Gli alberi… questi esseri meravigliosi del mondo vegetale, hanno così tanto da dirci… dai tempi dei tempi, offrono senza chiedere: ossigeno, riparo, il calore del fuoco… e sono così misteriosi, alti, imponenti e anche fragili, depositari di antichi misteri, curiosi miti e fiabeschi incantesimi.
Maghi, elfi ,fate, streghe ,ninfe e dèi …gli spunti sono infiniti …
Il mito:
Quello di Apollo e Dafne: una bellissima ninfa che per sfuggire al dio Apollo invaghitosi di lei, chiese spaventata aiuto alla madre terra Gea, che la trasformò così in un albero di Alloro, divenuta pianta sacra ad Apollo stesso che ne fece una corona, simbolo di Sapienza e Gloria. Oggi cinge il capo dei giovani laureati.
Gli antichi Druidi, sacerdoti della Gallia, come narra Cesare nel suo “De bello gallico”, prediligevano la Quercia che onoravano traendo gli oracoli dal rumore delle sue fronde al vento; le foglie erano anche usate per pozioni e unguenti per purificarsi e proteggersi. Le lettere dell’alfabeto celtico erano simili ad Alberi. La famosa bacchetta magica di un Druido, era fatta col ramo di Nocciolo, di Quercia o di Sambuco, sfrondato in una notte di luna piena con un falcetto d’oro, perché incorruttibile.
Sette erano i sacri alberi dei Druidi, tra cui l’albero degli Incantesimi o Salice, che donava eloquenza ed esaudiva i desideri e il Sambuco, inoltre, usato nel Solstizio d’estate, che veniva e viene tutt’ora usato per scacciare presenze o energie negative, (il Flauto di Pan era costruito con il legno di questo albero.).
Le streghe usavano il legno di Sorbo, per creare delle croci da mettere come protezione sulla porta di casa e per creare amuleti. Le famose Rune celtiche, molto potenti, sono ricavate dai rami di Sorbo. Per il Solstizio invernale c’è l’albero del Tasso, consacrato alle divinità di morte e rinascita e per evocare particolari visioni con le sue sostanze tossiche e i relativi poteri magici.
Tanta magia ci riporta così al grande Mago Merlino di arturiana memoria, che secondo alcuni intellettuali bretoni del diciannovesimo secolo, avrebbe la sua tomba dell’antica foresta di Broceliande, tra Querce e Faggi.
Sempre di origine celtica è il ramo dorato del Vischio, sacro alla dea Freya, patrona degli Innamorati, le cui bacche sono ingredienti essenziali per incensi d’amore. Lo usiamo ancora oggi a capodanno sotto le cui fronde ci scambiamo baci augurali, e poi ci sono gli Olmi abitati dalle Fate, il Melo col suo sidro che viene usato sempre per rituali amorosi e l’ulivo, simbolo di forza e trionfo nell’antica Grecia, menzionato più volte da Omero nei suoi poemi, simbolo di pace e di terra rinnovata nella religione cristiana, dopo il diluvio universale
Per gli antichi cinesi il Sole nasceva proprio da un albero, il Fusang. Vale la pena citare gli alberi del Giappone, cinti da singolari corde di paglia (Shimenawa) spazio puro e sacro, vicino a un tempio o santuario.
Tutto ciò poi, ci riporta al concetto di Albero della Vita, che Spazia dall’ Yggdrasil degli scandinavi alla Betulla dei tartari e che assurge a simbolo di “Axis Mundi “o Asse del mondo, imprescindibile Unione fra il Cielo e la Terra e sostegno fra questi due elementi.
E per noi, l’albero cos’è? Un essere vivente silenzioso ma molto attivo, che cambia e scambia Energia, Luce e Amore… provate ad abbracciare un albero e sentirete un brivido (se ben centrati) che vi percorrerà in tutto il corpo dal primo all’ultimo Chakra!
L’albero, radice e forma.
Radice che sogna la forma.
Forma che pensa la radice.
E cielo tra i rami.
Nubi di pensieri nella linfa.
Filigrana del vento.
Ironia del movimento.
(Antonio Prete- l’Albero, Menhir)
Daniela Casaburi
(Foto di Daniela Casaburi)