Nel precedente articolo abbiamo analizzato “Lo svezzamento” il primo dei tre complessi Familiari secondo il clinico Lacan. Oggi parliamo del “Complesso di Intrusione” mentre nel prossimo numero ci dedicheremo al terzo ed ultimo quello di Edipo.
Un’altra fase fondamentale per la vita degli esseri umani è quella caratterizzata del confronto con il fratello.
Il complesso di intrusione (tra sei mesi e due anni) ruota attorno all’imago del fratello. È sia l’intrusione nel nucleo familiare di un fratello più piccolo che l’intrusione dell’imago del fratello maggiore nell’Io del minore (fase dello specchio). L’Io (moi) costituitosi allo specchio viene sostituita dall’immagine del proprio simile, del doppio o del fratello. Questa identificazione però rimane instabile perché vi prevale la tensione tra l’immagine speculare dell’Io e il corpo in frammenti. Il bambino che vede il fratello minore succhiare dal seno materno vede riattualizzata la ricomposizione dell’armonia perduta con la madre. Identificandosi così col fratello, al contempo soffre per la distanza che effettivamente lo separa dal seno materno e dall’immagine idealizzata del suo stesso Io. Il bambino oscilla tra l’aldi qua e l’al di là dello specchio, tra il corpo-in-frammenti e l’identificazione con l’imago fraterna. Ciò si verifica quando all’interno del nucleo familiare due soggetti piuttosto simili partecipano alle stesse relazioni familiari.
La gelosia infantile ha molto colpito gli studiosi. Sant’Agostino rimase sorpreso nel vedere un bambino intento a covare gelosia per il suo compagno, non parlava ancora e già era livido e torvo verso il suo compagno di latte. L’aggressività di cui stiamo parlando non ha nulla a che vedere con quella descritta da Lorenz generata dalla difesa del territorio. In effetti, lo psichismo di questa fase è formato dall’idea organizzatrice dell’Io costruito allo specchio attraverso l’immagine del proprio simile, ma questa idea rimane abbastanza instabile poiché c’è sempre un senso di precarietà che governa e che tiene in tensione poiché rimanda la sensazione del corpo in frammenti.
Il bambino oscilla tra l’al di qua e l’al di là dello specchio, tra il corpo in-frammenti e l’identificazione con l’imago fraterna. Si verifica quando all’interno del nucleo familiare due soggetti piuttosto simili partecipano alle stesse relazioni familiari. Questa posizione costituita dai simili è organizzata attraverso una posizione omosessuale, poiché la persona che mi identifica è l’identico, il simile e quindi anche dello stesso sesso, dunque omosessuale. Attraverso l’oggetto di identificazione è possibile, nella posizione narcisistica, osservare l’altro cercando di scorgere anche questioni riguardo alla sessualità. Bisogna riconoscere questa posizione di grande interesse che si mantiene nell’immagine del soggetto rivale. Un interesse che si spaccia come odio, è mantenuto sempre costante in maniera gratuita forse dal corrispettivo amoroso. Si confonde ancora di più invece quando è mantenuto dal vissuto amoroso che diviene una forma riversata nell’alta passione anche particolarmente ossessiva, mentre nelle forme psicotiche è mantenuto non tanto dalla rivalità, ma dal diniego e dalla negazione. Nelle forme studiate da Freud, c’era specificato come il bambino sapeva ricreare l’assenza dell’oggetto ai suoi occhi durante il gioco del fort/da e che dopo il penare improvvisamente l’oggetto riappare, è l’identificazione con il fratello che riesce a far sorgere la mancanza della posizione privilegiata che si sviluppava attraverso il sado-masochismo primario. Infatti, alcune forme di suicidio praticati con la non violenza, sono il frutto della negazione alla volontà di voler uccidere il fratello. Questa imago può essere vissuto in maniera davvero traumatica, la relazione nei confronti del trauma dipende dallo sviluppo psichico. Il soggetto, sorpreso dall’intruso nello scombussolamento dello svezzamento, lo riattiva senza tregua con una regressione che si rileverà secondo i destini dell’io, come psicosi schizofrenica. Ci potrà essere anche un’altra strada, quella della distruzione immaginaria del mostro, che produrrà impulsi.
Alessandro Nenna