La Biennale della Fotografia Femminile ideata dall’Associazione la Papessa con la direzione artistica di Alessia Locatelli, torna a Mantova a partire dal 17 luglio 2020 sino a fine anno.
La prima edizione della Biennale, numerose esposizioni, workshop, eventi, talk e proiezioni interamente dedicati alla fotografia, era in programma a marzo, ma la pandemia del Covid-19 ha, come per tutte le altre attività culturali e non, bloccato il foto festival.
Durante il lockdown la Biennale è rimasta in contatto con il suo pubblico attraverso i social media, ha indetto concorsi a tema e intervistato in diretta le autrici delle mostre. Ora che sono ritornate le condizioni di sicurezza la BFF torna live con la speciale versione BFF HERE NOW, strutturata come un’edizione diffusa, con mostre negli spazi istituzionali e nelle gallerie private di Mantova, incontri e workshop.
Un mosaico dedicato alla fotografia femminile che la BFF ha ripensato per sostenere la cultura, il territorio ed aiutare tutti i cittadini a ritrovare una socialità perduta attraverso l’arte e la fotografia ed una fiducia rinnovata nel riappropriarsi degli spazi dedicati alla cultura.
La direttrice artistica Alessia Locatelli sottolinea l’importanza di questa edizione della Biennale post Covid: “Il tema della prima edizione della Biennale era il lavoro e, purtroppo, durante lo stop forzato e il lockdown si è ancora più esacerbato il gap tra i generi: c’ è stato uno scarto del 10% in più di donne che non sono tornate al lavoro dopo la pandemia ed è una cifra enorme se si pensa che i dati erano già sfavorevoli in partenza. In aggiunta all’enorme carico che le donne hanno dovuto affrontare nei mesi passati per la gestione domestica, laddove la cura di bambini e anziani è stata quasi interamente affidata a loro. Per questo motivo, oltre che per le numerosissime attestazioni di stima ricevute nel momento in cui abbiamo dovuto bloccare la Biennale da parte di pubblico e di addetti ai lavori, abbiamo ritenuto necessario portare avanti il percorso della BFF in questa seconda parte dell’anno, per contribuire ad una riflessione ancora più approfondita sui nostri tempi”.
MOSTRE
Dal 17 luglio al 30 agosto: La nuova donna: narrazioni di genere nello sviluppo della fotografia femminile cubana, a cura di Women Photographers International Archive (WOPHA) alla Casa del Rigoletto
Piazza Sordello 23
Lun- Ven 9.00-17.00, Sab-Dom 9.00-18.00
Dal 7 al 30 agosto: The Black Gold di Daro Sulakauri alla Ex Chiesa Madonna della Vittoria
Via Claudio Monteverdi 1
Merc 15.30-18.00; Giov 10.00-12.30; Ven-Sab 10.00-12.00; 18.00-21.00, Dom 18.00-21.00
Dal 3 al 6 settembre e dal 9 al 13 settembre: Fighting for a Pittance di Sandra Hoyn alla Casa del Pittore
Corso Garibaldi 48
10-13; 15-19
Dal 9 al 13 settembre: A Woman’s Work is Never Done di Eliza Bennett e Quinhagak. Works between 2015-2019 di Erika Larsen alla Galleria Disegno
Via Mazzini 34
10-13; 15-19
Dal 17 luglio a metà settembre: Mostre della Open Call BFF
– Luciana Passaro | Molo 36 e Susanna De Pascalis | Burn
Ristorante Giallozucca, Corte dei Sogliari 4
– Natalia Saurin | Rose e fiori e Sabina Candusso | Curriculum Vitae
Ex Bottiglieri Moderna, Via XX Settembre 39
– Valentina di Bernardino | Kat-Rix plays (mostra non adatta a minori)
Tattoo You, Piazza Don Eugenio Leoni 14
– Arzachena Leporatti | Viola
Librerie Coop Mantova, Piazza 80° Fanteria 19
– Giulia Mozzini | Life of a repented
Umberto I Lounge Bar, Corso Umberto I 47
– Maria Bauer | La tristesse durera toujours
La Cucina, Via Guglielmo Oberdan 17
– Vanessa Lopes Alvarez | Ambulanti da spiaggia
Bar Venezia, Piazza Guglielmo Marconi 10
– Cristina Cosmano | Lettere per quando sarai grande
Osteria del Campione, Corso Umberto I 15
Tutte le mostre saranno ad ingresso gratuito.
