Ancora una volta cerchiamo di mettere ordine:
- La didattica a distanza è stata un provvedimento di emergenza. Gli insegnanti si sono fatti in quattro per reggere l’urto. Ma chi nega che la didattica a distanza sia un enorme danno, sia in termini di apprendimenti sia in termini di ricadute psicologiche, mente sapendo di mentire.
- La scuola, almeno la scuola dell’obbligo (cioè l’intero percorso scolastico escluso l’ultimo triennio della scuola superiore), non è appannaggio delle decisioni delle famiglie. Una scuola che ritorna nelle mani delle famiglie è una ricaduta nell’era del precettore, per i benestanti, e nell’anticamera al lavoro minorile, per i meno abbienti. Basta scorrere alcune statistiche sul tasso di abbandono in questo anno.
- In questo anno, a causa delle licenze concesse ai Presidenti di Regione, alcune Regioni hanno perso molti più giorni di scuola in presenza di altre. Chi è sincero sa che questo corrisponde a un divario di apprendimenti, ad esempio, tra gli alunni veneti e quelli pugliesi. Un debito che si pagherà, come ogni debito, non oggi ma tra qualche anno.
- Il rientro a Maggio della quasi totalità degli alunni ha dalla propria più di una ragione. Gli insegnanti sono stati vaccinati, almeno prima dose, ovunque. E con loro anche i parenti più fragili, per età e patologie, degli studenti. Offrire un mese per concludere l’anno scolastico in modo normale (sia nella socialità sia nelle verifiche degli apprendimenti) è inoltre una enorme boccata di ossigeno. Specie per le classi finali dei diversi cicli.
- Finalmente in un decreto è chiaramente espressa la impossibilità di deroghe per i Presidenti di Regione. Salvo dimostrati focolai e situazioni estreme di pericolo. Emiliano usa questo comma per la: “tana libera tutti” fino a fine anno scolastico.
- Praticamente funziona così: quando si tratta di attività commerciali, Emiliano fa il “piagnone”, dice che bisogna riaprire anche in zona rossa altrimenti avremo rivolte sociali. Quando si parla di vaccinazioni, mentre vaccina suore preti e consiglieri comunali, dice che è tutto ok, abbiamo una poderosa macchina vaccinale. Però quando si parla di scuola dice che siamo in pericolo, sta prendendo fuoco la Regione.
- Ovviamente ne ha discusso con le chat delle mamme e poi in videochiamata con gli alunni (“che QUELLI vi vogliono interrogare”, ha detto il Presidente riferendosi ai professori). E ha già deciso che tale emergenza si prolungherà, improvvisamente profeta e indovino, fino a fine anno scolastico.
- Dunque, io non riesco bene a capire di quali protezioni goda ancora a Roma Michele delle cozze pelose. Perché Conte non c’è più, Boccia non è più ministro ed Emiliano mi pare più un problema che una risorsa per il PD nazionale.
- Ma a questo punto o Draghi e Bianchi intervengono, e subito, per colpire e annullare questa follia o, senza che ce ne accorgessimo, siamo finiti in una realtà distopica. Una versione alla pizzica e al panzerotto della autonomia differenziata, del federalismo spinto, della secessione sognata dai leghisti più estremi. E che, fino a ieri, a parole, qua al Sud abbiamo tutti schifato e odiato.
Alessandro Porcelluzzi