Nell’orribile estate del 2020, quella in cui ci saremmo dovuti liberare del Covid-19 (ed invece restiamo tristemente abbarbicati al problema), si consumavano le gesta di Flavio Briatore.
Non pago di essere un noto imprenditore e personaggio, anche televisivo; non pago di essere citato per le sue opinioni sempre al di fuori degli schemi, il nostro si segnalava sia per la sua vicenda sanitaria, sia per la frequentazione, pochi giorni prima, di una 24enne (amica, fidanzata, o amante: non è dato di saperlo con sicurezza). E quindi, mentre Alessandro Porcelluzzi sviluppa il tema del contagio (rubrica Pòlis), vogliate qui gradire qualche riflessione sui rapporti fra uomini e donne, in generale, che prende tuttavia lo spunto dai presumibili rapporti fra Flavio e la ragazza.
In attesa dell’apertura delle scuole e delle prossime elezioni, i nostri due articoli (che possono essere utilmente letti in modo consecutivo), offrono ai lettori un repertorio di pensieri futili … o forse no … di fine estate.
L’Agosto volgeva verso esiti culturalmente malinconici: un’infinita polemica contro i benestanti richiedenti o percettori di sussidio (600 euro), verso i quali si evocava la forca, o quantomeno la gogna; senza far conto dell’insussistenza del reato, mentre per ben più illegali vicende c’è sempre qualcuno si straccia le vesti invocando i tre gradi di giudizio.
Disperato, anti-erotico, stomp.
O forse, come dicevo, semplicemente malinconico. Ma ecco che si riaffaccia il nostro eroe, e con sprezzo del pericolo (ed anche del ridicolo) osa frequentare una 24enne! E se si amassero? Se avessero piacere a raccontarsi le vite rispettive, considerando anche la differenza di età? E se comunque ogni donna maggiorenne (la nostra lo è ampiamente) fosse veramente libera di autodeterminarsi?
Niente da fare: la Rete insorge, oscillando fra “circonvenzione di incapace” (pare però che sia laureata: come si è ridotta l’istruzione, signora mia …) e “pagamento”. Eh, sì, quando un 70enne frequenta una donna più giovane di 46 anni, la paga! Va da sé, però, che se le parole hanno un senso, lei sia, correlativamente, una prostituta.
Certo, una frequentazione basata su una simile differenza di età non avviene quasi mai fra un cameriere e una donna dello spettacolo. Ma la vicenda autorizza a più arditi pensieri.
1) Stiamo parlando soltanto di un uomo “ricco”? In realtà, se si fosse trattato invece di un qualsiasi possidente sconosciuto, diventato magari un magnate grazie alla speculazione in Borsa, lo “scoop” non ci sarebbe stato. Ma stiamo parlando di Briatore (!); e se parliamo proprio di lui è perché sembra incarnare una costellazione più ampia di rappresentazioni simboliche, in cui la ricchezza si sposa alla fama, al successo, al carisma.
2) Tale costellazione non è forse rarissima, ma neppure consueta; per costruirla e mantenerla nel tempo sono necessari dei “meriti” … e se il personaggio “non merita” (eticamente, voglio dire), sono comunque necessarie strategie “vincenti”, basate su mosse azzeccate. Bisogna saperci fare.
3) Al contrario, la giovinezza è un bene “democratico”: tutti l’abbiamo avuta; la bellezza inoltre non è rara, e non dipende dalle mosse azzeccate dalla bella, o dal bello, di turno. Non devi saperci fare. A meno che il “saperci fare” consista nello scegliersi un chirurgo adatto (ma può rivelarsi controproducente). Il bello o la bella non hanno meriti. MAI. Semmai il loro fotografo. O il loro agente.
L’incontro è pertanto, inevitabilmente, quello fra un “meritevole”, Briatore, ed una “non-meritevole”, la ragazza.
Invertendo i sessi, o introducendo la variabile omosessuale, il risultato non cambia: è l’elemento giovane-e-bello a pagare “il vecchio”, entrando in provvisorio possesso di un carisma che altrimenti gli/le sarebbe negato, dovendosi contentare invece di essere un “bello/a qualsiasi”.
Ed è un pensiero vertiginoso: LEI cinica, LUI puttano.
Sul tema di è accanito lo Scanzi Fan Club.
Mi sono accanito anch’io, a mia volta, su Scanzi e sul suo Fan Club, per vedere se la “perla di Facebook” provenisse dal giornalista-trasgressivo-con-il-piercing, oggi omologato alla notorietà (senza piercing), o se i Fan abbiano avuto “libertà di creazione” … e basta pertanto che si sentano nel suo solco, un po’ come lui continua inopinatamente a sentirsi nel solco di Gaber e di De Andrè.
La “perla” consiste nella riproduzione di una copertina con Briatore e la ragazza (su un settimanale di gossip), accompagnata dalla scritta: AMORE A PRIMA VISA.
Ovviamente l’elegante chiosa non sta scritta nella copertina, ma è un’aggiunta a fine post, frutto dell’ingegno di Scanzi, o forse, come dicevo, di un suo fan.
(Nonostante il mio accanimento, non sono riuscito a sciogliere l’enigma.)
Confrontando l’eleganza dell’assunto con le campagne solenni pro-Azzolina (inutili, come sono inutili quelle pro-Boldrini, pro-Meloni, o pro-Santanchè: un politico deve saper fronteggiare autonomamente anche la plebe, altrimenti farebbe meglio a ritirarsi), non posso che esprimere un dubbio.
Che è quasi un certezza, oramai: certa gente che-si-crede-di-Sinistra si fa andare bene pressoché qualsiasi argomento, se si tratta di colpire un avversario politico.
E se si debbono buttare a mare 50 anni di Femminismo, va bene lo stesso.
Pertanto: “prostituta”, o “incapace di intendere”, lei … “vecchio”, lui. Ed un “vecchio”, ovviamente, non può neanche ambire alle giovani donne (argomentazione utile a fomentare ulteriormente il razzismo contro i vecchi, tanto diffuso nella nostra società, e quasi mai rilevato).
Che poi l’avversario dell’opinione pubblica presuntivamente di Sinistra sia Briatore (sic!) è per me incommentabile …
… ne parla invece l’articolo di Porcelluzzi, che essendo più giovane di me ha una pazienza, per queste forme di “demenza politica”, che io non ho più.
Comunque, per la cronaca, se si va alla ricerca di frequentazioni apparentemente improbabili per differenza di età, non c’è che l’imbarazzo della scelta: Pablo Picasso, Charlie Chaplin, Michelangelo Antonioni, Woody Allen, Pierpaolo Pasolini …
… tutti grandi artisti, si intende.
Nel 1946, il 53enne Palmiro Togliatti “comprò” la 26enne Nilde Iotti.
Oppure, per quanto su detto, fu lei, attraverso la sua giovinezza e bellezza, a “comprarne” il carisma.
E diventando la compagna del “Migliore”, divenne inevitabilmente “migliore” anche lei.
Un buon affare.
Gianfranco Domizi