WORKSHOP
– 25 e 26 luglio: Sara Lando Ritrattistica creativa
La ritrattistica non è solo la somma di abilità tecniche come l’illuminazione del soggetto e la composizione del frame. Non basta trovare i vestiti e gli oggetti giusti e ritoccare la pelle per renderla perfetta. Se tutto è perfetto, ma non sta succedendo niente e la persona che è davanti alla macchina fotografica non è coinvolta… L’immagine rimane piatta. In questo workshop di due giorni verranno enumerate tutte le regole per poi infrangerle ripetutamente. Dapprima piccoli esercizi per testare le acque e prendere confidenza. Poi sarà la volta di pensare a un concept per costruire un’immagine uno strato alla volta, adattandola e regolandola a seconda di quello che succede davanti all’obbiettivo. Per tutto il tempo si lavorerà con l’intento di costruire una connessione con il soggetto, imparando a guidarlo e orientarlo.
Ex Convento di Santa Lucia, via Pietro Frattini 8.
– 25 luglio Betty Colombo Reportage, l’incarico fotografico
Come nasce e come si sviluppa un incarico fotografico. Betty Colombo, collaboratrice delle principali testate italiane, ambasciatrice di Save the Planet e sostenitrice di Interplast Italy, si occupa di viaggio e attualità con la sua EOS 1DX MKII in giro per il mondo.
Condividendo la sua esperienza Betty Colombo aiuterà i partecipanti a conoscere le dinamiche di un servizio fotografico professionale e le competenze necessarie per portarlo a termine. La città di Mantova sarà lo scenario della sessione pratica del workshop. Durante il workshop si avrà la possibilità di provare la migliore attrezzatura EOS.
HUB Santagnese10, via Sant’Agnese 10
Per info e iscrizioni: prenotazioni@bffmantova.it
EVENTI
– 18 settembre, Talk Donne, lavoro e divario di genere, conoscere per affrontarlo
Claudia Forini, Cooperativa Centro Donne di Mantova, in collaborazione e con il supporto della CGIL Mantova.
Il divario di genere è costituito da tutte quelle differenze che si riscontrano a livello di condizioni economiche, di accesso al lavoro, sociali e di istruzione che influenzano le vite degli esseri umani, in base al loro genere sessuale di appartenenza. Quando si parla di gender gap, si può osservare l’esistenza di maggiori penalizzazioni per le donne rispetto agli uomini. Nella conferenza vogliamo analizzare quali sono i fattori che ancora oggi limitano la vita delle donne e delineare le strategie per affrontarli.
Palazzo Soardi, via Pietro Frattini 60
ore 18.00
– 19 settembre “Tinissima” – performance teatrale di Tullia Benati sulla vita di Tina Modotti
Palazzo Te, viale Te 13
Qualcuno ha definito la sua una “vita fragile”: l’ha scritto il poeta Pablo Neruda sull’epitaffio della tomba di Tina, lo canta Cisco dei Modena City Ramblers, è il titolo di una biografia a lei dedicata. Ma se ripercorriamo tutta l’esistenza dell’attrice, fotografa, rivoluzionaria, spia ricercata, la sig.ra Assunta Adelaide Luigia Modotti, si dimostra tutt’altro: una donna assolutamente straordinaria e fortissima.
