A fine Febbraio, seguivamo con apprensione, mista a curiosità, la sorte del “paziente 1” di Codogno, e l’avvenuta guarigione dei due cinesi in vacanza a Roma. Io scendevo il 28 da Bologna a Roma, su un Italo semivuoto e “sospettoso”, ignorando al momento che se fossi rimasto in Emilia per qualche altro giorno, sarei stato lì “sequestrato”, e che scendendo non avrei rivisto la mia compagna emiliana per mesi (è il 30 Aprile, e siamo tuttora divisi … attendiamo chiarimenti sui “congiunti” che vivano in regioni diverse).
Oggi, dopo due mesi da quegli eventi, siamo costretti a considerare una giornata “buona” quella in cui muoiono “solamente” 300 persone. Le possibili considerazioni sarebbero tante (sanitarie, politiche, economiche, addirittura costituzionali), ma qui – ed anche nel prossimo numero del 15 Maggio – desidero limitarmi a una bizzarra elencazione di “scomparse” … un “Chi l’ha visto?” della Notizia … perché ovviamente il Coronavirus ha monopolizzato stampa e palinsesti, relegando al quasi nulla, tutto il resto.
In questa elencazione di “estinti”, eviterò gli scomparsi “importanti”, sui quali ci sarebbe veramente troppo da dire (“Bibbiano” o “le Sardine”, ad esempio), incentrandomi sulle apparenti inezie.
Ma questo (“inezie” è il giudizio di oggi. Quanto erano importanti invece tali fino al 28 Febbraio? O quantomeno: in che misura erano in grado di infiammare TV, Giornali, Web & Social?
1
IL MASCHILISTA PALLONARO (18 Febbraio): ““Scusate quando sento una donna, poi anche una moglie di un calciatore … poi questa è la mia opinione, parlare di tattica mi si rivolta lo stomaco. Non ce la faccio, una donna non capisce come un uomo. Se parli di una partita come è andata e come no, va bene, ma non di tattica. Le calciatrici qualcosa capiscono, qualcosa sanno, ma non al 100%. Sarò anche maschilista ma mia moglie non si è mai permessa di parlare di tattica con me. Non dico che le donne devono stare in cucina, non mettetela giù così” (Fulvio Collovati a “Quelli che il calcio”, RAI 2).
Imbarazzo di Luca e Paolo. Sospensione dell’opinionista per due settimane. Parere personale: il giudizio è stato spudoratamente superficiale, “da bar” (magari è un pregio, chissà, se si parla di Calcio). Eviterei però di tifare per la compressione della libera espressione, quando non si violino delle leggi.
2
WEINSTEIN, CHI ERA COSTUI? (25 Febbraio): Harvey Weinstein è ora un violentatore condannato. Due sopravvissute piangono e festeggiano. Grazie Dio. Grazie a tutte le donne coraggiose. Grazie al giudice e alla giuria a New York. (Dal Profilo Istagram di Asia Argento.)
Intendiamoci, la notizia è serissima sia per l’argomento, sia per la vastità e la ripetizione nel tempo dei reati. Peraltro, l’attrice subirà a sua volta accuse di violenza da parte di Jimmy Bennett, musicista rock e minorenne all’epoca dei fatti. Grande la confusione sotto il cielo, tempesta nel Web.
3
MORGAN CONTRO TUTTI: Barbara d’Urso, sempre sul pezzo, aveva già da tempo (2019) accolto l’artista, nonché ex-partner di Asia Argento, che così dichiarava: Io c’ero tutti i giorni quando lei frequentava Harvey Weinstein, era proprio il momento in cui vivevo con lei a Los Angeles e c’era la nostra figlia.
“Bis” con la querelle Morgan vs Bugo.
