Se questo articolo si fosse intitolato “La mamma di Zaniolo”, l’argomento sarebbe stato intellegibile per la maggior parte dei lettori.
Ma per non dare nulla per scontato:
1) Nicolò Zaniolo (Massa, 1999) è un attaccante della Roma e della Nazionale, estremamente promettente, forse il più promettente, allo stato attuale;
2) la mamma … è la mamma! … poco più che quarantenne, e molto attiva sui Social;
3) se ne parla in quanto compare (la mamma) in scatti fotografici sensuali, generalmente apprezzati e comunque oramai diventati famosi.
Con Francesca Costa (la mamma), il mondo delle wag (letteralmente, mogli e fidanzate, nell’acronimo: wives and girlfriends) degli sportivi famosi si arricchisce di un nuovo genere di personaggio.
Per l’appunto, la mamma:
https://www.chicchecalcio.it/francesca-costa-chi-e-anni-altezza-peso-instagram/ .
Allarghiamo il discorso.
La bellezza è argomento di cui si discute da sempre. La bellezza umana, ed in particolare quella femminile, soggiace ad almeno quattro considerazioni:
a) se esistano criteri, per esempio di armonia e proporzione, che la identifichino in modo probabilistico;
b) se le “dissonanze” (per esempio, grandi nasi su visi altrove ben proporzionati) possano giocare un ruolo a loro volta positivo.
c) se il carisma del personaggio famoso, per esempio dell’attrice, introduca un elemento di interesse ulteriore a quello che avremmo per la vicina di casa; se la bellezza debba essere preferibilmente discreta (Leonor Silveira, per citare un’attrice portoghese, peraltro poco famosa al grande pubblico), oppure esibita (prototipo, a mio parere, Jane Russel, la mora de “Gli uomini preferiscono le bionde”, 1953, di cui fu protagonista insieme a Marilyn Monroe: vedi foto).
Così era, e così è stato per secoli.
Oggi, nella civiltà dell’apparire, è fondamentale che la bellezza venga esibita, ed ogni ulteriore caratteristica “viene dopo”, in un circolo vizioso che si autoalimenta: l’interesse ad esibirsi delle donne dello spettacolo ispira le donne comuni; entrambe stimolano il maschio comune; questo circuito di desideri ed emozioni fugaci rialimenta l’invadenza dei Social e dei Media.
E’ ovviamente fondamentale un investimento costante in tempo, scatti, correzione degli scatti (photoshop), trucco, vestiario, chirurgia plastica, che invade l’esistenza di noi tutti, “dive” e spettatori, e che omogeneizza la stragrande maggioranza delle donne al desiderio di possedere il carisma non di Jane Russell, ma, “si parva licet”, di Belén e della sua “farfallina”:
https://www.thinkdonna.it/sveliamo-mistero-della-farfalla-belen-rodriguez-festival-sanremo.htm .
Contro questa omogeneizzazione, l’unica risorsa facilmente alla portata di tutte e di tutti è quella di ulteriori investimenti in tempo e artifici, il che genera ulteriore uniformità.
E così via, seppure con qualche eccezione: la “farfallina” ce la ricordiamo, e, come appare dal link precedente, ne continuiamo a parlare, dopo anni.
Francamente non crediamo che Francesca Costa possa mettere a segno un colpo del genere, probabilmente ideato dall’entourage, più che dalla stessa Belén.
E dentro la ricerca dell’inevitabilmente effimero, si è persa in eterno l’opportunità di apparire come una “bella mamma” (ma qualsiasi), immortalata in uno scatto rubato da un giornalista di gossip, mentre passeggia insieme al figlio.
Come fossero due persone.
Gianfranco Domizi