Berlino rappresenta il cardine di passaggio dal lato A al lato B della sua vita, lato da cui non è più possibile tornare indietro. Qui Tina, costretta a lasciare il Messico, perché espulsa dal Governo, cerca di vivere di fotografia, ma il suo mondo nel Vecchio Mondo è completamente cambiato. È a Berlino, nei sei mesi da sola, che la donna ha tempo di riflettere e di sviluppare il filo delle ultime vicende dove si è trovata coinvolta. È qui che il suo universo si ribalta completamente.
Palazzo Te, viale Te 13
ore 18.30
LE AUTRICI
Eliza Bennett
A Woman’s work is never done
Autrice inglese con un Master of Fine Arts alla London Art School porta un progetto sul ricamo che è tradizionalmente associato all’idea di lavoro femminile, inteso come opera minuziosa e agile, distante dalla fatica fisica del lavoro maschile. Eliza Bennett utilizza lo strato superiore della sua pelle come tessuto da ricamo sovvertendo così la contrapposizione tra lavoro maschile e femminile. Attraverso l’uso di una tecnica considerata femminile, l’artista restituisce l’immagine rappresentativa delle mani di donne impiegate in occupazioni ancillari e invisibili alla società, mostrando come il lavoro delle donne sia ben lungi dall’essere facile e leggero. Il suo progetto prevede un’installazione video.
Women Photographers International Archive WOPHA
La nuova donna: narrazioni di genere nello sviluppo della fotografia femminile cubana
Sei artiste le cui fotografie ci danno un assaggio di diverse storie attraversate dalle tematiche di genere. La mostra è parte delle attività di promozione del Women Photographers International Archive (WOPHA), un’organizzazione emergente dedicata alla ricerca, alla promozione, al supporto e all’educazione sul tema del ruolo della donna e di coloro che si identificano come tali, in fotografia.
Sandra Hoyn
Fighting for a Pittance
Fotografa tedesca, inizia la sua carriera nel 2005 come fotogiornalista per riviste ed ONG a cui affianca progetti personali focalizzati sul sociale, sui diritti umani e sull’ambiente. A Mantova propone un crudo documentario fotografico sulla boxe infantile praticata in Tailandia: una serie di immagini in bianco e nero che documentano la durezza dei combattimenti minorili di boxe e lo sfruttamento ad essi connessi. Le foto mostrano non solo la violenza del ring, ma anche la pressione psicologica che va di pari passo con la competizione sfrenata. Bambini e bambine si allenano portando il loro corpo e la loro mente al limite, mentre vestono gli abiti di lottatori adulti.
Erika Larsen
Quinhagak. Works between 2015-2019
Fotografa e narratrice statunitense è molto nota per i suoi saggi. Documenta le culture che mantengono stretti legami con la natura “dove il paesaggio è estremamente importante per le persone”. Le sue opere sono esposte in mostre monografiche e collettive in gallerie di New York, Washington, Phoenix, Los Angeles, Mosca, Barcellona, Bologna e molte altre città. Il lavoro che porta è ambientato a Quinhagak, la quale si trova sul fiume Kanektok sulla riva est della baia di Kuskokwim, meno di un miglio dalla costa del Mare di Bering in Alaska, dove Larsen è tornata regolarmente durante gli ultimi quattro anni. Le immagini prodotte sono note del tempo che ha trascorso in questi luoghi, un tempo – parte di una storia collettiva – che, sommandosi, forma un’unione di tempi sovrapposti.
Daro Sulakauri
The Black Gold
Studia cinema e fotografia a Tbilisi, in Georgia, per poi diplomarsi in fotogiornalismo documentaristico all’ICP di New York. The Black Gold ci porta nel vivo delle condizioni lavorative dei minatori georgiani di Chiatura: ogni giorno gli uomini si avviano verso le miniere, lavorando in condizioni durissime e pericolose per 8-12 ore al giorno per un salario di 270 dollari. Il progetto è accompagnato da un’installazione video.
Comunicato stampa a cura di Emanuela Bernascone