Oggi alle 5 andiamo a prendere un bel thè cinese da John Cage. Ma chi era costui ?
Nato Los Angeles nel 1912, allievo del grande Schoenberg , Cage aveva creato questo nuovo genere, diverso, folle e rivoluzionario, che faceva parte della Musica Aleatoria, ( dal nome latino “alea”= rischio ,alludendo al gioco dei dadi ).
Egli utilizzava spesso e volentieri per comporre i Ching, (Libro cinese dei Mutamenti), per affidare la composizione della sua musica al caso. Che si sa, non esiste, ma questa è un’altra storia. Quello che ci interessa è quello che questo musicista, quest’artista ha creato e che è di estrema attualità . In contesto musicale ma anche spirituale, la sua concezione di “musica“ si allontanava completamente dagli schemi e dai dettami armonici tradizionali, sconvolgendo ogni regola, tirando fuori ogni emozione interiore. Aveva ideato il “Pianoforte preparato”, dove aveva inserito concretamente nello strumento pezzi di legno, viti, bulloni, noci, oggetti improbabili, per ricreare quel suono che doveva essere lo specchio di un contesto realistico. Secondo il suo pensiero, doveva essere presente un” ascolto totale”, che comprendesse tutti i suoni che ci circondano, ma proprio tutti , anche quelli che noi definiremmo come rumori, anche quelli impercettibili, fusi insieme in un ‘unica percezione ,direi “multidimensionale” . Quell’ascolto che potremmo paragonare scherzosamente prendendo in prestito il termine dai fumetti di Superman, a quel “super udito” che avvicina l’Uomo al Divino, al quale nulla sfugge.
Cage apriva la finestra e ascoltava il rumore del traffico, le voci della strada, considerando questi suoni, e non rumori, dando al suono delle parti metalliche di un telaio di un’automobile la stessa importanza di quello generato da un violino, “First Construction, ( in metal)”. Egli affermava “fai musica come vuoi, con quello che vuoi” ma non si fermò qui . Nel 1940, venne a conoscenza dell’esistenza nell’Università di Harvard, di una camera “an-ecoica”, ( letteralmente “senza eco”) ,dove era stato ricreato il” silenzio artificiale” e vi si recò. Uscito dal laboratorio disse al tecnico che la camera era guasta ,che riusciva a percepire ancora dei suoni, anche se piccolissimi : il tecnico spiegò che i suoni che udiva provenivano dal suo corpo! E che erano generati, dalla pressione arteriosa il suono grave e dal sistema nervoso il suono più acuto, simile ad un ronzio. La sua sorpresa fu grande e così ideò la famosa e contrastata 4’33’‘, un’opera composta solo da silenzi. Per quattro minuti e 33 secondi. Chissà forse anche questo numero non è casuale… appunto questo per permettere l’ascolto di suoni del proprio corpo e quindi indirettamente l’ascolto del Sé Interiore, ricordiamoci in che anno eravamo! Affondare in se stessi e rimanere lì come in una meditazione o un esercizio yoga, perché il silenzio non esiste e lui lo aveva capito. Un altro aspetto della sua musica, era lasciare che quest’ultima” si creasse da sé” che poi è come ammettere che la musica stessa e l’armonia alla fine (e anche in principio ),vadano solo scoperte, ritrovate, perché già esistenti in Natura. Come? Affidando tutto al Caso, con il rito iniziatico del tirare il dado e leggendo i Ching, associando i suoni agli Esagrammi e lasciando al rischio la creazione di un brano musicale, che “ doveva comporsi da sé” come lui diceva, in un gioco di casualità e purificazione ispirato a alle filosofie spirituali, che egli amava e seguiva. Definiva i suoni come “discepoli che si scelgono da soli “. Il vuoto non esiste, il silenzio è ricco di vibrazioni. Allora , immergiamoci e ascoltiamolo, John Cage, e sorseggiamolo questo thè (rigorosamente cinese,in omaggio ai Ching), prima che si raffreddi…
Daniela Casaburi
(Foto originale di Daniela Casaburi)