Siamo giunti al terzo ed ultimo dei complessi familiari descritti da Lacan. Dopo aver visto il “Complesso di svezzamento” che fa riferimento all’imago materna e al “Complesso di intrusione”, imago fraterna, passiamo al terzo ed ultimo, il “Complesso di Edipo” che fa riferimento all’imago paterno
Nella fase del complesso edipico viene offerta al soggetto la possibilità di sfuggire alla dialettica paranoica di rivalità immaginaria al proprio doppio: il soggetto, identificandosi col padre, non si identifica più soltanto con un’immagine speculare del proprio Io (moi), ma con un’intera cultura, cioè con un’immagine del proprio Io che gli viene rinviata e prescritta da ogni altro membro della società in cui vive, cioè che struttura dall’alto ogni rapporto sociale. Questa identificazione culturale gli consente di stabilizzare il ciclo, potenzialmente infinito, delle identificazioni speculari. A differenza dell’identificazione speculare (“immaginaria”) col doppio che caratterizza le strutture paranoiche pre-edipiche, l’identificazione culturale (o “simbolica”) col padre è un’identificazione sempre in corso con un Ideale.
Quando il soggetto si identifica col padre, il Super-io si presenta nella forma di un Ideale dell’Io a cui il soggetto può soltanto approssimarsi via via che si allontana dal corpo materno. Questa sospensione tra l’avere e il non avere il corpo materno che è una costruzione culturale, consente all’individuo di accedere non consapevolmente o direttamente, ma simbolicamente, in maniera mediata e obliqua alla propria condizione, cioè alla condizione di soggetto sospeso al processo di identificazione. L’Edipo è la favola sociale che narra simbolicamente lo stallo dell’identificazione umana, è la nascita di un Ideale dell’Io che svela la natura di ogni altra immagine idealizzata dell’Io (o Io Ideale). Ogni volta che questo ideale dell’Io è in crisi, come si verifica oggi nelle nostre società dove è messa in discussione l’imago del padre, l’uomo ripiomba nell’enigma della propria identità. La particolare caratteristica del complesso familiare si articola attraverso una condizione temporale sincronica e non diacronica, come vuole la tradizione post-freudiana; questo modo di mettere l’accento sulla sincronia è il tempo tipico della struttura. Ciò vuol dire che l’Edipo non si colloca strutturalmente dopo che sono comparsi in precedenza altri stati, ma è una struttura sempre presente poiché il bambino nasce già all’interno della struttura edipica portatrice di simbolico: l’Edipo e il simbolico coincidono.
L’Edipo rappresenta due funzioni la prima, l’ingresso al mondo della cultura rispetto a quello della natura con il suo carattere della struttura simbolica, la seconda, stabilisce la regola di limitazione al godimento che si riassume il divieto all’incesto.
Alessandro Nenna