L’idea che le persone abbiano perso interesse per la sessualità sembra essere in contrasto con i molteplici messaggi che arrivano dai media e dai contesti di vita quotidiana.
La forte sessualizzazione della cultura moderna ha in realtà ben poco a che vedere con la cognizione di quanto, sessualità e intimità, siano fondamentali nella costruzione della felicità, e il fatto che molte persone parlino di sesso o facciano sesso, non corrisponde necessariamente a un interesse autentico e consapevole.
Sono soprattutto i giovani, forse perché troppo impegnati nei social, inghiottiti dalla vita virtuale, o perché sempre più schivi e asociali, a rappresentare la categoria maggiormente disinteressata a sesso e intimità. L’affettività perde di importanza nella loro vita e i motivi sono tanti, ma è soprattutto la crescente preoccupazione per l’incertezza del futuro a contribuire allo sviluppo di una sindrome del celibato, che spinge ad un continuo rimandare nel tempo le questioni relative a legami, matrimonio e figli.
Gli adolescenti appaiono più interessati all’approvazione dei coetanei che alla ricerca dell’intimità erotica. Concentrati sulla realizzazione di un’identità sociale conforme a determinati standard e modelli, inseguono ideali di perfezione secondo criteri che non includono il sesso. Non hanno in mente di attrarre eventuali partner e intendono la valorizzazione del proprio corpo soltanto come un mezzo per ottenere approvazione, e non per indurre desiderio.
Tuttavia la diminuzione di attrattiva per sesso, intimità e vita affettiva, tende a manifestarsi in tutte le fasce d’età, rimpiazzata da un interesse crescente verso lo studio e la carriera professionale, e un sempre maggiore indirizzo verso una vita da single. Non ci si innamora più tanto facilmente, forse perché divenuti più insicuri e diffidenti, ma di fatto l’amore e la vita di coppia hanno perso quella centralità che occupavano nel mondo delle relazioni. Non soltanto l’instabilità economica e l’incertezza per il futuro, ma talvolta, a rappresentare un impedimento, vi è anche l’elevata pressione di richieste aziendali che non lasciano tempo e spazio sufficiente per la realizzazione di una vita sociale ed affettiva stabile e duratura. Per costruire una relazione di coppia e raggiungere un’intimità sono indispensabili tempo, impegno, e denaro, proprio quelle cose che vengono a mancare, ed è necessario assumersi responsabilità che in queste condizioni non tutti sono in grado o hanno voglia di sostenere. Risulta dunque più agevole cercare la propria realizzazione nel campo professionale e nello status sociale che nella vita privata, privilegiando gli aspetti cognitivi e razionali della propria vita e rinunciando a interrogarsi su bisogni emotivi e desideri personali. Così si sceglie di restare soli che pare meno faticoso…
Anche nelle coppie, già formate e più o meno stabili, le relazioni intime si riducono, e non più per motivi come la nascita dei figli o il sopraggiungere di abitudine e calo del desiderio, ma, semplicemente, l’intimità viene soppiantata da interessi che appaiono più allettanti, e la tecnologia è la prima a finire sul banco degli imputati come responsabile di un trasferimento di attenzione che riduce, marginalizza, talvolta annienta, l’appetibilità del partner.
Oggi donne e uomini si ritrovano ad avere le stesse potenzialità espressive sul piano sessuale, ma anche le stesse significative difficoltà a ricercare piacere e intimità. Non sanno più che fare della loro vita erotica, il sesso è bloccato, inibito o usato strumentalmente, si riduce alla ricerca di qualche valvola di sfogo, senza avere la più pallida idea di cosa sia veramente l’intimità sessuale.
La ricerca di intimità e piacere sessuale si rende possibile soltanto quando passione e potenziale emotivo possono essere espressi liberamente senza che da questo derivi frustrazione e sofferenza. Ma se questo viene vissuto come un pericolo, si sviluppa, più o meno consciamente, la tendenza a utilizzare strategie difensive che conducono ad evitare o limitare vicinanza fisica ed emotiva. Le difese di natura psicologica scaturiscono sempre da un dolore che vuole essere evitato, e nelle relazioni comportano inevitabilmente delle chiusure, specialmente nella sessualità, che oltre a riguardare la ricerca attiva di soddisfazione e piacere personale, rappresenta la capacità di far coesistere assertività e accoglienza, affermazione di sé e apertura alla soggettività altrui.
Quasi un paradosso in quest’oggi in cui non si fa che parlare di accoglienza e apertura agli altri, concetti professati nei loro aspetti formali, ma dei quali, probabilmente, si fa fatica a coglierne essenza e profondità.
Nunzia Manzo