Quel giorno a scuola, due bambini si scambiarono la merenda che le mamme avevano messo nella cartella: un pezzo di pane con la marmellata di cotogne, con una fetta di polenta abbrustolita.
Nacque così una amicizia in cui lo scambio era diventato un’abitudine.
Scambiarsi la penna, il quaderno, i compiti, il cappello, le confidenze, i piccoli segreti …
Erano così abituati a scambiarsi le cose, che sceglievano in partenza quello che sarebbe piaciuto all’altro .
Pensava Marco con la testa di Giuseppe e Giuseppe con la testa di Marco.
Quando si svegliavano al mattino, il primo pensiero era correre alla finestra e guardare quella di fronte. Li divideva infatti, solo una strada di quelle secondarie, poco abitata e poco movimentata.
Nel giardino della casa di Marco, c’erano stese ad asciugare, le reti del padre pescatore. Quello di Giuseppe, era invece occupato da fasciami di legna del padre falegname.
Al mattino dunque, si levavano alti i sospiri che nascondevano il desiderio di essere l’uno al posto dell’altro. Senza invidia, ma per uno strano percorso mentale, avevano passato buona parte della loro infanzia prima, della adolescenza poi, e infine della giovinezza, vivendo senza viverla realmente, Marco, la vita di Giuseppe, Giuseppe, la vita di Marco.
Avrebbero volentieri scambiato i genitori, Marco desiderava il padre di Giuseppe che non si muoveva dalla terraferma, Giuseppe avrebbe volentieri accompagnato il padre di Marco nelle sue uscite di pesca.
Si erano così abituati a vivere l’uno con la testa dell’altro, che non avevano più gusti personali, non sapevano più scegliere.
E così sbagliarono tutto, la ricerca di un lavoro, la compagna della vita, le amicizie, gli abiti, i mobili, i bicchieri.
Quando ebbero dei figli li educarono come se fossero stati dell’altro, il risultato furono dei figli sbagliati.
Lentamente si lasciarono andare sparendo nell’oblio di chi li aveva conosciuti.
Sparirono anche l’uno alla vista dell’altro. Partirono, nessuno seppe mai per dove, lasciandosi dietro il nulla.
Gli anni erano trascorsi e un giorno, ad un angolo di strada sotto un colorato manifesto che ironia del caso, pubblicizzava il vivere più sani e più belli, su un letto di cartone, coperti da fogli di giornale, si ritrovarono vicine con gli occhi l’una dentro l’altra, due figure informi.
Senza gioia e senza stupore, ma solo per catturarsi un’altra volta, Marco e Giuseppe si strinsero la mano:
– Mi dai il tuo giornale?
– E tu, mi dai il tuo?
Nadia Farina
Il disegno è un’opera di Nadia Farina