla di eclatante e va solo a confermare ciò che già si sapeva.
Certo nessuno è in grado di poter presumere quanto tempo le persone decedute, pur essendo gravemente malate e in maggioranza molto avanti negli anni, avrebbero potuto vivere ancora. No… Non si può nemmeno escludere che qualcuna di queste, nonostante gli acciacchi, avrebbe potuto vivere anche per un altro decennio e godersi la famiglia e i nipoti. E’ vero, nessuno può escludere alcuna possibilità, tuttavia se come dimostra l’ISS i due terzi dei morti di covid19 (il 67,8 per esattezza) aveva più di due malattie croniche importanti ed erano uomini e donne molto anziani, significa anche che chi è sano e giovane può (almeno per sé) avere un alto grado di probabilità che il covin19 non gli sarà letale. Inoltre spero anche vivamente che questi dati possano aiutare anche a stemperare un po’ le tensioni che ci sono tra vaccinati e non vaccinati e a dissuadere alcuni irriducibili dalla loro ostinata ricerca di capri espiatori su cui proiettare la propria congenita ipocondria.
Antimo Pappadia