Alcuni consiglieri comunali della provincia di Reggio Emilia hanno firmato un’iniziativa di tipo divulgativo per manifestare il loro disappunto in merito al fatto che il governo continui a rimandare a tempo indeterminato le elezioni provinciali. Trattasi di un atto senza precedenti che si pone ai limiti del rispetto della nostra Costituzione.
www.lintelligente.it ha deciso di pubblicare qui di seguito la versione integrale del documento
La nostra democrazia è oggi gravata da grande incertezza.
A oltre un anno dallo scoppio della pandemia la situazione non sembra essere molto cambiata. Si continua a vivere nell’incertezza di decisioni istituzionali che, a fronte della necessità di linee di condotta unitarie nazionali, mostrano l’evidente fallimento della politica “ognuno per sé” delle autonomie regionali.
Un primo rinvio al 31 marzo 2021 delle elezioni provinciali già fissate per il 13 dicembre 2020 era stato giustificato con la pandemia. Le ultime elezioni del Consiglio provinciale si tennero a ottobre 2018 e il mandato è di due anni. Ma appena insediato il nuovo governo, reiterando l’alibi della pandemia, è stato deciso l’ulteriore rinvio delle provinciali e poco dopo quello delle comunali. Conseguentemente, il termine per le provinciali slitta verosimilmente a dicembre.
Non è comunque vietato al Presidente della Provincia di convocarle anche subito dato che la norma ne fissa il termine ultimo, non una data obbligata. Non l’ha fatto. Già in linea generale il pretesto della pandemia resta inaccettabile, in molti paesi a votare si va e in Germania e Olanda si è fatto assai recentemente. Ma a Reggio Emilia, in particolare, gli elettori delle provinciali sono in tutto circa 600 tra consiglieri comunali e sindaci, non sarebbe stato difficile votare anche adesso nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria.
Questo ulteriore rinvio, soprattutto, suscita più che perplessità anche di ordine costituzionale. Posponendosi il termine delle provinciali alla celebrazione delle comunali, i consiglieri comunali cui spetta di votare alle provinciali prima che il loro mandato scada se non rieletti non potranno più farlo. Ciò integra la rilevante manomissione di un diritto a fondamento democratico.
Già con l’inqualificabile Legge Delrio si era sottratto il voto diretto per le provinciali ai cittadini. Ora si colpisce anche il voto indiretto di consiglieri comunali e sindaci, eletti dai cittadini. E lo si fa per di più col discutibile strumento del cosiddetto decreto “Milleproroghe”, già sommatoria estemporanea di provvedimenti non omogenei, mediante apposito emendamento al momento della sua conversione in Legge.
Solo l’abrogazione della Legge Delrio potrà sanare pienamente questa lacerazione democratica restituendo per le elezioni provinciali il voto diretto ai cittadini cui è stato sottratto il diritto di scegliere i propri rappresentanti.
Considerato quanto sopra facciamo appello alle istituzioni repubblicane, a chi ricopre incarichi istituzionali e a tutti i cittadini affinché vigilino e difendano la nostra democrazia in un momento così difficile.