Ricostruzione del Secolo XIX (10 Febbraio), a proposito della trasmissione del giorno precedente (“Non è la d’Urso”): L’ex frontman dei Bluvertigo ha raccontato la sua versione dei fatti dopo l’espulsione dal Festival di Sanremo durante la quarta serata quando dopo aver cambiato di sua iniziativa il testo di ‘Sincero’, ha scatenato l’ira di Bugo che se n’è andato via abbandonando il palco dell’Ariston. Una ‘vendetta’ che Morgan avrebbe architettato dopo il flop della serata delle cover quando, a suo dire, Bugo non avrebbe rispettato gli accordi presi per l’interpretazione di ‘Canzone per te’ di Sergio Endrigo: «Il motivo per il quale ho scritto quelle parole è perché chi la fa la aspetti. Quella sera della canzone di Endrigo Bugo ha fatto un atto terroristico, non ha rispettato nulla di quello che avevamo preparato. Ha cantato tutto il pezzo e ha fatto una brutta figura. Ha voluto esistere, dal giorno dopo Bugo è esistito grazie a me», spiega Morgan, smentendo però le voci di uno scontro fisico con l’ormai ex amico.
4
FIGLIO DI PAPA’: E’ notizia recente che Pietro Genovese, figlio del regista Paolo, fosse al telefono, quando investì le due sedicenni Gaia e Camilla, in Corso Francia (uno dei territori della “movida” romana), il 22 Dicembre 2019.
L’eco di questa tragedia continua comunque a rimbalzare nei media e nel Web per tutto Gennaio e tutto Febbraio. E mentre l’indagine si concentra, come è ovvio, sulla velocità di guida, sul tasso alcolico, sulle condizione meteo (quella sera piovigginava), sulle condizioni del traffico, sui tempi di attesa del semaforo (da rosso a verde), la disfida infiamma difensori e detrattori, essendo i primi “convinti” (non si sa come, né perché) che le due ragazze “giocassero” ad attraversare la strada alla cieca, e i secondi che un ventenne non dovrebbe comunque guidare un SUV. Viziato.
5
IL CULO DI SARRI: Ben noto è il fenomeno de “il culo di Sacchi”, allenatore vincente nel Milan (1987-1991), e meno vincente con la Nazionale Italiana (1991 – 1996; a maggior ragione in seguito: nuovamente Milan, Atletico Madrid, Parma).
L’argomento acquista una sua dimensione riconoscibile grazie al libro intitolato per l’appunto “Il culo di sacchi”, di Gene Gnocchi (1995, Editore Zelig), che segue le vicende di un team fuori condizione atletica e psicologica, arrivato alla finale dei Mondiali USA senza mai impressionare per il suo gioco, ma che si è affidato alle doti taumaturgiche del suo allenatore …
https://www.libreriauniversitaria.it/culo-sacchi-gnocchi-gene-zelig/libro/9788888809137 …
… perché quel team e quell’allenatore “meno vincente” (con la Nazionale, ribadisco) alla finale dei Mondiali del 1994 comunque ci arrivarono!
“Fu vera gloria”? Fu vero “culo”?
Per assonanza di cognome, oggi mi interrogo sul “culo di Sarri”, che, arrivato alla Juventus per sostituire Massimiliano Allegri (vincitore di ben 5 scudetti, ma non amato, sia per il gioco poco spettacolare, sia per non aver essere riuscito a portare la squadra a vincere in Champions League), non riesce però ad innestare il “suo” gioco, notoriamente basato su schemi altamente inventivi.
E rischia di essere rimontato dall’Inter, e soprattutto da una Lazio in forma strepitosa. La qualità del gioco, punto di forza storicamente di Sarri, non beneficia più di tanto neppure della presenza della superstar Cristiano Ronaldo, sempre (o quasi) all’altezza della situazione.
“Per fortuna”, arriva il Coronavirus, e la sospensione del Campionato.
Il Web si interroga non tanto sul “culo di Sarri” (che è un mio personale copyright!), quanto piuttosto sul fenomeno complementare della “sfiga laziale”: “un’occasione così quanno ve ricapita?”, con doveroso accento romanesco e romanista.
Ma stancamente. Anche il Calcio (IL CALCIO!) rientra nella preistoria del Coronavirus.
E ciò ci dice più di qualcosa a proposito del momento storico che stiamo vivendo.
Gianfranco Domizi